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Mercato del Carmine, due offerte per il bando di concessione del complesso

27 gennaio 2022 | 18:13
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Le proposte saranno esaminate dalla commissione che valuterà requisiti e solidità dei soggetti interessati a partecipare alla riqualificazione

Sono due le offerte depositate entro la scadenza di oggi (27 gennaio) per il bando di concessione in due tempi del Mercato del Carmine. Le buste sigillate dovranno essere aperte dalla commissione giudicatrice il prossimo 3 febbraio: in quella sede si valuterà se le proposte presentate nell’ambito dell’avviso indetto dall’amministrazione comunale presenteranno i requisiti necessari richieste per andare avanti nell’iter.

Per questo motivo da Palazzo Orsetti, in questo frangente, ci si limita a manifestare una contenuta soddisfazione: saranno le verifiche della commissione a dire quando solide siano le proposte.

“Esprimiamo soddisfazione per le due proposte che sono arrivate – affermano gli assessori al patrimonio, allo sviluppo economico e lavori pubblici Gabriele Bove, Chiara Martini e Francesco Raspini – Questo risultato è frutto dell’impegno dell’amministrazione Tambellini che ha saputo investire risorse e progettualità su questo antico complesso architettonico del centro storico così importante per il futuro della città. Adesso attendiamo la prima riunione della commissione che, il prossimo 3 febbraio, valuterà la rispondenza della documentazione a quanto richiesto dal bando prima di passare in modo approfondito alla valutazione delle singole proposte”.

Il futuro che il bando intende disegnare per il Mercato del Carmine è comunque chiaro. L’idea è quello di favorirvi l’insediamento di botteghe e negozi della filiera agroalimentare e di un hotel de charme immerso in un contesto tra i più tradizionali del centro storico, che si appresta – stavolta si spera in modo definitivo – ad essere non soltanto riqualificato ma ripopolato di funzioni.

Il bando, come ormai noto, è in due fasi. La prima fase prevede la consegna dell’ex chiesa e dell’ala est del chiostro una volta ultimati i lavori a carico dell’amministrazione comunale, finanziati in parte con i 320 mila euro della Regione, e che dovranno essere conclusi entro la fine del 2022. La restante parte del complesso, ovvero la zona centrale del chiostro, i negozi lungo via Mordini e piazza del Carmine e i locali al primo piano, sarà assegnata solo nella seconda fase, una volta portati a termine i lavori di messa in sicurezza dell’intera struttura, finanziati per oltre 2 milioni di euro dalla Fondazione Cassa di risparmio. La data prevista, in questo caso, è il 2025. Una concessione che prevede, complessivamente, sull’intera durata trentennale, un canone pari a 569.300 euro. Un onere per il concessionario che tuttavia si troverà un immobile in parte già riqualificato.

E’ questo il motivo per cui al concessionario sarà chiesto un canone crescente, che salirà mano a mano che l’immobile sarà fruibile nella sua interezza per arrivare a un massimo di 30 mila euro annui dal sedicesimo anno al termine della concessione, che avrà una durata trentennale. Nel dettaglio fino al 31 dicembre dell’anno successivo alla consegna della prima parte di immobile, prevista nel 2022, è richiesto un canone di 100 euro che sale a 3 mila euro dal quarto anno al sesto anno. Dal settimo anno della concessione, fino al decimo anno il canone salirà a 10 mila euro per arrivare dall’undicesimo al quindicesimo a 20 mila euro e finire di lì in poi con 30 mila euro annui. Questa è la base d’asta, poi il Comune accetterà offerte in aumento da mille euro a multipli di mille.

Il concessionario dovrà inoltre impegnarsi per garantire la continuità delle attività degli operatori presenti all’interno della struttura. Per questo le botteghe su via Mordini e su Piazza del Carmine, secondo le linee guida saranno da destinare a esercizi di vicinato, artigianato di servizio e piccolo artigianato di produzione, dovranno essere ristrutturate e rese disponibili con un significativo miglioramento degli impianti e degli arredi. Per quanto riguarda il primo piano  c’è la possibilità di un riutilizzo come struttura ricettiva, del genere ‘Petit Hotel de Charme’ ovvero come ‘Art Hotel’ alla stregua degli esempi già realizzati con successo all’estero.

In sostanza, il proponente, fin dalla prima fase di elaborazione del progetto, dovrà individuare le attività che potranno essere ospitate all’interno del complesso, coerenti con la previsione delle funzioni urbanistiche applicabili per perseguire, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. La proposta progettuale dovrà inoltre mostrare soluzioni per il superamento delle barriere architettoniche, fatta salva la tutela dei caratteri storico e artistici del complesso.