San Paolino, l’omelia di monsignor Giulietti per la festa del patrono

Presenti le autorità in rappresentanza delle istituzioni del territorio
C’erano solo le autorità del territorio nella basilica di San Paolino questa mattina (12 luglio) alle 10,30 per celebrare la festa del patrono della città.
Come lo scorso anno, infatti, i posti erano contingentati per contenere il propagarsi dei contagi. Nell’omelia, l’arcivescovo Paolo Giulietti, si è soffermato a commentare le letture proposte nella celebrazione che offrivano tre coordinate del messaggio cristiano: il mistero dell’incarnazione, il perdono dei peccati, la visione universalistica.
“Per la particolarità di questa assemblea, una lettura laica di queste coordinate: intendendo per laicità non l’esclusione del fatto religioso dalla vita pubblica, ma invece la possibilità che ogni visione dell’uomo dia il proprio apporto alla vita pubblica nell’ottica del bene comune consapevole che la fede, con il suo patrimonio ha influito in maniera naturale nel corso dei secoli nella cultura, nella storia, nell’arte, nella filosofia, nella politica della nostra terra – ha detto Giulietti -. Con il mistero dell’incarnazione si palesa la convinzione che la realtà sia capace di Dio, che l’umanità sia buona, perché in questa umanità si rende presente e agisce il figlio di Dio fatto carne. Ciò ispira la visione costituzionale, perché dice che lo Stato non è il primo elemento ma lo Stato riconosce tutto ciò che c’è di buono, di vero, nella realtà sociale che lo precede: la realtà della famiglia, i corpi intermedi, le autonomie comunali“.
“Poi il perdono dei peccati: delle fragilità delle persone si deve fare carico la collettività. La nostra è una collettività in cui il farsi carico gli uni degli altri è un fondamentale dovere di solidarietà che fa parte della visione costituzionale – ha detto ancora Giulietti -. Poi la visione universalistica, che anche la nostra Costituzione sposa, di un rapporto tra i popoli ispirato alla fratellanza, che rifiuta la guerra, che confida negli strumenti del dialogo, orientato alla cooperazione internazionale. Chiediamo davvero che la celebrazione di oggi, l’essere qui a venerare San Paolino, per i credenti e per i non credenti, per la comunità cristiana e la comunità civile, ci renda pienamente consapevoli del dono del Vangelo, perché non ne smarriamo gli stimoli e gli inviti”.
Dopo l’omelia, l’omaggio delle autorità a san Paolino: il Comune di Minucciano ha offerto l’olio per la lampada e quello di Lucca, come da tradizione, il cero.