Emergenza Ucraina, 96 profughi ospitati in strutture della diocesi e alloggi privati

Numeri destinati a crescere. L’appello: “È necessario da parte di tutti un surplus di generosità: servono generi di prima necessità”
Ad oggi (18 marzo) sono 96 i profughi ucraini accolti in strutture della Diocesi di Lucca o in alloggi che privati hanno messo a disposizione. Sono per lo più mamme con figli: 74 di queste persone sono alloggiate nella Piana di Lucca, 22 in Versilia.
Numeri che sono in continuo e costante aumento, così come la solidarietà che arriva dalla comunità nei confronti di chi la guerra la subisce. Per affrontare la crisi umanitaria in atto la diocesi si è infatti attivata subito sia con una raccolta di offerte sia con azioni di accoglienza dei profughi, nonostante un momento storico particolarmente complesso che si innesta su una situazione già fortemente precaria, a livello economico e sociale, causata da due anni di pandemia. Eppure volontari, parroci e loro collaboratori, insieme a tanti semplici cittadini stanno dimostrando come insieme è possibile non lasciare indietro nessuno.
Grazie alle offerte arrivate e che continuano ad arrivare in Diocesi tramite bonifico bancario a Banco Bpm all’Iban: IT41 O05034 13701 000000158569 (causale: Ucraina) la Caritas diocesana può quindi andare incontro alle prime necessità delle persone cui trova alloggio. Inoltre per i proprietari che mettono gratuitamente (cioè senza affitto) a disposizione i propri spazi, può garantire se richiesto un rimborso forfettario per le spese di luce, acqua e gas.
“Ma è necessario da parte di tutti un surplus di generosità e chiediamo in particolare di portare presso i centri di Ascolto della Caritas su tutto il territorio diocesano i seguenti beni di prima necessità dentro sacchi o scatole su cui scrivere sopra “Ucraina” – scrive la Diocesi -: generi alimentari a lunga conservazione; assorbenti igienici femminili; pannolini neonato; prodotti per l’igiene personale; scarpe nuove adulto e bambino (soprattutto calzature femminili per adulto); pantofole nuove; biancheria intima nuova; giocattoli in perfetto stato e opportunamente sanificati; vestiti in perfetto stato e opportunamente lavati con preferenza per donne e bambini. Questi beni saranno distribuiti ai profughi arrivati e in arrivo sul nostro territorio”.
“La sistemazione temporanea che con l’impegno di Caritas la Diocesi dà ai profughi è frutto della bella generosità di molti, permette di attutire l’impatto degli arrivi, offre sistemazioni piccole e decorose adatte ai nuclei familiari che arrivano – prosegue la Diocesi -. È tuttavia opportuno pensare che questa emergenza potrebbe durare con tempi medio lunghi. Pertanto chi arriva, e non può appoggiarsi a parenti o amici, va indirizzato ad utilizzare il circuito delle accoglienze previsto dal nostro ordinamento: i Cas, centri di accoglienza straordinaria, e il Sai, Sistema di Accoglienza Integrata. Questi circuiti sono organizzati tramite procedure di evidenza pubblica, coordinati rispettivamente da Prefettura e Comuni e possono usufruire di fondi appositamente disposti dal Sistema Paese. L’azione che la Diocesi porta avanti, quindi, è anche di indirizzare verso questi percorsi in modo coordinato e in piena collaborazione con le autorità pubbliche”.
“Nell’ultima riunione del gruppo di coordinamento e consultazione degli uffici pastorali della Diocesi per l’emergenza Ucraina, sono emerse alcune linee d’azione per venire incontro anche ad esigenze che possono travalicare le necessità immediate – conclude la Diocesi -: fare mediazione culturale, facilitare il contatto tra le mamme e le scuole dove i propri bambini possono finire l’anno scolastico, pensare ad attività di socializzazione e di conoscenza della lingua italiana, eventuali prospettive per i mesi estivi”.
Per tutte le informazioni è possibile scrivere a caritas@diocesilucca.it o chiamare il numero 0583 430939 da lunedì al venerdì dalle 9 alle 17.