Arti, mestieri, cibo e cultura: il progetto “slow” per far decollare il mercato del Carmine. Il nuovo concessionario: “Vogliamo che torni spazio di tutti”
Dal lavoro all’estero alla nuova sfida dentro le Mura, parlano i componenti della società 4223 che si è aggiudicata il bando: ecco chi sono
Imprenditori, consulenti, un regista e perfino un giornalista. E’ questa la variegata compagine della società 4223 che si è ufficialmente aggiudicata il bando del Comune di Lucca per la riqualificazione del Mercato del Carmine. L’aggiudicazione è al momento provvisoria, in quanto a seguito della comunicazione pubblica e ufficiale di ieri in Palazzo Parensi si terranno le consuete verifiche formali.
La società è nata dall’unione di un gruppo di lucchesi provenienti da settori diversi, con esperienze significative maturate a livello nazionale e internazionale, che hanno deciso di ritornare là dove sono cresciuti per creare un organismo privato messo al servizio della comunità cittadina.
Alla guida della società ci sono Matteo Mattia Gemignani, imprenditore 40enne e Bartolomeo Pampaloni, regista cinematografico che vive a Firenze.
Compongono la società Marco De Santi, anche lui 40enne, industrial e interior designer; Giacomo Gregori lucchese, classe 1985, consulente amministrativo gestionale e presidente dell’associazione Talea Aps.
Completano il quadro Lucia Isabella Mezzanotte, imprenditrice milanese nel campo della moda e degli eventi, Alessandro Paoletti, 41 anni, progettista grafico, Elena Pardini, di 39 anni, giornalista e consulente per la comunicazione e ufficio stampa in ambito culturale.

L’intento della società “è aprire – spiegano i loro componenti – la strada ad un futuro che rimetta al centro la persona e la comunità, in un luogo dove prima di essere consumatori si è anzitutto cittadini, e dove l’agire etico sul territorio è vincolante rispetto all’utile finanziario. Ripartire dal piccolo, dal lento, dal giusto, dal prendersi cura, riposizionare l’individuo al centro della sua comunità: Lucca è per questo un luogo ideale per mettere in atto quello che più che un progetto aziendale, è una proposta di nuovo modello imprenditoriale. Abbiamo scelto di chiamarci “4223”: un numero che corrisponde ai metri del cosiddetto giro di Mura, un’unità di misura nelle nostre menti e in quelle di tutti i lucchesi, che in un passato non tanto lontano si sono riappropriati di un’architettura militare come le Mura, appunto, per farne un luogo iconico di svago, socialità, bellezza e benessere”.
E la società ha le idee chiare sulla trasformazione del Carmine: “In tal senso il Mercato del Carmine, antico cuore della città oggi in abbandono, rappresenta un’occasione unica per contribuire alla rinascita del centro storico di Lucca. 4223 vuole catalizzare le tante realtà territoriali che già si occupano di agricoltura biologica e biodinamica, artigianato, saper fare ed economia circolare, promuovendo politiche sostenibili sul lungo termine e creando un nuovo luogo d’incontro intergenerazionale nel cuore della città, un luogo in cui interessi privati e bene pubblico si possano fondere insieme. L’obiettivo è creare uno spazio da vivere ogni giorno come un’esperienza, in cui la maggior parte della superficie è dedicata ad attività di servizio ai cittadini, e il fil rouge tra arti e mestieri, saperi e cibo è la cultura. Per questo nei prossimi mesi l’intento di 4223 è quello di iniziare una comunicazione proattiva con la città, attraverso chiamate locali che mettano in luce le reali esigenze del territorio e permettano al Mercato del Carmine di tornare ad essere un luogo di tutti i Lucchesi”.