Volto Santo, inizia il delicato restauro della statua lignea: al lavoro équipe specializzata
L’opera sarà estratta dal tempietto del Civitali e collocata in un apposito laboratorio a cura dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze
Secoli di lacrime e preghiere di lucchesi e pellegrini del mondo sono passati davanti al Volto Santo. Ma se i valori immateriali che la statua lignea più antica di Europa porta con sé non conoscono il passare del tempo, altro discorso vale per la materia tangibile. Così, per consentire all’opera d’arte simbolo della città di preservarsi agli occhi delle generazioni future, Lucca ha deciso di provvedere al suo restauro.
Un intervento resosi necessario dopo le indagini diagnostiche condotte dal Consiglio nazionale delle ricerche lo scorso anno, che, se da un lato ne hanno attestato il primato di antichità, dall’altro ne hanno messo in evidenza lo stato di disgregazione della pellicola pittorica. Sarà quindi l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, eccellenza in quest’ambito, a curarne a titolo gratuito il restauro. Restauro che sarà finanziato interamente dalla Fondazione Cassa di risparmio di Lucca e avverrà all’interno della stessa cattedrale, fuori dal tempietto del Civitali ma in un apposito contenitore progettato per garantire, dall’esterno, il costante monitoraggio dell’opera.
“Il Volto Santo ha superato tanti secoli di una storia millenaria grazie anche a chi si è occupato nelle diverse epoche della sua conservazione – ha detto il rettore di San Martino Don Marco Gragnani -. Noi oggi vogliamo proseguire in questo intento, affidando il simbolo della nostra città alle cure di un’eccellenza italiana nell’ambito del restauro. Per fare questo, per la prima volta dopo tanto tempo, il Volto Santo dovrà lasciare la cappella del Civitali ma senza lasciare la cattedrale. Il cantiere sarà infatti allestito nel transetto sinistro della chiesa, in un involucro attenzionato da un monitor e da un vetro che darà conto all’esterno dello stato dei lavori, che presumibilmente si concluderanno nel 2023“.
La prima grande sfida del percorso conservativo, che sarà monitorato da un apposito comitato scientifico e vedrà il coinvolgimento di massimi esperti del settore, sarà infatti quella di ‘estrarre’ la statua dal tempietto per inserirlo in un apposito contenitore, già in fase finale di progettazione.
“Non si tratta solo di un’operazione di restauro di un’opera d’arte – sottolinea l’arcivescovo Paolo Giulietti -. Il Volto Santo è il simbolo di devozione di una comunità che ha vita presente e futura, deve essere maneggiato con cura perché condensa millenni di preghiere di fedeli. Per questo, quando in questo percorso di restauro dovranno essere prese delle scelte, queste dovranno essere valutate nell’ottica di come trasmettere millenni di storia alle generazioni future”.
“Siamo sempre intimoriti quando ci troviamo davanti a operazioni di questo tipo, soprattutto quando si tratta di maneggiare quello che è sì un simbolo religioso ma anche il nostro simbolo identitario – aggiunge il primo cittadino Alessandro Tambellini -. Il Volto Santo ha fatto la fortuna della città di Lucca fin dall’alto Medioevo per questo quello che sarà messo in atto dovrà essere un intervento esclusivamente di tipo conservativo”. “Oggi abbiamo la certezza di far parte di un percorso storico di grande valore: ridare al nostro simbolo la sua attualità – precisa il presidente della Provincia Luca Menesini -. Il restauro del Volto Santo avviene dopo quello della cattedrale e testimonia l’attenzione e la vivacità del nostro territorio dal punto di vista religioso e civile”.
“Non appena le indagini diagnostiche hanno rilevato la necessità di un intervento al Volto Santo, simbolo della Fondazione, abbiamo detto ‘ci siamo’ – afferma il presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Lucca Marcello Bertocchini -. Sappiamo che consegnandolo all’Opificio delle Pietre Dure possiamo stare tranquilli e prenderci volentieri la responsabilità di preservare quest’opera nel tempo”.
Il restauro sarà condotto dal Settore scultura lignea policroma dell’Opd e diretto da Sandra Rossi che, prima del restauro, procederà con ulteriori indagini diagnostiche per poi, a opera finita, analizzare con l’ausilio di esperti i parametri microclimatici che consentiranno di migliorare l’ambiente di custodia della statua per permetterne una migliore conservazione.
“Il nostro compito è quello di salvaguardare quest’opera per il futuro – rimarca la soprintendente Angela Acordon -. Non andremo a togliere dalla statua il passaggio del tempo. Non sarebbe coretto nei confronti di un simbolo di devozione di tutto il mondo. Ringrazio le istituzioni che, per intraprendere questo intervento, non hanno agito di impulso, ma avviato un percorso di dialogo e confronto per non stravolgere quella che è considerata un’immagine acheropita ‘non fatta da mano’ ma realizzata per intervento divino”.
“Dopo le segnalazioni arrivate dal Cnr le nostre indagini hanno confermato i problemi conservativi, visibili a occhio nudo per quanto riguarda le parti di distacco della pellicola di rivestimento – conclude il soprintendente dell’Opificio Marco Ciatti -. Sarà nostra cura, con il senso di responsabilità che da sempre ci distingue, maneggiare con cura quest’opera per tramandare il patrimonio di valori che condensa senza stravolgerlo, avvalendoci di un apposito comitato scientifico. Dopodiché penseremo alla sua conservazione, per assicurare le migliori condizioni di vita all’opera dopo il restauro. Quando poi il Volto Santo sarà ricollocato nel tempietto del Civitali, sono certo che potremo dire di aver compiuto il nostro dovere”.