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Green pass base anche per accedere a negozi e uffici, gli esercenti: “Siamo perplessi”

1 febbraio 2022 | 16:26
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I negozianti in coro: “Si rischia di non riuscire a gestire i controlli nei giorni di maggiore affollamento”. Dubbi sull’obbligatorietà e la sistematicità delle verifiche

Cartelli informativi in vetrina, accanto ai consueti avvisi di sanificarsi le mani e portare la mascherina. Applicazioni scaricate sui cellulari aziendali, ma anche un po’ di perplessità: così i commercianti lucchesi si preparano a rispettare la nuova normativa ministeriale, che da oggi (1 febbraio) prevede la verifica del green pass base anche per la clientela di uffici pubblici e molte attività.

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Secondo quanto previsto dal nuovo decreto, infatti, chiunque varca la soglia di poste, anagrafi, Comune, negozi di abbigliamento e casalinghi, sarà obbligato a sottoporsi alla ormai nota scansione del certificato verde rilasciato con vaccino o tampone eseguito entro le 48 ore. Con l’esclusione di tabaccherie e giornalai, per cui si prevede un controllo a campione. Ma anche su questo punto non c’è certezza. Perché in una faq del governo, sul sito del ministero, su questo punto, si specifica proprio il contrario. “I titolari degli esercizi per i quali è richiesto il green pass base – si legge nella faq – non devono effettuare necessariamente i controlli sul possesso del green pass base all’ingresso ma possono svolgerli a campione successivamente all’ingresso della clientela nei locali”.

Un ulteriore elemento di incertezza, dunque. Accolta comunque con senso di responsabilità, la disposizione non fa trovare impreparati gli esercenti lucchesi, che da stamani accolgono i clienti con il telefono in mano, chiedendo gentilmente di poter adempiere al loro compito.

Compito che tuttavia lascia spazio a perplessità: sarà gestibile nei momenti di maggiore afflusso, soprattutto nel weekend? Se lo chiedono, in attesa che le disposizioni siano ulteriormente chiarite dal governo, da Benheart in via Del Moro: “Questo negozio è abbastanza piccolo e tranquillo: non entrano tante persone alla volta e si può controllare con calma il green pass. Alla fine per noi la situazione è gestibilissima, mi preoccupa per chi ha almeno una decina di persone alla volta, servirebbe più personale in negozio per verificare tutti i certificati e continuare anche a svolgere il proprio lavoro. È una misura che ha i suoi pro e contro ovviamente: io sono d’accordo per il bene i tutti ma se per me non è invasiva, per i negozi più grandi sì”.

Negozi come Milano 51 in via Buia, dove il commesso spiega: “Sarà difficile nel fine settimana, quando entrano diverse persone, controllare il green pass di ognuno. Ho scaricato l’applicazione e abbiamo già verificato qualche cliente: stamani lo avevano, siamo stati fortunati e speriamo vada avanti così. Il cliente – sottolinea – viene sempre prima di tutto e mi auguro di poter continuare a lavorare bene. Se sono felici loro siamo felici noi e ci troveremmo in difficoltà a dover dire ‘mi dispiace non può entrare’, e cose simili: renderebbe spiacevole il nostro lavoro, che si basa sul rapporto umano”.

Anche la direttrice di Coin Casa in via Cenami, si dice preoccupata per i possibili risvolti negativi sul rapporto con la clientela. “Ho seguito tutte le disposizioni aziendali mettendo nei punti critici, all’ingresso e alla cassa, tutte le indicazioni per il cliente, per comunicare che il punto vendita sarà soggetto a dei controlli. Cercheremo di trovare una mediazione fra la delicatezza da avere con le persone per non sembrare eccessivamente invasivi, e il regolamento da rispettare”.

“Noi difendiamo il cliente, e ci mettiamo un po’ nel suo stato d’animo: nei negozi solitamente si entra per avere un momenti di relax, per cui questa misura potrebbe andare a discapito del rapporto con gli avventori: siamo preoccupati ma ce la metteremo tutta per essere poco invadenti con i clienti”.

Dall’altro lato, infatti, ci sono proprio i clienti. Che come è accaduto stamani in un negozio di via Buia, da ora in poi saranno rispediti fuori dal locale se non in possesso di green pass. “Ma – osserva il titolare – in generale a mancare è stata un po’ di chiarezza sia per noi che per loro su cosa prevede questa normativa e come applicarla.Alcuni clienti non sanno se esibire o meno la certificazione perché non è chiaro se il controllo va fatto a campione o a tutti. Infatti – prosegue – stamani è entrata una signora senza il green pass, e sono stata costretta a farla attendere fuori e servirla a distanza”.

Tuttavia anche da parte dei cittadini, a prevalere sembra essere il senso di responsabilità. Come dicono alcuni anziani all’uscita delle poste vicino al mercato del Carmine, fra serenità e voglia di tornare alla normalità. “Sono d’accordo con questa misura, perché tutto quello che rema contro la pandemia va bene”. “Mi sembra sia una sciocchezza essere contrario – si associa un altro – come del resto esserlo al vaccino”.