Il distretto rurale della Piana di Lucca in difesa della produzione agricola locale

Si punta a tutelare il made in Italy soprattutto nel settore cerealicolo
Coesione tra i Paesi dell’Unione Europea per una politica agricola comune che punti, tra molto altro, anche ad un’autosufficienza degli approvvigionamenti soprattutto per quanto riguarda i cereali; la difesa dei prodotti di eccellenza Made in Italy non in senso protezionistico, ma per la tutela della qualità a discapito della diffusione dei poco salubri cercando di mantenere alti i volumi dell’export italiano; un impegno comune di tutti i livelli istituzionali per sostenere le aziende del settore agroalimentare sotto il profilo energetico e degli aiuti alle produzioni agricole; l’importanza, a livello locale, della nascita del Distretto rurale della Piana di Lucca.
Sono questi alcuni degli obiettivi emersi oggi – sabato 12 marzo – a Palazzo Ducale, a Lucca, nel corso del convegno “La nuova politica agricola 2023-2027 – sfide e opportunità per la Provincia di Lucca” promosso dall’amministrazione provinciale con il patrocinio del Parlamento Europeo che ha visto la presenza, tra gli altri, dell’eurodeputato Daniela Rondinelli, parlamentare della commissione agri dell’Ue.
Un appuntamento – aperto dall’intervento del presidente della Provincia Luca Menesini – che è servito per fare il punto sul comparto agroalimentare all’indomani dell’approvazione dei nuovi regolamenti per la Pac.e avviando una riflessione sulle opportunità che potranno aprirsi a partire dal 2023 per tutta la filiera agroalimentare, per le associazioni che promuovono e tutelano la qualità alimentare e per gli operatori del turismo enogastronomico. Una riflessione che non ha potuto non tener conto dei drammatici cambiamenti innescati, anche in questo comparto, dalla crisi in Ucraina e dalle conseguenze che il conflitto sta producendo a livello economico.
Menesini ha sottolineato quelle che rappresentano le prossime sfide del comparto che spaziano dalla nuova pac alle linee di finanziamento regionali e soprattutto europee come nel caso del Pnrr, il Piano di ripresa e resilienza varato dal Governo. “In un contesto di economia globale – ha detto – occorre sempre guardare oltre i nostri confini e pensare veramente ad una politica comune europea in campo agroalimentare sotto il profilo delle strategie e della pianificazione, ma anche i Comuni del territorio possono giocare un ruolo fondamentale per lo sviluppo del settore agricolo, la tutela delle produzioni e di una tradizione che in Lucchesia è molto forte e radicata nonché un peso considerevole in alcuni ambiti specifici come quello dell’olio, del vino, dell’orticoltura e del florovivaismo. Giusta quindi l’attenzione alla Filiera corta, mentre strategica a livello locale risulta la creazione del distretto rurale della Piana di Lucca”.
L’onorevole Daniela Rondinelli ha spaziato a 360° nel suo apprezzato intervento partendo dalle difficoltà del comparto agricolo prodotte dall’emergenza Ucraina che, ai livelli istituzionali più alti, sta innescando forti cambiamenti strategici nel campo delle produzioni agricole e degli approvvigionamenti dei Paesi Ue. Ma ha anche sottolineato che il modello agroalimentare italiano è incomparabile rispetto agli altri in Europa: “in Italia – ha puntualizzato – abbiamo la cultura, la tradizione, la classe imprenditoriale, una natura benevola, in grado di innescare un processo di crescita. Alcuni hanno cercato di depotenziare il modello made in Italy”.
“Dinanzi alle doverose sanzioni contro la Russia, ho chiesto che la Commissione UE apra un fondo di compensazione per le pmi più esposte e vari misure a sostegno delle filiere più colpite – ha dichiarato l’europarlamentare – ora più che mai indispensabili di fronte alla crescente inflazione col prezzo del grano, dei concimi, dei mangimi, del gasolio e della manodopera alle stelle, a cui si sommano le perdite mai recuperate di mancate esportazioni verso la Russia a seguito del blocco imposto ai nostri prodotti con l’invasione della Crimea nel 2014. Decisivi saranno il Pnrr e la necessità di valutare l’impatto delle nostre iniziative sulla capacità di rendere più efficiente dal punto di vista energetico il settore agricolo sfruttando la tecnologia quale elemento di rottura per conciliare produzione sostenibile e vincoli contrari all’agricoltura intensiva”.
Rondinelli ha ricordato che il suo impegno è rivolto “a dare certezza giuridica ed economica agli agricoltori che sono e devono rimanere i protagonisti del settore, così come di ogni processo di trasformazione e di generazione dei nostri modelli produttivi verso la sostenibilità che tenga conto della dimensione ambientale, economica e sociale”.
In merito alla nuova Pac ha detto: “Abbiamo saputo mantenere nella Pac tutti gli elementi già noti agli agricoltori: la struttura a due pilastri, il sistema di aiuti diretti, inclusi quelli agevolati per i piccoli agricoltori, e combattuto per inserire elementi di discontinuità come gli ecoschemi e il principio della condizionalità sociale che dovrà tradursi nelle tolleranza zero verso il caporalato, con l’esclusione dai fondi Ue chi sfrutta in modo abietto i più deboli, alimentando lavoro nero, tratta di essere umani, e con essa naturalmente la concorrenza sleale tra aziende”.
E se il presidente provinciale di Coldiretti Lucca Andrea Elmi ha ricordato l’attività dell’associazione a sostegno delle Pmi del settore e il successo dell’iniziativa ‘Campagna Amica’ che ha aiutato a sostenere molti agricoltori, il presidente della Cia Toscana Nord Alberto Focacci non ha nascosto preoccupazioni per la nuova Pac.
“Non possiamo non essere preoccupati – ha dichiarato Focacci – per quello che sta accadendo. La nuova Pac sarà pressoché dimezzata e questo avrà un forte e drammatico impatto sul comparto agricolo che già non sta vivendo un momento florido. Numerosi agricoltori non arriveranno alla soglia del pagamento e, quindi, avranno una drastica diminuzione dei fondi a disposizione; cosa questa che rischia di mettere in ginocchio il settore, più di quanto già non sia. Su questo dobbiamo riflettere e cercare delle soluzioni concrete a sostegno di un comparto, quello agricolo, che è comunque cruciale per il nostro territorio”.
Chiara Martini, assessore alle attività produttive e allo sviluppo economico del Comune di Lucca, ha sottolineato, dal canto suo, l’importanza di costituire un distretto rurale della Piana di Lucca per valorizzare i prodotti tipici come il vino, l’olio, la coltivazione dei legumi e supportare la crescita economica del settore agricolo con servizi e progetti mirati. “Sono stati fatti vari incontri – ha detto – per informare gli operatori e i rappresentanti di categoria sui vantaggi connessi alla creazione di un distretto, sia in termini di promozione delle aziende e dei prodotti, che in termini di ottimizzazione delle opportunità finanziarie e dei costi. La sfida è consegnare quanto prima alla Regione Toscana l’accordo e il progetto del distretto per ottenere il riconoscimento”.
“La costituzione del distretto rurale della Piana di Lucca – ha aggiunto Martini – è una grande opportunità sia in termini economici che in termini di cura del paesaggio, nonché di promozione turistica. Per la stesura del progetto terremo conto delle peculiarità del territorio e delle opportunità che ci offre la nuova Pac, in particolare la strategia della Commissione europea from the farm to fork che oggi, con la situazione che si è venuta a creare a causa della guerra in Ucraina, assume un significato ancor più pregnante”.
Ilaria Bugetti, presidente della Commissione agricoltura del Consiglio regionale della Toscana, ha dichiarato quanto “il peso e il passo delle politiche UE stiano cambiando e cambieranno nel settore agricolo. La Regione Toscana ha raggiunto obiettivi importanti grazie a finanziamenti strutturali e finanziamenti europei; negli ultimi anni sono diminuite le aziende del comparto in Toscana ma la produzione ha mantenuti i livelli precedenti e buoni risultati hanno dato i bandi emessi dalla Regione per favorire l’attività dei giovani imprenditori agricoli. In questo momento come Regione stiamo lavorando a due nuove leggi regionali per il settore dell’olio e per la tutela dei boschi e delle colline che sono i terreni da cui provengono i nostri prodotti di qualità”.