Bertocchini chiude sulla manifattura sud: “È un treno che non ripassa più”
Il presidente della Fondazione Crl è categorico sul bando per Tagetik: “Non saremo noi a comprare e riaffittare parte del complesso”. Lucca Solare: l’ente recupererà l’investimento con gli interessi
Manifattura sud, per la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca la partita è chiusa da luglio. E si è già quantificato il danno, pari a 1,7 milioni di euro che diventano 1,3 al netto delle imposte.
Così il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Marcello Bertocchini, ha rotto gli indugi sulle nuove polemiche intorno al project financing con Coima e alla lettera del Mef che chiede lumi sull’investimento e su eventuali rischi per il patrimonio legati anche al progetto Lucca Solare.
Bertocchini chiude anche la porta a un eventuale intervento sul bando di vendita parziale della manifattura sud: “Non ci interessa – dice – ristrutturare per poi affittare. Altrimenti avrebbe ragione chi ci dava degli speculatori. Noi miravamo a un vero progetto di riqualificazione urbana di quello che era poco più che un rudere. Sono treni che passano una volta sola e questo ormai è passato e non ritorna più”.
“Al di là della lettera del ministero – spiega Bertocchini – che non è certo la prima in questi anni e che non ci fa cambiare le decisioni il discorso intorno alla manifattura sud è finito a luglio di quest’anno. Quello che era il progetto della Fondazione per una vera rigenerazione urbana di un ammasso di quasi macerie non esiste più. La nostra idea era quella di portare nella zona una parte di produttivo light (Tagetik, ndr) e una parte di funzioni culturali con il resto da vedere sulla base dei contenuti del piano operativo. Sapevamo che era un rischio che ci dovevamo assumere per la città. Ora ce ne ritorniamo via così come siamo arrivati“.
“Certo – ammette – non mancheranno strascichi per le spese che abbiamo calcolati in 1,7 milioni di euro. Il fondo, peraltro, è già in corso di chiusura. Di quella cifra recupereremo il 26 per cento di imposta. Il danno è quindi di 1,3 milioni di euro e chi parla di 25 milioni davvero non sa di cosa parla, e non mi stupisce. Tutti questi numeri, peraltro, sono già rispecchiati nel nostro bilancio dove son già contenuti i costi segnalati”.
“Eravamo convinti – prosegue il presidente – di portare un progetto di qualità per la città. Era peraltro quello del rapporto con Coima un treno di quelli che passa una volta sola nella vita e su questo argomento, quindi, la Fondazione non ha nient’altro da dire“.
Tanto che non parteciperà neanche al bando pubblicato dal Comune per l’acquisto di una porzione di manifattura sud, quella che dovrebbe, appunto, ospitare la multinazionale Tagetik: “La fondazione non è interessata ad acquistare un immobile per poi darlo in affitto. Altrimenti avrebbe ragione chi ci tacciava come speculatori”.
Qualche dettaglio dalle parole del presidente anche per la lettera del ministero dell’economia e finanze, letta nell’ultima assemblea dei soci: “Si parla dell’operazione sulla manifattura sud solo per quanto letto sulla stampa e non per reali approfondimenti. Di certo c’è che il ministero ci tiene molto sotto controllo. Nella lettera peraltro emerge il fatto che il conferimento nel fondo non andava bene per questa operazione. E quindi intervenire direttamente sarebbe stato possibile? Comunque resta il fatto che per noi la questione non si pone più perché l’operazione non ci interessa”.
Si è mai chiesto Bertocchini come mai questo atteggiamento molto critico di parte della città nei confronti del progetto? “Ne abbiamo parlato spesso – dice – anche a livello di cda. Per essere sincero fino in fondo all’inizio la comunicazione da parte nostra è stata sbagliata. Pensavo che la cosa fosse talmente positiva per la città che non ci sarebbe stata discussione. Poi mi sono convinto che attaccare il progetto della manifattura era un modo per arrivare ad altre finalità. Vi siete chiesti come mai all’inizio si parlava solo di parcheggi, poi la questione parcheggi è del tutto sparita tanto che ora forse non ce ne saranno di nuovi rispetto a quelli esistenti? E poi c’è stata la questione della tabella per lo scarico dei rifiuti per far credere che vi si sarebbe insediata la media distribuzione eccetera. Con senso di responsabilità c’è stata la volontà da parte nostrra di andare fino in fondo. Non ci siamo trovati, con il Comune, non sulla questione economica, ma sui rischi che cadevano in capo alla Fondazione, che non potevamo correre. Il bene, così com’è, è del Comune ma per noi non cambiano i rapporti con questa o con altre amministrazioni, noi guardiamo ai progetti e alla loro ricaduta per la città“.
Un cenno anche per Lucca Solare: “Le cose – spiega Bertocchini – vanno fortunatamente bene e secondo il piano industriale recupereremo tutto l’investimento e con gli interessi. Nella lettera del Mef si parla dello statuto che sembra dare troppo peso alla minoranza e che quindi farebbe attività industriale. Uno statuto che, ricordo, è vecchio di sei anni e che così è stato modificato a tutela di un’azione di minoranza. L’investimento, comunque, va bene e non è escluso che non se ne possa riparlare a breve e per dare notizie positive”.