Vcs: “Ex Manifattura, assurdo procedere con l’asta”

Il comitato: “Si fermi l’alienazione visto che la Fondazione Crl ha dichiarato il suo disinteresse”
“Difficile comprendere il motivo per cui il 25 novembre si debba procedere con l’ asta di parte della Manifattura”. Ne è convinto il comitato Vivere il Centro Storico.
“A prescindere dal fatto che fare un’asta solo perché la Fondazione Crl comprasse una parte di ex Manifattura per ristrutturarla e poi affittarla ad una impresa privata per 7 anni ci aveva stupito non poco, per diversi aspetti, primo fra i quali non era mai stato chiarito cosa sarebbe successo dopo i 7 anni di affitto. Inoltre – prosegue il comitato – il fatto che la Fondazione, senza esserne proprietaria, aveva predisposto rapporti con Coima, con il Comune e con Tagetik e quindi quale altro intruso si sarebbe permesso di giocare una partita che aveva già il vincitore sul podio? Altro elemento questo che a molti non sembrava molto corretto”.
“Evitiamo tutte queste domande e adesso poniamocene una più attuale – si insiste -: visto che la Fondazione ha manifestato il suo disinteresse all’ operazione, perché fare un asta per alienare 6.000 metri circa di ex Manifattura ad un prezzo irrisorio? Oltretutto si tratta dell’ edificio, posizionato all’ ingresso del complesso che condiziona l’ uso di tutto il resto. E’ come se invece di vendere un appartamento il padrone di casa decidesse di vendere soltanto il corridoio, rendendo così difficile andare dalla cucina al salotto, oppure dalla camera al bagno. Se poi questo proprietario avesse dei figli questi chiederebbero spiegazioni al loro genitore sul perché di tale gesto”.
“Anche il Comune ha i suoi figli, che poi altro non sono che i lucchesi e non si capisce il motivo per cui non voglia fare il buon padre di famiglia spiegando loro questi motivi, magari chiedendo la loro partecipazione per decidere – si legge in una nota -. Eppure questi figli/cittadini gli hanno chiesto di partecipare al dibattito e lo hanno fatto 1.400 volte con le loro firme invocando il rispetto di una legge regionale. Perché non viene revocata l’asta del 25 novembre? Perché si vuole rischiare di cedere un bene così importante per la collettività al prezzo di un piatto di lenticchie, senza ormai alcun progetto e nella più totale assenza di linee guida?”.