Movida, i locali dicono no alle chiusure anticipate

18 febbraio 2022 | 14:51
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Movida, i locali dicono no alle chiusure anticipate

Confronto fra Comune, categorie e residenti: verso la costituzione di un tavolo in prefettura

Un incontro in videoconferenza per parlare della ‘movida responsabile‘. C’erano anche Confcommercio e Confesercenti al tavolo di questa mattina (18 febbraio) convocato dal Comune di Lucca assieme ad altre associazioni di categoria e al quale hanno partecipato anche imprenditori e residenti della zona sud del centro storico. Un primo momento voluto dall’amministrazione per mettere a confronto le parti sul tema della cosiddetta ‘movida responsabile’, così come indicato dal Comune nella lettera di convocazione. Dai locali è arrivato un coro di no all’ipotesi di chiusure anticipate.

Al confronto erano presenti il sindaco Alessandro Tambellini e gli assessori all’ambiente e allo sviluppo economico Valentina Simi e Chiara Martini, le associazioni di categoria, alcuni cittadini e gestori delle attività economiche della zona di Corso Garibaldi. Il confronto è stato voluto per iniziare un percorso condiviso per aumentare il decoro pubblico, garantire il rispetto delle regole relative ai livelli sonori nelle ore notturne.

“Il confronto fra le parti – spiega Palazzo Orsetti in una nota – si è distinto per la massima disponibilità alla collaborazione, verrà seguito da altri simili dedicati ad altre zone del centro storico dove si registra una grande affluenza di giovani, soprattutto durante i giorni festivi e nella bella stagione. L’obiettivo dell’amministrazione è quello di promuovere una ‘movida’ responsabile, di prevenire, grazie al coordinamento con i gestori dei locali, situazioni che inneschino automaticamente e indipendentemente dalla volontà del Comune forme amministrative coattive di limitazione dell’attività dei locali, per garantire la tranquillità notturna dei residenti. L’amministrazione comunale desidera salvaguardare i livelli di residenzialità del centro storico, perché rappresentano un valore insostituibile per Lucca. L’autocontrollo dei gestori, la responsabilizzazione degli avventori dei locali, i buoni rapporti con i residenti sono indispensabili per mantenere quell’equilibrio fra qualità del contesto urbano, vivacità delle attività economiche e attrattività del centro storico che è alla base del successo del modello lucchese”.

“Incontro iniziale e interlocutorio – fanno sapere da Confcommercio – al quale ne seguiranno altri con imprenditori e residenti di altre zone del centro storico, ma comunque importantissimo, perché le decisioni adottate dall’amministrazione su questo tema avranno poi ricadute sull’intero tessuto dei pubblici esercizi del centro storico. Apprezziamo il tentativo del Comune di trovare un punto di incontro fra il diritto a lavorare dei locali e quello al riposo dei residenti, ma sin da ora rigettiamo con forza le proposte avanzate dai rappresentanti dei residenti che chiedono una chiusura anticipata dei locali. Proposte del tutto inaccettabili per una città che voglia continuare a mantenere una connotazione turistica e aggregante per i giovani lucchesi stessi”.

“Sul tavolo – affermano il presidente Rodolfo Pasquini e la direttrice Sara Giovannini – non c’è solo il lavoro dei pubblici esercizi sull’immediato: pubblici esercizi che, lo ricordiamo, sono stati una delle categorie più colpite dalla pandemia e dalle varie e pesanti restrizioni e chiusure emanate dal Governo. Ma c’è anche un discorso di prospettiva: in base all’orario di chiusura che verrà imposti ai locali, si deciderà anche se Lucca possa e voglia essere ancora una città vitale e accogliente per chi abbia desiderio di uscire la sera per passare qualche ora di svago con gli amici”.

“All’amministrazione comunale – chiudono Pasquini e Giovannini – diciamo sin da ora e con la massima chiarezza che ponderi bene le necessità delle imprese di poter continuare a lavorare in condizioni idonee e sostenibili, con tutto ciò che questo comporta dal punto di vista turistico, economico, sociale e lavorativo. Tenendo in considerazione anche il fatto che la chiusura dei locali danneggerebbe in modo gravissimo il loro lavoro, ma al tempo stesso non impedirebbe a tutti i giovani molesti di rimanere in giro per la città fino a notte fonda, né di reperire in altro modo le bevande alcoliche. Molti di loro, come evidenziato più volte nel corso dei controlli da parte delle forze dell’ordine, già adesso le acquistano da altre parti e se le portano dietro nascoste in uno zaino mentre si spostano da una parte all’altra”.

Un dialogo che a breve dovrebbe portare a un confronto il prefetto con il quale le associazioni di categoria puntano ad aprire un comitato di controllo per l’ordine pubblico.

“Il dialogo tra amministrazione comunale, residenti e associazioni di categoria per una corretta gestione della movida deve passare anche con un confronto con le forze dell’ordine. Per questo, accogliendo l’invito del sindaco Tambellini di rivolgersi al prefetto per la convocazione del comitato sull’ordine pubblico, chiediamo che il comitato sia aperto anche alle associazioni di categoria per portare la posizione delle attività commerciali – spiegano da Confesercenti Toscana Nord il responsabile area lucchese Daniele Benvenuti e la responsabile pubblici esercizi del centro storico Dania Miceli -. Un primo passo per mettere attorno allo stesso tavolo le esigenze dei residenti ma anche quelle delle attività commerciali che rispettano le leggi e le norme e quindi hanno tutto il diritto di lavorare. Nessuno può negare che alcune degenerazioni, per colpa di pochi, hanno creato in passato evidenti disagi nel centro storico”.

“Ma è nostra ferma convinzione che vanno circoscritte ed eventualmente punite caso per caso senza provvedimenti generalizzati che colpiscano anche gli imprenditori virtuosi – concludono da Confesercenti Toscana Nord  -. È importante il confronto anche con il prefetto per presentargli tutti i punti di vista della movida nel centro storico e trovare soluzioni frutto del confronto tra tutti i soggetti coinvolti. Disponibili anche a mettere mano ad un protocollo condiviso che preveda una premialità, ad esempio sotto forma di allungamento dell’orario apertura dei locali di somministrazione, per quelle attività che si adoperano per una movida responsabile e mettono in campo tutti gli strumenti per renderla tale”.