Confindustria: “Nuovo ponte sul Serchio, uno stallo da non ripetere”

Petretti: “La Regione cambi la modalità di revisione dei prezzi delle materie prime in modo da evitarsi che problemi simili si ripercuotano sulle infrastrutture”
Da Confindustria Toscana nord, si chiede un cambio di passo da parte della Regione sulla revisione dei prezzi delle materie prime, per evitare che il problema che si è verificato con il nuovo ponte sul Serchio, non si allarghi alla messa a terra di altre infrastrutture dello stesso tipo.
L’elevato costo delle materie prime e il loro incremento, lascito della pandemia, rischia di rallentare lo sforzo messo in campo dal Pnrr per la realizzazione delle grandi infrastrutture che il nostro territorio ha bisogno. Un esempio su tutti, il nuovo ponte sul Serchio che, a causa di un aumento dei prezzi,la Provincia di Lucca ha deciso di non assegnare l’opera alla ditta che ha vinto la gara d’appalto. Le cause sono da ricercare nell’enorme burocrazia dietro le gare di appalto e sull’incremento del prezzo delle materie prime che costringerà a ricercare fondi in più per la sua realizzazione.
“Il ponte sul Serchio subisce un problema di funding – dichiara il vicepresidente di Confindustria Toscana nord, Tiziano Pieretti –, era stato previsto un investimento e quando si è arrivati a realizzare l’opera, i costi delle materie prime erano aumentati, tanto che, adesso, occorre recuperare altri fondi. Questo problema parte da un meccanismo che va preso in considerazione, al variare dello stato dell’arte delle cose. La revisione dei prezzi della regione Toscana viene fatta su base annuale, noi ci siamo già mossi per richiedere una soluzione a questo meccanismo che si viene a creare. E’ un problema che avremmo anche sulle altre infrastrutture di questo tipo, abbiamo una delibera sui prezzi da applicare, con delle i gare d’appalto con sistemi severi e complicate larevisione del prezzo è prevista una volta l’anno, in uno scenario come quello attuale, si creano delle difficoltà nella messa a terra degli investimenti. Vanno trovati dei sistemi, sburocratizzando le gare d’appalto, rendendole più semplici, perché questo scenario potrebbe accompagnarci per un lungo periodo – conclude Pieretti -. Sono molte le infrastrutture che dovranno essere realizzate, vanno comunque valutate, noi non abbiamo mai detto di non essere pronti ad una valutazione, ma è importante che si capisca che sono utili al sistema. Poi infine, siamo anche vincolo di una serie di persone, che interpretano, che maneggiano la materia, pur non avendo attributi e competenze, rallentano il processo decisionale, che oggi deve essere forse deciso e mirato al progresso. Noi siamo a disposizione per poter aiutare a mettere a terra le infrastrutture più velocemente possibile”.