L'infermiere di famiglia |
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Assistenza e prevenzione, tra Lucca e Pescaglia arrivano 17 infermieri di famiglia

13 dicembre 2021 | 16:35
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Servizio esteso a tutta la Piana: l’obiettivo è di raggiungere presto le 20 unità

Arrivano anche sul territorio di Lucca e Pescaglia, gli infermieri di famiglia e comunità. Dopo una prima fase partita il primo ottobre 2020, nei Comuni di Capannori, Altopascio, Porcari, Montecarlo e Villa Basilica, da domani (14 dicembre) il servizio sarà esteso gradualmente a tutto il territorio della piana. Si completa, quindi la copertura di questo importante servizio, dove questo modello e gli innovativi strumenti operativi e gestionali che comporta, vengono adesso applicati a tutta la popolazione. Il nuovo approccio prevede, insieme all’individuazione dell’infermiere di riferimento, anche l’acquisizione e il consolidamento dei contatti e la condivisione di indicazioni utili per la vita di tutta la famiglia, che viene inserita in un percorso virtuoso.

Per consentire la presenza del personale adeguato a soddisfare le esigenze della popolazione, il territorio è stato suddiviso in distretti, pur non avendo ancora un riscontro sul servizio messo a disposizione in questa fase sperimentale, è stato calcolata la presenza di un infermiere ogni 4 mila persone, ma chiaramente è possibile che le esigenze di una determinata frazione siano maggiori di un’altra. A Lucca e Pescaglia saranno inizialmente 17 (con l’obiettivo di arrivare a 20) gli infermieri attivi sul territorio, che rappresenteranno un costante punto di riferimento per la cittadinanza, insieme ai medici di medicina generale. Il quartier generale sarà quello della Cittadella della Salute Campo di Marte, dove già erano stati predisposti dei locali specifici per i professionisti dell’assistenza territoriale.

Viene così messa in atto una moderna modalità di presa in carico dei cittadini, attraverso un approccio infermieristico olistico, che permette di creare una relazione davvero centrata sulla persona e sulla famiglia nella lettura della globalità dei loro bisogni. Il ruolo dell’infermiere di famiglia è legato a quello del medico di famiglia. Il suo obiettivo infatti è quello di operare in team con i medici di medicina generale, ma non solo, importante sarà la collaborazione che si dovrà instaurare anche con altri colleghi infermieri che sono specializzati nei determinati campi che l’infermiere di famiglia si troverà ad operare. Ad esempio, se il paziente da dover prendere in carico è un bambino, l’infermiere di famiglia potrà contare sulla cooperazione di colleghi specializzati in pediatria.

A illustrare questa estensione dell’attività sono stati: il direttore di zona Distretto della piana di Lucca, Luigi Rossi, il responsabile delle Cure primarie per la Zona di Lucca, Marco Farné, la dirigente infermieristica di prossimità per Lucca e Valle del Serchio, Mila Mazzotti, la posizione organizzativa che coordina gli infermieri sul territorio, Osvaldo Sensi, il coordinatore infermieristico per le Aft Francigena e Capannori, MassimilianoCortopassi e la coordinatrice infermieristica per i territori in cui parte il nuovo servizio, oltre che coordinatrice Acot per la parte infermieristica, Elisabetta De Santi.

“Oggi siamo qui per far decollare anche la seconda porzione del progetto infermieristico di Famiglia e comunità che è partito dal primo ottobre 2020 già in cinque, dei sette comuni del territorio della piana di Lucca – spiega Osvaldo Sensi, che si occupa dell’organizzazione dell’attività assistenziale infermieristica sul territorio della piana di Lucca – Questa esperienza di un anno stiamo cercando di trasmigrarla anche nei Comuni di Lucca e Pescaglia a partire da domani.
Infermieristica di famiglia e comunità, significa essere proattivi essere vicini al cittadino, essere all’interno delle famiglia esserne riconoscibile allo stesso modo del medico di medicina generale, diventando l’infermiere di riferimento per quella famiglia. Abbiamo segmentato il territorio in delle cellule, ogni infermiere presente in una determinata cellula territoriale si interfaccia con i medici presenti, condividendo con il medico di medicina generale gli obbiettivi di assistenza e di cura per i cittadini”.

“Il ruolo dell’infermiere di famiglia e comunità è quello di prendere in carico il paziente – precisa Elisabetta De Santi, coordinatore infermieristico della nuova figura dell’infermiere di famiglia e comunità del territorio di Lucca e Pescaglia e coordinatore dell’Acot (Agenzia di continuità ospedale territorio) -, si attiva con la richiesta del medico di medicina generale o il pediatra, prende in considerazione queste attivazioni che partono dall’Acot. L’infermiere si reca con il medico di famiglia ad una prima visita a domicilio, stila un piano di assistenza personalizzata e attua il servizio. E’ un intervento di prevenzione primaria secondaria e terziaria che prende in considerazione anche le richieste secondarie del cittadino, facendo si che il paziente si muova di meno, ma che vengano comunque prese in carico tutte le richieste della famiglia. L’infermiere di famiglia ha un ruolo importante, è un fulcro un punto di riferimento, non fa solo mera prestazione ma ha anche un ruolo di prevenzione, educazione sanitaria, informazione e collabora con le varie figure di riferimento, medici di medicina generale e altri infermieri esperti e specializzati”.

Ogni assistito o familiare può quindi contare sulla presenza costante dell’infermiere di famiglia e comunità, un ulteriore punto di riferimento nell’ambito dell’assistenza territoriale, in grado di garantire anche l’accompagnamento e l’orientamento in tutta la rete di offerta sanitaria e sociale.
Si punta così a rafforzare il territorio e la medicina di prossimità, investendo sulle competenze infermieristiche, trasversali ed avanzate, per soddisfare il fabbisogno quotidiano proprio all’interno dei contesti familiari, possibilmente senza il ricorso alle strutture sanitarie e sociali di altra natura.
L’obiettivo principale è dunque quello di sostenere ed indirizzare i cittadini all’accesso più appropriato dei servizi sanitari e sociosanitari territoriali.
Il vero valore aggiunto è poi quello del rapporto stretto che si instaura, insieme ai medici di medicina generale, con le famiglie, creando anche i presupposti per un’azione educativa destinata a sviluppare le capacità di auto cura e di adattamento dei pazienti e della famiglia alla malattia cronica, favorendo tra l’altro la permanenza della persona al proprio domicilio.

Da quanto l’attività è partita, il 1° ottobre del 2020, quindi in piena pandemia, nei 5 comuni della Piana di Lucca interessati sono state prese in carico, con tutti i loro bisogni, circa 1.500 famiglie, per un totale di 4.000 – 4.500 interventi.