Per San Concordio, Amici del Porto e Legambiente alla Soprintendenza: “No allo scatolare per il Penitese”

Nel giorno del via ai lavori per ripristinare la copertura comitati e associazioni tornano a chiedere di preservare le strutture originarie del fosso risalente al Cinquecento
“Non “inscatoliamo”, con un intervento pesante e difficilmente reversibile, le antiche strutture murarie del Fosso Penitese lungo viale San Concordio”. Rinnovano così l’appello il comitato per San Concordio, Legambiente e Gli amici del porto della Formica nel giorno del via ai lavori.
“Il crollo di un piccolo tratto della copertura . dice – ha mostrato che la struttura in pietra delle sponde è perfettamente conservata, le foto storiche ci mostrano un fosso che fino agli anni ’60 era identico a quello di via dei Fossi nel centro storico, i documenti di archivio ci dicono che questo fosso è stato costruito nella seconda metà del 1500 da Lodovico Penitese, proprietario delle cave di Guamo, per portare a Lucca le pietre, i sassi e la terra necessarie a costruire le Mura. Negli anni 60 del Novecento il fosso è stato semplicemente “coperto”, il pezzetto di copertura che è venuto giù lo scorso maggio ha lasciato vedere la tecnica costruttiva, la storia, la bellezza e l’acqua che c’è ancora oggi sotto quella copertura”.


“Perché, allora, fasciare tutto il fosso con “scatolari” prefabbricati ad incastro di cemento armato – prosegue la nota – del peso di 80 quintali ciascuno, posati su un nuovo massetto? Non si poteva fare un intervento molto meno invasivo, che non avrebbe richiesto nemmeno il taglio degli alberi abbattuti stamani? Non si poteva semplicemente coprire, come era stato fatto prima, i tratti che cedono, magari in parte anche con griglie a vista, senza “inscatolare” il fosso, riducendone così la portata? È quello che il Comitato Per S.Concordio, gli amici del Porto della Formica e Legambiente hanno chiesto all’assessore Raspini, assieme ad una richiesta di incontro urgente”.
“In particolare si sono rivolti alla Soprintendenza – conclude la nota – per chiederle se non ritiene opportuno impedire lo stravolgimento e la cementificazione, difficilmente reversibile, delle sponde in pietra del Fosso Penitese, che verosimilmente risalgono almeno in parte al 1565, anno in cui il canale fu realizzato al fine di trasportare il materiale di costruzione per le Mura di Lucca”.