Movida responsabile, Porta dei Borghi al centro del nuovo confronto tra residenti e associazioni

Confesercenti: “Se i locali, come accade nella stragrande maggioranza dei casi nel nostro centro storico, rispettano le leggi e le norme hanno diritto a lavorare”
Nuovo tavolo di confronto tra associazioni di categoria, Comune di Lucca, gestori delle attività e residenti sulla cosiddetta ‘movida responsabile‘. Se le scorse settimane avevano chiamato in causa le parti sulla zona di Corso Garibaldi, sul tavolo dell’incontro che si è svolto questa mattina (11 marzo) in videoconferenza c’era Porta dei Borghi. A parlare, per l’amministrazione, erano presenti le assessore allo sviluppo economico Valentina Simi e Chiara Martini.
“Ben vengano i tavoli di confronto tra operatori commerciali e residenti, partendo però dal punto fermo che gli imprenditori sono i primi ad impegnarsi per quanto di loro competenza affinché la movida non si trasformi in malamovida. Non possono certo vigilare 24 ore su 24 il centro storico nelle zone che vanno ben oltre le loro eventuali pertinenze esterne – ha detto il presidente area lucchese di Confesercenti Toscana Nord Francesco Domenici, al termine del confronto -. Io parlo non solo come presidente di una associazione di categoria ma anche come residente proprio di quella zona. Conosco quindi molto bene la situazione e credo che non si possa certo definirla fuori controllo. Le attività presenti sono le prime a volere che tutti rispettino le regole, sia quelle ancora dettate dalle norme anticovid che quelle di civiltà, ma non possono certo impedire che i clienti entrino nelle loro attività o che con un colpo di bacchetta magica si smaterializzino dopo gli orari di chiusura”.
“Porta dei Borghi ha un afflusso diverso da altre zone del centro storico, con una concentrazione di persone nei locali che non dura mai fino a tardi. E negli orari di apertura i titolari sono i primi a volere una corretta gestione della clientela negli spazi che hanno legittimamente in concessione. Tra l’altro instaurando un rapporto di collaborazione con la maggior parte dei residenti. Accusare una intera area commerciale – conclude il presidente area lucchese di Confesercenti Toscana Nord – per poche persone incivili, lo riteniamo un errore. Se i locali, come accade nella stragrande maggioranza dei casi nel nostro centro storico, rispettano le leggi e le norme hanno diritto a lavorare. Altrimenti si decida di volere una città museo che alle 18 chiude tutte le sue saracinesche. Ma crediamo che non sia quello il futuro di Lucca”.
“La nostra associazione – afferma il presidente di Confcommercio Rodolfo Pasquini, intervenuto all’incontro di stamani – ha ribadito, così come già fatto in occasione della prima riunione, la propria posizione. Una posizione di difesa del diritto al lavoro in condizioni idonee e sostenibili per le attività legate al settore della cosiddetta movida. Ma anche a tutela di una Lucca che per il futuro continui ad essere vitale e appetibile. Ribadiamo dunque il nostro ‘no’ a chiusure anticipate dei locali – termina Pasquini – ricordando come le decisioni adottate dall’amministrazione comunale in questo settore avranno ricadute importantissime dal punto di vista non solo economico, ma anche turistico, sociale e lavorativo. Dopo l’incontro di piazza San Michele collaboreremo con l’amministrazione comunale per giungere alla stesura di un protocollo che fissi regole condivise e al tempo stesso garantisca alle attività di poter lavorare”.
Già in programma infatti anche un terzo incontro per discutere della situazione di Piazza San Michele in Foro. L’amministrazione preparerà inoltre una bozza di ‘protocollo d’intesa’ che sarà sottoposta poi alle associazioni di categoria e ai singoli operatori per osservazioni, integrazioni e modifiche in modo da raggiungere un documento guida base condiviso.
“L’amministrazione comunale desidera salvaguardare i livelli di residenzialità del centro storico, perché rappresentano un valore insostituibile per Lucca – commentano dal Comune -. L’autocontrollo dei gestori, la responsabilizzazione degli avventori dei locali, i buoni rapporti con i residenti sono indispensabili per mantenere quell’equilibrio fra qualità del contesto urbano, attività economiche e attrattività del centro storico che è alla base del successo del modello lucchese”.