Assi viari, Legambiente: “Progetto anacronistico e non sostenibile”

L’associazione: “Bisognerebbe pensare a costruire una rete di infrastrutture e servizi di mobilità dolce, trasporto merci, sharing mobility, home delivery e un piano degli orari”
Anacronistico e non sostenibile. Così la sezione della Piana lucchese di Legambiente commenta il progetto degli assi viari dopo i saggi portati avanti su alcune porzioni del tracciato da parte dei tecnici di Anas.
“Anni di consultazioni e studi, un’inchiesta pubblica, sono serviti a palesare l’incongruenza di grandi opere con esigenze capillari urbane – prosegue Legambiente -. Gli scienziati di tutto il mondo affermano l’urgente e inderogabile necessità, per limitare la catastrofe climatica, di limitare fortemente le emissioni di CO 2 in atmosfera. Il traffico su gomma è una delle principali cause del problema dell’aria e mentre l’Ue e la Regione Toscana, si adoperano per trasformare in maniera modulare ed intelligente la mobilità, a Lucca si continua a proporre la stessa idea del lontano 1987. Tecnicamente non è mai stata dimostrata la necessità né un’effettiva rilevanza a risolvere le problematiche che l’opera si prefiggeva 35 anni fa. Ne sono cambiate di cose in quasi 4 decenni, e per chi non riesce ad immaginare un futuro con mobilità intermodale, l’asfalto è l’alternativa. Ma l’asfalto chiama gomma, e la gomma porta con sé alte concentrazioni di particolato, che indebolisce il nostro sistema respiratorio e immunitario”.
“Uno studio dell’Università dell’Insubria di Varese riporta come ci siano forti correlazioni tra l’esposizione cronica ad elevati livelli di
inquinamento atmosferico – e conseguente fragilità delle popolazioni – e l’aumento della sintomatologia da Covid19 – va avanti Legambiente -. Ancora la scienza ci dice di tutelare l’acqua, e dove affiora l’acqua di falda, sul nostro caro Paleo Serchio, un territorio prezioso e meritevole di cura e valorizzazione, il buon senso impone dei vincoli. L’asse nord sud insisterebbe a pochi metri dai laghi Isola Bassa di Lammari, tagliando letteralmente in due realtà agricole, ecosistemi e paesaggi, portando con sé il rischio di esondazione e di inquinamento della falda acquifera da cui la popolazione locale attinge”.
“Erano 111 milioni gli euro previsti per il progetto, ma considerando i recenti aumenti delle materie prime i costi aumentano spropositatamente, senza risolvere il problema di congestionamento della circonvallazione di Lucca, e della viabilità secondaria – vanno avanti ancora dall’associazione -. Suggeriamo invece la riqualificazione della rete viaria esistente assieme all’utilizzo dell’attuale
autostrada come asse est ovest, anche verificando la fattibilità di un casello aggiuntivo a Mugnano. Alziamo poi l’attenzione sulla manutenzione e miglioramento delle strade già esistenti, e poiché è proprio la presenza di traffico pesante ad accelerarne il logorio (con conseguente aumento di particolato primario e secondario), riteniamo necessario lo sviluppo di una relazione ferroviaria diretta fra distretto cartario e il porto di Livorno, il quale avrà nei prossimi anni un forte ampliamento e potenziamento; suggeriamo alle aziende di utilizzare i già operativi scali merci del Frizzone, di Castelnuovo e Borgo a Mozzano, e di porre l’attenzione al raddoppio della ferrovia Pistoia-Lucca che si sta realizzando”.
“Con tutto quel denaro (pubblico) si potrebbe davvero progettare di ‘spostare’ le fabbriche in zone dedicate, liberando spazi cittadini, ed organizzando una mobilità ad hoc per i lavoratori e per il trasporto delle merci qui prodotte – concludono da Legambiente -. Costruire altresì una rete di infrastrutture e servizi di mobilità dolce, trasporto merci, sharing mobility, home delivery e un piano degli orari è ciò che il territorio si deve prendere in carico, dalle amministrazioni alle aziende, è qui che si gioca il futuro, la salute e le vere competenze verdi di questa meravigliosa Piana”.