Casello di Mugnano, il comitato di quartiere: “Lo studio di fattibilità? Mancano dati reali”

I residenti presentano le osservazioni al piano operativo
“Lo studio di fattibilità per il casello di Mugnano? Solo un esercizio di modellistica senza alcun dato reale”. Così anche il comitato di quartiere, per voce di Christian Simonelli, presenta le proprie osservazioni al piano operativo.
“Nei giorni scorsi, come comitato libero di cittadini del quartiere di Mugnano, abbiamo inviato al comune di Lucca un osservazione al piano operativo in merito al quadro conoscitivo Studio per la verifica di fattibilità nuovo casello autostradale (A11) in località Mugnano – spiega Simonelli -. L’osservazione è stata sottoscritta e presentata anche dal comitato Lucca Est, che giustamente vede, nella possibile realizzazione del casello di Mugnano, un ulteriore deterioramento dei quartieri di San Concordio (nella zona ad est: Via Squaglia, Via Consani e Via Ingrillini), di Sorbano del Vescovo e di San Filippo”.
“Nell’osservazione si fa presente in primo luogo l’utilizzo di un linguaggio estremamente tecnico e assolutamente incomprensibile per il cittadino, al solo scopo di rendere incomprensibile un contenuto che non ha niente a che vedere con uno studio di fattibilità, ma piuttosto valuta, sulla base di modelli teorici, l’opportunità dell’intervento – va avanti il comitato di Mugnano -. Lo studio vuole dimostrare che nel tratto autostradale compreso tra Lucca ovest e Lucca est, esiste un altro livello di incidentalità che rende necessario allontanare le due uscite; da qui la valutazione che porta a proporre la chiusura del casello di Lucca est e l’apertura di un nuovo casello a Mugnano, come se chiudere e aprire caselli fosse un investimento di poche centinaia di euro”.
“Ora i dati riportati dallo studio in questione sui flussi di traffico in quel tratto autostradale, sono riferiti ad un’analisi effettuata nel 2010 e si afferma che sono da ritenersi ancora validi. Il caso vuole che, prendendo i dati statistici del Sirss (banca dati regionale sull’incidentalità stradale), nello stesso anno, riferiti a quel tratto autostradale, non rilevano alcun incidente. Questo spiega perché si è fatto ricorso all’applicazione di un modello teorico, piuttosto che ad un’analisi puntuale degli incidenti effettivamente accaduti tra Lucca est e Lucca ovest dal 2007 (anno di costruzione del casello Lucca ovest) a oggi – conclude il comitato -. E allora il cittadino si chiede: perché utilizzare un linguaggio tanto tecnicistico? Perché non ricorrere ai dati in possesso di carabinieri/polizia stradale per rilevare il tasso di incidentalità e, al contrario, utilizzare risorse dei cittadini per affidare a un’università, peraltro con elevate competenze sul tema (si tratta del polo universitario sistemi logistici di Livorno), una valutazione totalmente infondata e che niente ha a che vedere con la fattibilità?”.
“Perché la ‘fattibilità’ di un intervento chiama in causa ulteriori criteri quali l’impatto ambientale, il rischio idrologico e idrogeologico, la valutazione di costi/benefici per le amministrazioni interessate e i cittadini, ma anche una visione di insieme che tenga conto degli assi viari e dello sviluppo delle connessioni urbane ed extra urbane, almeno nei prossimi 50 anni, vista la portata finanziaria di un simile intervento – conclude il comitato di Mugnano -. Quindi un intervento che non trova giustificazione reale e che, oltretutto non risolverebbe il vero problema per il quale lo studio è stato commissionato, ovvero il problema del raccordo tra gli assi viari nord sud e est ovest ma anzi sposterebbe soltanto i flussi di traffico che transitano da viale Europa, sulla zona est di San Concordio: Via Squaglia, Via Consani e Via Ingrillini, oltre ai quartieri adiacenti, passando da una strada a 4 corsie come il viale Europa, a strade di quartiere a 2 corsie come quelle citate. A meno della costruzione di nuove intersezioni stradali, che impatterebbero ulteriormente su questi quartieri e di cui l’amministrazione non fa alcuna esplicita menzione né nello studio di fattibilità legato al piano operativo, né nelle cartografie messe a disposizione. Ma intanto, prima ancora che i cittadini abbiano osservato e il piano operativo sia stato approvato, ha già provveduto all’esproprio di terreni nella zona”.