Lazzarini: “A Lucca serve un candidato sindaco che pensi al futuro nella trasparenza”

La riflessione dopo il caso Manifattura: “La città non merita chi impone progetti non condivisi”
“Se c’è una cosa che ha insegnato la vicenda della Manifattura, è che il vecchio modo di concepire l’amministrazione della cosa e dei beni pubblici non funziona più. Anzi, come abbiamo visto, produce danni, ritardi, inefficienze”. Lo afferma Giorgio Angelo Lazzarini.
“Proprio ora – aggiunge – che cominciano ad affacciarsi i primi nomi alla ribalta e che altri nomi dovranno essere scelti come candidati sindaco, sento di dover intervenire a titolo personale, come semplice cittadino. La mancanza di visione, l’incapacità di immaginare la missione della città, di immaginare progetti internazionali di altissimo profilo, che porterebbero prestigio, soldi e investimenti a Lucca e che Lucca meriterebbe da anni, soprattutto pensando a Puccini (ma non solo), l’incapacità culturale di svegliare questa città dal torpore provinciale, il tutto credendo che si debba continuare ad amministrare secondo le logiche del vivacchiare e del fare tutto in casa in maniera mediocre ecco, tutte queste mancanze, connoterebbero un candidato sindaco che non voterei. A un candidato che non ponga i temi della sicurezza e del rispetto delle regole, della trasparenza, come pure che non punti a una efficiente politica sanitaria diffusa, della coesione e della solidarietà sociale, non darei il mio voto”.
“L’incapacità di tutelare gli interessi di Lucca (in collaborazione sì con le altre città ma non dettati da Firenze e da alcuno) con progetti innovativi e con la massima apertura all’Europa e al mondo, anche queste mancanze connoterebbero un candidato che non otterrebbe il mio voto – aggiunge -. La mancanza di una politica effettiva (non a discorsi) per la manutenzione del Verde Pubblico, che eviti cioè capitozzature a abbattimenti e che privilegi la cura e il rispetto per gli alberi cittadini, connoterebbe un candidato sindaco che sicuramente non voterei. Un candidato sindaco che proponga e propini, magari con arroganza, progetti non condivisi, tanto perché ci sono i fondi regionali, o che proponga il fare tanto per fare e per far vedere che si fa, con un decisionismo di facciata, che non rispetti i reperti archeologici (leggi anche Porto della Formica) o che cementifichi il verde pubblico, che punti a piste ciclabili disorganiche senza una vera politica di riduzione del traffico e a una vera politica ecologica, non lo voterei. Un candidato che proponga progetti che limitano l’accesso al centro storico, che pensi di privatizzare i parcheggi e che di fatto deleghi ad altri soggetti le funzioni proprie della politica e dell’amministrazione, non lo voterei. Un candidato che prospetti un programma tanto perché si deve scrivere un programma, un programma che si deve infiorettare di tutto e di più tanto poi si vedrà, che non prenda impegni precisi e che soprattutto che non chiarisca fin da subito le sue vere intenzioni, sui progetti e sui modi di realizzarli, sulla trasparenza del suo operato, non lo voterei. Un candidato che fino a ieri ha fatto quel che ha fatto e che da ora in poi promette di essere tutta un’altra cosa, non lo voterei. Ecco. Ovviamente i papabili candidati sindaci potrebbero concludere… e chi se ne frega del voto del Lazzarini… purtroppo per loro dico che ho l’impressione che siamo in tanti a pensarla così. Spero che un nome che risponde a tutti questi requisiti venga fuori quanto prima”.