Una nuova vita per il monastero di Vicopelago: housing sociale, agricoltura e memoria pucciniana
Il Comune di Lucca tenterà l’acquisizione per 450mila euro. La proprietà attuale è la congregazione delle monache agostiniane
Da bene ecclesiastico a spazio innovativo per le politiche di welfare del domani, capace di integrare lavoro e agricoltura, memoria pucciniana, diritto alla casa e, perché no, bellezza. Il Comune di Lucca ci crede e questa sera (4 novembre) porterà all’attenzione del consiglio cittadino l’atto di indirizzo per dare avvio al percorso di acquisizione del monastero delle suore agostiniane di Vicopelago. Un luogo verde a ridosso della collina che sale verso Pozzuolo e a dieci minuti in bicicletta dalle Mura, sul recupero del quale potranno convergere le risposte pubbliche al fabbisogno abitativo comunale e gli obiettivi sociali di una nuova stagione della Chiesa cattolica.

L’idea prende le mosse da una summer school dell’Università di Bologna, in collaborazione con Imt, sul recupero a fini sociali dei beni ecclesiastici che rischiano di cadere in disuso. Momenti di approfondimento, riflessione e confronto accademico che si sono svolti proprio al monastero della Suor Angelica pucciniana dal 25 luglio al 3 agosto 2019 dei quali il Comune di Lucca ha fatto tesoro.
A illustrare la pratica, nel corso di una commissione bilancio congiunta con la sociale, l’assessore al patrimonio Gabriele Bove e l’assessora alle politiche sociali Valeria Giglioli.
“L’area che il Comune di Lucca vuole acquisire – ha spiegato Bove – comprende un edificio di circa 4000 metri quadrati di superficie utile lorda, con una parte dedicata a giardini e cortili di 2000 metri quadrati e oltre 15mila metri quadrati di terreno incolto. L’operazione alla quale vorremmo poter dare il via stasera conta su un grande lavoro di sinergia con la Regione Toscana, impegnata nel recupero con finalità sociali di complessi immobiliari inseriti in contesti verdi”.

L’offerta che il Comune di Lucca ha presentato alla congregazione delle suore agostiniane è di 450mila euro. Se andrà a buon fine, il Comune potrà recuperare un finanziamento da 1,5 milione della Regione Toscana per realizzare un progetto integrato su tre direttrici: l’housing sociale, l’agricoltura e la coltivazione di erbe rare, la valorizzazione dell’eredità pucciniana che il convento racchiude.

L’edificio è strutturato su due corpi di fabbrica, di fronte alla chiesa in località Zoppino, e fino a poco tempo fa è stato punto di riferimento della comunità locale per la presenza di una scuola, di alcuni negozi di vicinato lato strada e di appartamenti che le monache concedevano o affittavano a prezzi simbolici alle famiglie in difficoltà. Una vocazione sociale che, nelle intenzioni del Comune di Lucca e delle linee operative sul patrimonio ecclesiastico promosse dallo stesso Papa Francesco, sarà mantenuta per il complesso di Vicopelago se tutto andrà nella direzione auspicata.

Saranno circa 10-12 gli appartamenti che, anche a seconda di quello che sarà il finanziamento, si stima che potranno essere realizzati nell’edificio fronte strada. All’interno il Comune, tramite Fondazione Casa, vorrebbe proporre co-housing per anziani autosufficienti, coppie o singoli, in modo simile all’esperienza in corso con la Misericordia in centro storico. Così come si vorrebbe procedere ad affidare spazi abitativi a giovani famiglie interessate a vivere nel verde, mixando questa formula alle finalità culturali che il luogo pucciniano esprime.
“Oltre alle finalità sociali – aggiunge Bove – sarà valorizzata la valenza culturale del sito, con la collaborazione dell’Orto botanico di Lucca e l’ampliamento di percorsi già attivi all’interno della città, come per esempio quello sulle erbe officinali“.
“L’immobile è dismesso ma da poco, non è in degrado. I tempi per il recupero – aggiunge l’assessora Giglioli – sono legati all’intreccio di più contesti: quello della congregazione delle monache agostiniane, la Regione Toscana e il Comune. Il passaggio dell’atto di indirizzo in consiglio comunale è il calcio d’inizio per un progetto che presenta una visione nuova e proattiva di politiche sociali, che va oltre l’assistenza e si fa promotore di un riscatto che passa dall’autonomia e dal lavoro”.

“Il monastero – dice ancora l’assessora al sociale – trattiene la storia della famiglia Puccini. Qui infatti, secondo un’accreditata ipotesi, Giacomo trovò l’ispirazione per comporre Suor Angelica: d’altronde veniva spesso a trovare la sorella monaca, Iginia, e si intratteneva con un pianoforte nella parte non destinata alla clausura”.
Se l’offerta di 450mila euro non venisse accettata dalla congregazione religiosa, nessun iter potrà avviarsi. Ma ci sono buone possibilità che l’amministrazione Tambellini lasci in dote a quella che seguirà questa operazione da condurre in porto: in questo momento storico, infatti, gli enti pubblici italiani hanno registrato una nascente diversa sensibilità interna alla Chiesa, che punta a mettere i propri beni immobili nella disponibilità pubblica per finalità sociali. E Lucca potrebbe essere una delle prime città a fare sintesi di questa comunione di intenti.