Educazione di strada, al via la mappatura dei luoghi di aggregazione dei giovani
L’obiettivo di’Educ/Azioni’ è quello di prevenire il disagio promuovendo forme di partecipazione attiva tra ragazzi e ragazze
Andare a cercare i giovani laddove sono, nei luoghi di aggregazione cittadini più o meno noti, per conoscerli e promuovere con loro percorsi di partecipazione e cittadinanza attiva, nonché di prevenzione primaria del disagio.
E’ quello che si propone di fare il progetto Educ/Azioni –educativa di strada e di comunità promosso dalla cooperativa sociale Odissea, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e sostenuto dall’amministrazione comunale, che è stato illustrato questa mattina (25 febbraio) dall’assessora alle politiche formative Ilaria Vetina, dal consigliere con delega alle politiche giovanili Daniele Bianucci, da Valerio Bonetti e Simone Bernardini della cooperativa Odissea e Maria Pia Mencacci della Fondazione Cassa di risparmio di Lucca.
L’iniziativa è una novità assoluta per Lucca, resa possibile dalla collaborazione con il terzo settore, attraverso il metodo della coprogettazione, e dal finanziamento della Fondazione Crl. Il progetto viene seguito per gli aspetti legati alla salute dei giovani dalla consigliera con delega alla sanità Cristina Petretti, grazie alla collaborazione con l’Azienda Usl Toscana nord ovest e in particolare con il consultorio della zona di Lucca. Lo scopo? Cercare i ragazzi dove hanno i loro interessi, quindi non negli ambienti scolastici ma durante il loro tempo libero.
“Dall’amministrazione c’è interesse nei confronti del disagio giovanile, sul fenomeno della dispersione scolastica, la mancanza di lavoro, sono preoccupanti aspetti che teniamo in considerazione – ha spiegato l’assessora Ilaria Vietina –. Rappresentano un problema reale a livello nazionale e in fase di continua espansione anche a livello locale, sul territorio lucchese. Occorre individuare gli strumenti adatti per poter intervenire e con i quali farsi carico: per questo, come amministrazione comunale, abbiamo ritenuto meritevole il sostegno al progetto presentato dalla cooperativa sociale Odissea, con l’intento di individuare modalità comunicative appropriate con i giovani che scelgono la nostra città come ambito per i momenti liberi e di addivenire, attraverso l’attività educativa di strada, ad una mappatura dei centri di aggregazione giovanili non formali ed arricchire il quadro conoscitivo sul fenomeno, così da programmare ulteriori interventi per il contenimento del disagio giovanile e la dispersione scolastica. Una mano è venuta anche dalla consigliera con delega alla sanità, Cristina Petretti per poter prestare attenzione alla fase adolescenziale e post adolescenziale, assicurando di intervenire sull’aspetto educativo, sociale e sanitario ed aiutare i giovani ”.
Il progetto
Nella seconda fase del progetto, si farà un passo avanti, cercando l’ingaggio dei giovani: i ragazzi e le ragazze saranno invitati a esprimere le loro necessità e i loro desideri, per coprogettare attività per il centro storico, che potranno essere di tipo ludico, artistico, legate alla scolarizzazione e altro. Il luogo fisico in cui i giovani saranno invitati a mettere in piedi il loro progetto è lo spazio delle politiche giovanili del centro storico, la Corte dell’Angelo, nel cuore della città.
“Riteniamo che proprio da qui – ha affermato a questo proposito il consigliere Daniele Bianucci – possa partire l’azione creativa dei giovani. La Corte dell’Angelo infatti, che abbiamo recuperato e restituito ai giovani nel 2020, ospita già al suo interno una scuola dedicata ai giochi di ruolo. Ha ospitato un laboratorio sul teatro di LuccaVisioni e nel corso dei mesi estivi si sono svolte qui serate dedicate all’informazione sanitaria e alla sicurezza. Si tratta di un luogo aperto all’iniziativa giovanile a tutto tondo, uno spazio specificatamente dedicato ai ragazzi e alle ragazze, alle loro esigenze e al loro protagonismo. Occorre creare ancora sul nostro territorio un numero maggiore di opportunità per i ragazzi e questo progetto va in questa direzione, come il festival Ripartire e una futura app che è in corso di sviluppo e sarà presentata a breve. Occorre andare la dove i cittadini sono, dove i cittadini si ritrovano e sviluppano i loro interessi, occorre farci sentire accanto a loro”.
“Fondazione ha sempre a cuore lo sviluppo del territorio e la sua idea è quella di costruire un territorio sempre migliore – dichiara Mariapia Mencacci di Fondazione cassa di risparmio di Lucca -. Per poterlo fare non eroghiamo dei fondi a pioggia, ma costruendo dei percorsi che aiutino a far crescere il territorio, quindi l’attenzione sui giovani è fondamentale e in questo periodo di pandemia sono stati diverse gli interventi proposti”.
Nella prima fase, che prenderà il via già a partire dai prossimi giorni, due giovani educatori della cooperativa Odissea andranno a contattare i ragazzi lucchesi, di età compresa fra 14 e 29 anni, direttamente in centro storico, nei luoghi di ritrovo. Questi primi contatti serviranno a mappare i luoghi dei giovani, con dati che andranno a costituire una solida base conoscitiva per impostare gli interventi successivi.
“Per riuscire a essere efficaci nel lavoro di mappatura ci affideremo a due educatori, giovani, ma comunque formati e strutturati che possano andare nei luoghi di ritrovo dei ragazzi – spiega Simone Bernardini della cooperativa Odissea -. Parlarci, conoscerli e farsi conoscere instaurando un rapporto di fiducia , in modo tale che possano capire chi hanno davanti, le loro storie, creando una narrazione proponendo un modello positivo di aggregazione e progettazione per fare un percorso tale da permettere di capire i bisogni e i desideri veri dei ragazzi. Fare il contrario di calare un progetto dall’alto, partire direttamente da loro per avere spunti e idee per creare qualcosa insieme”.
“Bisogna ascoltare le esigenze dei ragazzi – dice Valerio Bonetti presidente della cooperativa Odissea -, non devono mai essere visti come un problema, non lo sono, sono piuttosto delle risorse, ma per diventarlo occorre capirli e capire che i valori che abbiamo noi, sono storicizzati per le nostre generazioni, ma non lo sono per loro”.