Rincari sulle bollette, per i titolari delle attività commerciali un incremento del 130 per cento
Le attività del centro, soprattutto bar e ristoranti, sono tra le più colpite e si cercano soluzioni in vista delle stagione estiva
Si susseguono già da alcune settimane le manifestazioni e le proteste sul caro bollette, il governo cerca di metterci una pezza e pensa ad un intervento da 5-7 miliardi di euro.
Nel frattempo però, i rincari sono già stati calcolati nelle prime bollette dell’anno e se molte delle utenze private sono ancora in attesa, lo stesso non si può dire delle attività commerciali a cui sono già state recapitate spese da capogiro. Un incremento del 130 per cento che non ha fatto sconti a nessuno e cala come un maglio sugli incassi dei commercianti, colpendo con particolare forza quelle attività che per necessità, hanno bisogno di un costante flusso di energia, come i ristoranti e i bar. Un ulteriore problema che si va a sommare alle restrizioni a causa della pandemia e che hanno già messo in ginocchio molti proprietari.
“Sulla mia azienda questo incremento pesa tanto – dice Cosimo Leo titolare del ristorante in piazza Anfiteatro Pane e Vino -, perché siamo passati ad un rincaro del centotrenta per cento circa, quando in realtà prima dicevano sarebbe arrivato massimo al 40 per cento, che già sarebbe stato tantissimo. Fatti alle mani a fine anno, ho fatto un calcolo con la mia azienda che è piccolina, mi costerà sui 15 mila euro in più”.
Una cifra che non tutte le attività possono permettersi e un incremento che si fa ancora più sentire nelle grandi aziende dove la cifre salgono esponenzialmente. “Nel mio caso parliamo di un’azienda che fa piccoli numeri, con quattro o cinque dipendenti – prosegue il proprietario di Pane e Vino – Purtroppo non c’è un modo per cercare di ammortizzare l’incremento di spesa, c’è poco da fare. Cambiare operatore o cercare delle offerte migliori può portare ad un risparmio che può essere di cento euro al mese, non di più. È chiaro che non è la soluzione al problema. Non ne sono poi neanche sicuro di poter arrivare ad un risparmio del genere, bisognerebbe provare e constatare, noi più che altro speriamo nell’intervento dello Stato. Siamo fiduciosi”.
Ed effettivamente da Roma qualche movimento c’è stato sull’onda delle proteste che si sono moltiplicate in questi giorni, anche sostenute da forze politiche di diversi schieramenti. Si pensa che la questione verrà discussa all’ordine del giorno del consiglio dei ministri già venerdì. Lunedì scorso (14 febbraio) il ministro dell’economia Daniele Franco si è intrattenuto allungo a Palazzo Chigi in riunione con il suo staff e il sottosegretario alla presidenza Franco Garofoli e sono circolate alcune indiscrezioni sulle probabili misure che presenterà il governo, fornire un aiuto alle imprese e alle famiglie in difficoltà e sul medio termine, incrementare la produzione di gas nazionale e delle rinnovabili.
Nel frattempo però, si cerca un rimedio nel breve periodo per poter andare avanti: “Noi come azienda abbiamo attuato questa strategia che ci sembra l’unica intelligente – dice Riccardo Isola, titolare del ristorante in via degli Angeli L’isola che non c’era -, lavorare solo quando c’è molto movimento. L’azienda non si può più permettere di lavorare quando ci sono pochi clienti, quindi, a causa dell’inefficienza del Governo, lavoriamo il venerdì, il sabato e la domenica, quando pensiamo che ci siano, oltre ai lucchesi, anche i turisti. Concentrando il lavoro cerchiamo di diminuire anche le spese, non possiamo permetterci di fare quattro o cinque clienti al giorno. Non possiamo più farlo”.
La strategia del ristorante L’isola che non c’erapotrebbe essere una soluzione anche per altre attività in vista dell’arrivo della stagione estiva che si preannuncia già in salita.