Servizi ospedalieri, 8 ore di sciopero. I sindacati: “Comportamento inaccettabile”

Filctem Cgil e Cisl tornano all’attacco: “Lavoratori precettati, un atteggiamento non tollerabile”
Si fanno ancora più tesi i rapporti tra le associazioni sindacali e l’azienda Servizi ospedalieri spa, in vista di un pacchetto di otto ore di sciopero, le cui prime quattro partiranno lunedì 28 giugno.
Ancora lontane le due parti, sul rinnovo dell’accordo sul premio di produzione durante i mesi di pandemia, che ha visto un incremento dei servizi e anche del fatturato.
Il segretario generale della Filctem Cgil Lucca, Franco Galeotti, ha indetto oggi (25 giugno) una conferenza stampa, in collaborazione con il segretario Cisl Andrea Satti, per parlare della situazione venutasi a creare in seguito alle trattative.
“Una conferenza che si è resa necessaria in seguito ad una discussione che ha portato al mancato accordo tra sindacati del settore e l’azienda Servizi ospedalieri spa”, dichiara il segretario di Filctem Cgil, Franco Galeotti.
Servizi ospedalieri spa è una delle aziende più importanti del settore delle lavanderie industriali, che opera nel campo ospedaliero, si occupa del lavaggio e confezionamento di tutto quello che è inerente alla degenza ospedaliera ed anche dello strumentario delle sale operatorie.
Servizi ospedalieri sul nostro territorio è impegnata in uno stabilimento a Lucca che occupa circa 120-130 dipendenti impiegando prevalentemente personale femminile in una centrale di sterilizzazione presente all’Acquacalda e nelle centrali di sterilizzazione di kit chirurgici che si trovano direttamente nei presidi ospedalieri del San Luca e del Versilia.
“Si sono rese necessarie otto ore di sciopero per il mancato accordo sulle trattative di rinnovo sul secondo livello del premio di produzione, avvenuto a inizio giugno – spiega il segretario di Cisl Andrea Sacchi –. Servizi ospedalieri è un azienda presente sul tutto il territorio nazionale, costruisce il suo premio di risultato su base nazionale, l’accordo è caduto il 31 dicembre 2020 e a inizio 2021 alcune nuove normative inserite dall’agenzia delle entrate sulla defiscalizzazione del premio di risultato, hanno portato i vari sindacati di settore a fare un ragionamento su non andare a rinnovare il premio in maniera triennale, considerando anche la data in cui questi premi devono essere ratificati, ovvero entro il 30 di giugno e non più a fine anno. Essendo una normativa entrata in vigore ad aprile, abbiamo fatto richiesta di andare a fare un accordo nel 2021 per poi costruire un accordo triennale fino al 2024”.
“Inizialmente l’azienda sembra acconsentire ad un eventuale accordo ponte – prosegue Andrea Sacchi –. Poi è tornata sui suoi passi e ha proposto un accordo elaborato unilateralmente, come un accordo ultimativo e non modificabile, che prevede un parametro sull’indicatore della presenza di infortuni. La questione su questo parametro si è molto accesa, ma l’azienda è sempre rimasta ferma sulle proprie posizioni, questo ha portato alla rottura delle trattative e allo stato di agitazione ratificato il 4 giugno”. L’incontro ministeriale di raffreddamento avvenuto il 9 giugno non porta a nessuna soluzione e a quel punto i sindacati si preparano per lo sciopero.
“Siamo andati a programmare le otto ore di sciopero, con dieci giorni di preavviso e seguendo alla lettera la normativa sullo sciopero per i servizi pubblici essenziali, in modo di permettere il 50 per cento di servizio minimo garantito – dice Andrea Sacchi segretario di Cisl –. Lunedì 28 ci saranno le prime 4 ore di sciopero su tutto il territorio nazionale, le altre 4 ore saranno stabilite dalle associazioni sindacali territoriali. La cosa preoccupante è l’atteggiamento avuto dall’azienda, che ha precettato i lavoratori per svolgere i servizi minimi essenziali obbligandoli a lavorare il lunedì di sciopero. A quel punto abbiamo presentato denuncia di violazione del diritto di sciopero agli enti competenti. Quello che chiediamo è che ci sia un intervento delle istituzioni per far tornare indietro Servizi ospedalieri su queste comunicazioni, che non hanno ragione di esistere, perché già gli scioperi garantiscono i servizi minimi essenziali”.
A ribadire il rispetto di tutte le procedure e dei servizi minimi essenziali è anche il segretario di Cisl Andrea Sacchi: “Tutte le procedure di sciopero sono state seguite alla lettera e l’azienda non è nuova a questo genere di comunicazioni, fatto analogo era già accaduta nel 2019 in una centrale di sanificazione e in quell’occasione l’azienda si sentì padrona di sostituirsi alle istituzioni vietando lo sciopero. Noi abbiamo avviato tutti i ricorsi del caso, l’azienda in violazione del diritto di sciopero sta utilizzando personale interinale, precettandoli addirittura e per questo chiediamo agli organi di garanzia del diritto di sciopero di pronunciarsi”.
Il clima tra sindacati di settore e Servizi ospedalieri non è dei migliori già da qualche anno.
“Da tempo a livello territoriale è stato registrato un vero ‘trasando’ per l’attenzione agli ambienti di lavoro, agli investimenti necessari per la messa in sicurezza dei macchinari e una migliore organizzazione del lavoro dei cicli produttivi – aggiunge Franco Galeotti –. Niente è servito per per risolvere il problema e già si pensava di organizzare i lavoratori per una forma di protesta. Garantire il servizio minimo essenziale non significa garantire il servizio ordinario, ci aspettiamo che le istituzioni e gli organismi che hanno a cuore il corretto funzionamento di questi servizi si facciano sentire nei confronti di una società che sta facendo una barbarie sia verso i servizi per il cittadino sia verso i propri lavoratori”.