Manifattura sud, i comitati rilanciano la raccolta firme per aprire il percorso partecipativo

16 luglio 2021 | 13:41
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Manifattura sud, i comitati rilanciano la raccolta firme per aprire il percorso partecipativo
Manifattura sud, i comitati rilanciano la raccolta firme per aprire il percorso partecipativo
Manifattura sud, i comitati rilanciano la raccolta firme per aprire il percorso partecipativo

L’appello: “No alle decisioni calate dall’alto: vogliamo essere informati, ascoltati e partecipare”

Salviamo uniti la manifattura. È questo l’appello che nasce dalla fusione dei rispettivi comitati che, insieme a diverse associazioni del territorio, chiedono adesso di ripartire da un percorso partecipativo per decidere il futuro assetto della zona sud ovest della città, che vede nell’ex manifattura tabacchi l’emblema di quello che vorrebbe essere un nuovo modo di “ricostruire dal basso”.

Così i comitati Salviamo la Manifattura e Uniti per la Manifattura insieme tra le altre a Legambiente, Italia nostra e Reti dei comitati rilanciano la raccolta firme – iniziata già lo scorso gennaio e poi sospesa dagli uffici regionali per un inghippo burocratico – per poter avviare il percorso partecipativo previsto dalla legge regionale 46 del 2013. L’obiettivo è raccogliere 850 firme tra i residenti dell’intero Comune di Lucca entro la fine di settembre. I moduli per la raccolta saranno disponibili da oggi (16 luglio) nelle librerie Ubik in via Fillungo e Baroni in via San Frediano, ai banchetti che di volta in volta saranno allestiti o su richiesta alla pagina Facebook di Uniti x la manifattura.

“Una firma per poter essere attivi nelle scelte che riguardano il futuro della nostra città – si legge nel volantino –. Per dire no alle decisioni calate dall’alto che escludono i cittadini. Per ribadire la voglia di essere informati, ascoltati e partecipare”.

Partecipazione e trasversalità sono le due parole che aprono la nuova fase per la riqualificazione della manifattura, dopo lo stop dell’amministrazione al progetto di finanza presentato da Coima e Fondazione Cassa di risparmio. Fondazione alla quale ora i comitati chiedono chiarezza sulle cifre spese per consulenze e incarichi per portare avanti quella che fin dall’inizio era considerata dai gruppi di cittadini una “proposta irricevibile”.

“La brutta storia trascorsa ci insegni che non ci si può fidare a scatola chiusa delle istituzioni, che pur sempre rimangono guidate da persone più o meno capaci di perseguire il bene della città- spiega Gemma Urbani, portavoce di Uniti per la manifattura -. Ieri abbiamo avuto una lunga riunione con i rappresentanti degli altri comitati e delle associazioni, 15 tra tutte, alla quale hanno preso parte anche architetti dell’Università di Firenze che ci guideranno nell’iter burocratico per arrivare ad aprire un percorso partecipativo. Siamo il terzo esempio in Toscana a intraprendere questa modalità ‘inversa’ di sollecitazione che, a differenza di quanto solitamente avviene, arriva dal basso e non dall’amministrazione stessa. In passato abbiamo più volte chiesto al Comune e alla Provincia di accogliere le nostre istanze, finite col cadere in incontri tardivi e chiusi in un nulla di fatto. Ora con l’aiuto e il sostegno di organi e associazioni possiamo ripartire con la raccolta firme per avere voce nella coprogettazione e scegliere i punti cardine attorno ai quali dovranno ruotare le nuove proposte per il recupero dell’ex manifattura”.

“Nonostante i tentativi di strumentalizzazione alla base del nostro impegno non c’è mai stata una motivazione politica: siamo cittadini e come tali chiediamo solo di essere ascoltati – aggiunge Gina Truglio, titolare della libreria Ubik -. Lucca può essere, e di fatto lo è già, un esempio per le altre città che lottano insieme per un obiettivo comune: mettere insieme un laboratorio di idee dal quale far emergere gli indirizzi guida per l’amministrazione, da estendere oltre la manifattura. Penso ad esempio alle scuole, che invece dei container potrebbero trovare posto nell’immobile una volta restaurato, penso al modo di gestire la sanita e la cultura, che a Lucca potrebbe trovare la sua casa nell’alta formazione legata al mondo del fumetto. Basta con le decisione prese dall’alto, i cittadini chiedono di essere partecipi dove si stabilisce il futuro della città”.

“Non siamo quelli del ‘no’ a prescindere, vogliamo che la manifattura venga restaurata, anche con l’aiuto di privati se necessario – conclude Paolo Pescucci, portavoce di Uniti per la manifattura -. Ma era chiaro che fin dall’inizio nel progetto di finanza mancava l’interesse pubblico, lo hanno sostenuto architetti, storici dell’arte e giornalisti che hanno portato avanti la nostra battaglia, rimasta carta muta per le istituzioni, che adesso devono giustificazioni alla città. Abbiamo creato un laboratorio di idee trasversale perché non vogliamo che spuntino nuove soluzioni dall’alto. Certo accogliere Tagetik in centro storico rimane un’opportunità ma da contestualizzare con tempi e destinazione dell’immobile. Nella gran parte delle città le ex manifatture sono diventate un polo culturale, non una ‘città nella città’ come voleva essere il progetto Coima. Così dopo aver raccolto 180 firme a gennaio, adesso ripartiamo con l’obiettivo di avviare, con i moduli validati dagli uffici regionali, un percorso partecipativo che dovrà terminare entro fine anno, dando la possibilità già a inizio 2022 di avere un indirizzo condiviso per il recupero dell’immobile”.