Un presidio per la pace e l’antifascismo in piazza S. Michele

25 aprile 2022 | 11:43
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Un presidio per la pace e l’antifascismo in piazza S. Michele
Un presidio per la pace e l’antifascismo in piazza S. Michele
Un presidio per la pace e l’antifascismo in piazza S. Michele
Un presidio per la pace e l’antifascismo in piazza S. Michele
Un presidio per la pace e l’antifascismo in piazza S. Michele
Un presidio per la pace e l’antifascismo in piazza S. Michele

Al sit in organizzato dagli studenti dell’Usd anche esponenti di Rifondazione Comunista

Un presidio antifascista in piazza San Michele nel giorno della Liberazione. E’ l’iniziativa organizzata dagli studenti lucchesi che non sono stati fermati stamani (25 aprile) nemmeno dalla pioggia e dal maltempo.

I ragazzi dell’Uds si sono ritrovati in piazza per un presidio in cui inevitabilmente ha fatto capolino anche il tema della guerra in Ucraina.

L’iniziativa, che ha riunito e coinvolto diverse associazioni partitiche e sindacali, ha visto alternarsi momenti puramente celebrativi a discussioni di stampo socio politico inevitabilmente imperniate su due temi drammaticamente attuali: Resistenza e Liberazione.

Per commemorare l’eroismo della Resistenza è stata richiamata la triste vicenda di Roberto Bartolozzi, partigiano lucchese freddato dai repubblichini nel giugno del 1944. Una raggelante e brutale testimonianza che ripercorre gli ultimi istanti della vita di Roberto e che rende memoria a un combattente nostrano, definito dai presenti un vero e proprio “orgoglio locale”.

Un tributo a chi si è immolato per preservare e difendere la libertà e quegli stessi valori democratici che troppo spesso al giorno d’oggi vengono sviliti e calpestati, come afferma lo stesso responsabile comunicazione dell’unione giovani studenti Giacomo Andreotti.

” Quella che abbiamo sentito è la testimonianza di una persona che ha combattuto per la libertà e per la democrazia. Ma siamo sicuri che tali valori vengano preservati e tutelati? – questa la domanda posta dal giovane Andreotti -. Noi siamo qui per affermare il contrario, e per dire che i valori per i quali molti partigiani hanno perso la vita sono stati traditi”.

Una “crisi valoriale sconcertante che si ripercuote su ogni aspetto della vita sociale del paese, tra tutti il lavoro e la scuola, mortificati dall’establishment politico e dalle logiche di potere dominanti”, è stato affermato. Da qui l’invito a una “nuova Resistenza”, che “non combatte più sul campo di battaglia ma nella fangosa arena della quotidianità”. Un impegno che vede idealmente studenti e lavoratori uniti “per lottare – dicono – contro l’oppressione e le vessazioni, in uno sforzo utile da un lato a nobilitare le gesta dagli eroi partigiani, e dall’altro a intraprendere la costruzione di un futuro migliore”.

Al ricordo della resistenza si unisce dunque una pungente denuncia “verso un sistema sicuramente più latente rispetto ai totalitarismi del passato ma non per questo meno oppressivo”, come evidenziato dai vari rappresentanti e portavoce che hanno preso parola. Tra questi il rappresentante del sindacato Cobas, il quale ha posto l’accento sulla Costituzione, altro prezioso esito della resistenza, soffermandosi su alcuni diritti che troppo spesso vengono negati e disconosciuti, e il portavoce del segretario generale del partito comunista Marco Rizzo, che ha aperto una stimolante parentesi storico terminologica sulle parole “liberazione” e “libertà”, spesso “oggetto di confusione e usi strumentali che rischiano di distorcerne il significato”.

Tra le figure che sono intervenute c’è anche quella del segretario dei giovani comunisti Paolo Bertolozzi, che ha espresso l’importanza di attualizzare le vicende tutt’altro che trapassate della Resistenza in vista di una nuova agognata “liberazione”.

“Il 25 aprile non può essere solo la festa istituzionale del ricordo – afferma Bertolozzi – è necessario coltivare questa memoria in modo tale che ci insegni a lottare per il futuro. Dobbiamo utilizzare la resistenza come spunto per riformulare questo sistema”.