Morto Dominique Micheli, cittadino onorario di Lucca

Il cordoglio del sindaco Tambellini
Cordoglio del sindaco Tambellini per la scomparsa di Dominique Micheli, cittadino onorario di Lucca, il maggiore dei cinque figli di Jacques Barthélémy Micheli, discendente da Francesco di Bonaventura Micheli e Zabetta Arnolfini, che emigrarono da Lucca alla metà del XVI secolo per motivi religiosi.
Dominique Micheli ha lasciato la moglie Jacqueline, nata Siordet e le figlie Ariane, Beatrice e Elisabeth, come già la ‘nonna lucchese’, Zabetta Arnolfini.
“Dominique, René Micheli, nato il 5 settembre 1924 a Landecy (Ginevra) e deceduto lo scorso 15 aprile, era il maggiore dei cinque figli di Jacques Barthélémy Micheli, discendente da Francesco di Bonaventura Micheli e Zabetta Arnolfini, emigrati da Lucca a Ginevra per motivi religiosi alla metà del XVI secolo. I Micheli, anticamente Moccindenti, una tra le più illustri famiglie del patriziato lucchese, esercitavano l’arte della seta e, in associazione con gli Arnolfini, anche attività finanziarie in tutta Europa – spiega il sindaco – . All’indomani del secondo conflitto mondiale, Dominique si dedicò a Ginevra ad attività bancarie e legali, svolte anche all’estero e, dal dicembre 1956 si impegnò per l’accoglienza e l’integrazione nell’economia ginevrina dei rifugiati ungheresi, quale segretario generale dell’apposito Comitato di Ginevra. In seguito fu responsabile, tra l’altro, delle operazioni svolte dall’Alto commissariato in Francia, Benelux, Svizzera, Italia e Jugoslavia. Come gli antenati a Lucca e a Ginevra, Dominique si è impegnato inoltre nella politica cittadina e cantonale”.
Eletto dapprima nel Consiglio municipale della città nel 1967, in seguito, dal 1969, fu deputato al Gran Consiglio, di cui rivestì la presidenza con un’elezione plebiscitaria. Grazie a questa carica Dominique Micheli fu designato ad accogliere il presidente degli Usa Ronald Reagan e il presidente dell’Urss, Michail Gorbatchev, durante il vertice di Ginevra nel novembre 1985. Di Dominique Micheli è stato scritto che possedeva “del banchiere privato la discrezione, del vecchio ginevrino la riservatezza. Due qualità – sottolinea Tambellini – che certo caratterizzavano anche i suoi antenati lucchesi. Venne quindi accolto il 2 marzo 1998 come cittadino onorario della città di Lucca insieme con Bernard Turrettini, decano dell’altra famiglia d’esilio di Ginevra. Ha mantenuto fino all’ultimo contatti con la nostra città, dove contava numerosi amici e conoscenti”.