Don Luigi Paolinelli, 60 anni da sacerdote e missionario






Il parroco festeggerà questo traguardo domani (26 giugno) alle 18, nella chiesa di san Martino in Freddana
Don Luigi Paolinelli festeggia sessant’anni di sacerdozio, dopo numerose esperienze anche con missioni in sud America, giunge a questo fantastico traguardo che verrà festeggiato a san Martino Freddana domani (26 giugno) alle 18. Nell’occasione i parrocchiani verranno omaggiati con un piccolo diario contenente tutte le esperienze maturate nella vita del parroco, la prefazione è curata da Padre Renato Camagni, frate Cappuccino, che ha all’attivo più di vent’anni di missioni all’estero.
La scelta di vita di don Luigi inizia alla tenera età di 10 anni, quando decide di voler fare il sacerdote, la sua è una vocazione sorretta da una grande determinazione, che lo accompagnerà per tutte le esperienze della propria vita, nei sessant’anni che hanno seguito questa scelta.
“A 10 anni decisi di intraprendere la carriera sacerdotale – racconta don Luigi –, ero poco più di un bambino, ma ero determinato a proseguire su questa strada e ogni giorno insistevo con mia madre per iniziare il cammino. Crescendo, dopo tutti questi anni, posso dire che da quel tempo non è cambiato niente”.
Il piccolo Luigi non ha ancora finito la scuola elementare, la sua vocazione inizia ad una età giovane e come molti altri coetanei entra in seminario a 12 anni, proseguendo gli studi lasciati in sospeso.
“Provenendo da una famiglia contadina, non ero mai uscito di casa e trovarmi da solo, lontano dagli affetti familiari, fu un’esperienza dura, che ho superato grazie alla mia determinazione e anche alla vicinanza di altri ragazzi che come me, stavano studiando per diventare sacerdoti. I ragazzi stando insieme superano la solitudine”.
Luigi frequenta le scuole medie e il liceo classico, poi intraprende gli studi di teologia e a 24 anni e mezzo viene ordinato sacerdote.
“Era il 25 giugno del 1961 – ricorda don Luigi –, eravamo in tre ad essere ordinati dal vescovo Torrini. Venni mandato a Palagnana, un paesino sperduto vicino a Stazzema, ai piedi del monte Matanna. Il primo incontro con i parrocchiani è stato molto bello, ero giovane e mi sentivo uno di loro, sono rimasto in quella parrocchia per tre anni e mezzo”.
Don Luigi viene poi mandato nella piccola parrocchia di Lugliano, nella zona di Bagni di Lucca dove rimane per ben quattordici anni. Lugliano al tempo è una parrocchia frequentata da poche persone, i paesani sono tutti impegnati nei propri lavori, è una comunità operosa e per stare vicino ai fedeli don Luigi decide di aiutarli nelle loro mansioni.
“Condividendo il lavoro che svolgevano potevo dialogare con loro e fare nuove esperienze, al tempo i preti erano viste come persone che non amano la fatica, che non vogliono sporcarsi le mani”.
La vita sacerdotale di don Luigi, proprio grazie al lavoro, subisce un drastico cambiamento. Tra i parrocchiani di Lugliano, c’è anche un autotrasportatore, che frequentemente si sposta anche al nord Italia per lavoro e don Luigi ogni tanto lo accompagna nelle sue trasferte.
“Lo chiamavano Baule, era il suo soprannome ed era conosciuto in tutta Italia, fare il camionista in quegli anni era come adesso fare il pilota di aerei, la plancia di un camion è piena di strumenti e spostare un mezzo così grande, comporta un enorme responsabilità – prosegue nel suo racconto don Luigi –. Quasi mi mancò il fiato quando una sera Baule, dopo essersi fermato al bar del paese, mi diede le chiavi del mezzo e mi disse di guidarlo fino a Decimo. Da quel momento la mia vita è cambiata, quando mi sono seduto al volante mi sono sentito emozionato e impaurito allo stesso tempo. Ma avevo capito finalmente cosa avrei voluto fare”.
Luigi il giorno dopo è già pronto a segnarsi a scuola guida per prendere la patente e dopo un mese riesce ad ottenerla, dopo due mesi prende anche quella per i mezzi pesanti, la determinazione che sempre lo ha contraddistinto, lo porta a non fermarsi alle prime difficoltà e chiede al vescovo Bartoletti di intraprendere un’esperienza di lavoro.
“Inizialmente il vescovo si è dimostrato un po’ preoccupato per la mia richiesta, ma soprattutto era preoccupato anche del giudizio che le persone avrebbero potuto esprimere su quello che facevo. Ma ero determinato ad andare avanti, era quello che volevo e a dicembre del 1968 iniziai la mia prima esperienza come camionista”.
Prima di Natale don Luigi trova impiego come autotrasportatore allo scatolificio di Corsonna, dove rimane per 10 anni, poi l’azienda finisce in crisi e dopo un po’ è costretta a chiudere. La sua esperienza di parroco prosegue, è il 1979 e il Vescovo Agresti, che nel frattempo ha sostituito il vescovo Bartoletti, decide di mandarlo nella parrocchia di Monsagrati.
“La scelta di Monsagrati fu dettata dal fatto che al tempo mi interessavo dell’azione cattolica e dei giovani. Con i ragazzi abbiamo organizzato molti campeggi, sulle Dolomiti, in Abruzzo, si prendeva il pulmino e si partiva all’avventura, la mia esperienza con loro è durata fino al 2001, ma prima ho fatto una grandissima scoperta”.
Nel 1990 un’altra esperienza cambierà nuovamente la sua vita, un amico missionario è appena tornato da Brasile e don Luigi lo contatta per far conoscere ai ragazzi cosa vuol dire una missione all’estero. Al tempo in Brasile si sta procedendo ad un disboscamento della foresta Amazzonica e questo processo avviene ai danni delle popolazione “indios” locali.
“Ci vorrebbero più missionari per aiutare le popolazioni locali, mi ripeteva il mio amico, così decisi di intraprendere i corsi per imparare la lingua e le usanze di questi popoli. Ho preferito comunque un approccio più diretto e sono partito 25 giorni per il Brasile dove stavo dietro ai missionari lucchesi che si trovavano da tempo laggiù”.
Fino al 2001 don Luigi si reca in Brasile ogni anno, per tre mesi, compie numerosi viaggi anche in altre parti del sud America, nel frattempo quando è in Italia si dedica all’apicultura con la quale copre le spese per le trasferte.
Nel settembre 2001 intraprende la strada di missionario e su richiesta del vescovo del Brasile viene mandato alla missione di Rio Branco.
“Quando il vescovo brasiliano ha richiesto la mia presenza laggiù, in Italia hanno accettato e sono rimasto in missione fino al 2010. In Brasile ho costruito una chiesa e sono stato il primo parroco della parrocchia di Bujari, una comunità che cresceva molto in quegli anni”.
Il 28 ottobre 2010, prima della conclusione dei lavori alla chiesa di Bujari, il vescovo brasiliano decide di spostare don Luigi in alcune comunità rurali e lui preferisce far ritorno in Italia dove presta servizio per cinque anni nella parrocchia di Pescaglia.
“Dopo Pescaglia sono stato spostato in Valfreddana, con don Rodolfo Rossi, dove sono ancora adesso. Ad oggi, dopo sessant’anni di sacerdozio, sono ancora pieno di entusiasmo e mi piacerebbe ripartire con i campeggi per ragazzi. Ho sempre lavorato con i giovani, che sono il nostro futuro, dai giovani si preparano gli adulti di domani”.
Don Luigi festeggia i sessant’anni di sacerdozio insieme ai suoi parrocchiani, domani (26 giugno), alle 18, nella chiesa di san Martino in Freddana.