In veglia di preghiera per la pace, la comunità di Sant’Egidio: “La guerra è inutile, immorale e diabolica”

27 febbraio 2022 | 19:57
Share0
In veglia di preghiera per la pace, la comunità di Sant’Egidio: “La guerra è inutile, immorale e diabolica”

La responsabile lucchese Eleonora Colonnata in contatto con l’Ucraina: “Sono tutti molto preoccupati e impauriti, ci chiedono di pregare e noi vogliamo farlo con insistenza”

Un grido di dolore e un’invocazione a disarmare i cuori, per non cedere alle logiche della violenza e della sopraffazione. È la preghiera, la lingua di Dio e strumento universale per dire no alla guerra che accomuna tutte le comunità cristiane del mondo. Comunità che senza distinzioni si riuniranno domani (lunedì 28 febbraio) alle 21 nella cattedrale di San Martino di Lucca, in una veglia di preghiera per dire no alla barbarie scoppiata alle porte dell’Europa.

Candela.JPG

Curato da tutte le chiese cristiane di Lucchesia e Versilia con il supporto della Comunità di Sant’Egidio, l’incontro ecumenico sarà presieduto dall’arcivescovo Paolo Giulietti e vedrà la partecipazione di padre Liviu Marina e padre Andrei Vizitiu per la chiesa ortodossa romena rispettivamente di Lucca e della Versilia, insieme a don Volodymyr Lyupac sacerdote greco cattolico ucraino.

Nel nome della pace, quindi, i cristiani di ogni confessione si uniranno a pregare nella cattedrale di Lucca, per il popolo ucraino ma anche per tutti i popoli coinvolti nelle atrocità della guerra.

“La preghiera di domani sera è un’invocazione a Dio ma è anche una protesta. Ci sarà tanta gente diversa ma tutti uniti contro la guerra. È un grido di dolore per i bambini che mai avrebbero dovuto conoscere questo orrore. La guerra non è solo inutile, immorale, ma diabolica – spiega Eleonora Colonnata, responsabile della Comunità di Sant’Egidio di Lucca – E pregare è quello che ora possiamo fare per non rassegnarci mai alla guerra”.

“Guerra – continua Eleonora Colonnata – che negli ultimi tempi è stata rivalutata come strumento per risolvere i conflitti. C’è dolore nelle immagini che vediamo in televisione, abbiamo sprecato la pace. Papa, Pio XII, alla soglia della guerra, disse: ‘Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra. Ritornino gli uomini a comprendersi. Riprendano a trattare’. Così diciamo anche oggi di fronte a uno scenario drammatico che ci coinvolge tutti. È urgente – sottolinea – scendere in piazza a manifestare per la pace ed è altrettanto urgente e necessario pregare per la pace”.

Pace che sarà al centro della veglia di preghiera di domani (lunedì 28 febbraio) nella cattedrale di Lucca, un momento di raccoglimento aperto a chiunque nel rispetto delle norme anti-Covid che sarà trasmesso in diretta anche sulla pagina Facebook dell’arcidiocesi di Lucca.

“Di fronte al Signore, vogliamo far salire la nostra povera invocazione come fiducia in colui che protegge la pace, che è la sapienza in un mondo di stolti, che guarda ai piccoli, ai bambini, ai poveri, agli anziani, colpiti dalla guerra. Chiederemo al Signore la pace e la fine della violenza in Ucraina”.

“Violenza che cambierà la storia e la vita di un popolo, e anche la nostra, perché come diceva Giovanni Paolo II, la guerra è un’avventura senza ritorno. I paesi continuano la corsa all’armamento. Si è cercato di guadagnare il proprio interesse e non la pace di tutti. Ed abbiamo perso tutti” spiega la responsabile di Lucca per Sant’Egidio, per poi rivolgersi ai lucchesi.

“Lancio un appello perché si uniscano in questo momento di grande dolore e di sconforto, domani alle 21 nella cattedrale di San Martino”.

Un incontro che si aprirà con la lettura di un brano della parola di Dio concertato dal vescovo e dal pastore della chiesa valdese e il padre della chiesa ortodossa. A seguire, la pronuncia dei nomi di tutti i paesi colpiti da guerra e violenza accompagnata dall’illuminazione, per ciascuno, di una candela: simbolo di luce e speranza.

Le intenzioni di preghiera e gli auspici per ritornare alla pace e al dialogo in Ucraina accompagneranno lo svolgimento della cerimonia. Intenzioni e auspici rivolte ai potenti del mondo, “Affinché convertano le loro menti e i loro cuori, aprano realmente le porte del dialogo e della diplomazia, agiscano per il bene effettivo della gente, soprattutto dei più poveri e indifesi. In questo momento buio ed incerto, con negli occhi le terribili immagini che arrivano dal cuore dell’Europa, ogni uomo e donna di buona volontà sa che la pace è l’unica via di bene. La guerra è solo una follia. Le tante manifestazioni per la pace di questi giorni sono un segno inequivocabile di un anelito di bene davvero condiviso, oltre che di solidarietà diffusa”.

Così come dimostrano le tante richieste di offrire il proprio aiuto a profughi e sfollati, arrivate nelle ultime ore alla comunità di Sant’Egidio. Una realtà presente da più di 30 anni in Ucraina e da sempre punto di riferimento per poveri e bambini. “Il Papa ci ha chiesto anche per il prossimo 2 marzo una giornata di preghiera e digiuno: terremo la nostra chiesa aperta tutto il pomeriggio per la preghiera personale. Tanti in queste ore ci chiedono come aiutare, per ora è aperta la raccolta fondi sul sito della comunità”.

“Ho ascoltato le parole di Yuri, responsabile di Sant’Egidio a Kiev: sono tutti molto preoccupati e impauriti, ci chiedono di pregare e noi vogliamo farlo con insistenza. Cercano comunque di aiutare chi fugge, così la nostra comunità in Polonia: alla stazione di Varsavia dove arrivano i primi convogli di rifugiati stiamo aiutando offrendo kit di alimentari e generi di prima necessità. Inoltre è stato lanciato un appello sui social per cercare case e stanze a Varsavia e in altre città, ed accogliere così gli ucraini in fuga dalla guerra”.

“Condivido l’appello del nostro fondatore Andrea Ricciardi per Kiev città aperta e spero che questo dolore che sentiamo oggi, questo scandalo che proviamo per tanta distruzione, ci faccia guardare con occhi nuovi chi è diverso nella nostra città, perché straniero, senza dimora.  Lavoriamo insieme per costruire la pace – conclude Eleonora Colonnata – a partire dalla nostra città. È anche un invito per venirci a aiutare per poter accogliere sempre più persone in questa rete di solidarietà”.