Sesti: “Monumenti definitivi? Un concetto da riconsiderare”

29 maggio 2022 | 15:30
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Sesti: “Monumenti definitivi? Un concetto da riconsiderare”

Il grafico e umorista lucchese propone di permettere successive interpretazioni della stessa tematica ad artisti diversi in un’apposita area

Torna a far discutere l’opera di Stefano Pierotti alla rotonda davanti a Porta Sant’Anna, modificata dallo stesso autore (denunciato per il gesto), tornato ad intervenirci dopo un tentativo di cancellazione della scritta che era stata vergata dallo stesso artista (Oggi è domenica, domani si muore).

Sul tema interviene Alessandro Sesti, con una riflessione sui “monumenti definitivi”.

“Nell’era della comunicazione nulla – dice – è come il giorno prima, tutto scorre velocemente, i social, la tecnologia e l’immagine dominano le nostre menti, le nostre case, le nostre città, ma ecco che, almeno in un caso, tutto ciò sembra non riguardarci e che si preferisca restare all’età della pietra o, a scelta, del bronzo o del ferro. Chiarisco il paradosso: negli ultimi anni a Lucca si è risvegliata l’antica voglia, da parte di committenti istituzionali, di fissare la memoria di eventi o di personaggi, dedicando loro monumenti quali strumenti forti di visibilità e di celebrazione. In effetti il “monumento” adempie a questo compito e lo fa da protagonista in uno spazio urbano di larga frequentazione pubblica, tuttavia le committenze tendono, molto spesso, a compiere scelte autoreferenziali miranti più alla gloria del momento del taglio del nastro con foto e brindisi, che a garantirne la futura funzione di utile messaggio dei contenuti. Voglio dire che non si riesce ad uscire dalla vecchia logica del monumento come “consacrazione” perenne di quella interpretazione come giusta e definitiva inducendo pure l’artista a utilizzare materiali altrettanto definitivi come il marmo, il bronzo, il ferro. Io immagino, per contro, una moderna committenza, che richieda all’artista una agilità interpretativa anche nell’uso dei materiali che possano anche loro, contribuire alla conservazione della memoria potendola rinfrescare con diverse successive ”riletture” dello stesso tema. Tema, personaggio e luogo stabilito in maniera definitiva, questo sì, dalla committenza”.

“Rinnovare periodicamente l’immagine del soggetto scelto – dice Sesti – gioverebbe molto ad approfondirne la conoscenza e a vivacizzare la vita culturale e artistica della città. Ritengo che una nuova opera destinata ad uno spazio pubblico, debba avere un proprio arco di vita, stabilendo un tempo di permanenza in quel luogo deputato, per poi essere affidata ad altro artista con una propria visione dello stesso tema, magari utilizzando materiali diversi, anche più effimeri, ma forse più espressivi e perchè no, meno costosi. Credo che molti artisti ambirebbero a “promuovere” la propria opera, pur in un tempo limitato, in uno spazio di grande prestigio come la città di Lucca (l’esempio delle opere di Cartasia che mantiene il tema ma cambia l’immagine ogni anno, rende l’idea)”.

“È proprio dall’opera di Stefano Pierotti Oltre le radici, di cui si parla molto, che potrebbe partire questa nuova visione del far “rivivere” un messaggio – conclude – Un’opera pesante e definitiva quella del Pierotti, nata male perché nel posto sbagliato, addirittura contro il volere dell’artista stesso e da lui poi “modificata” autonomamente e probabilmente destinata ad essere tolta o spostata, in quel caso il tema dell’emigrazione di cui tratta il monumento, potrebbe essere riletto in altro modo dallo stesso o da altro artista? È questo lo spunto di riflessione interessante che vedrei applicato anche ad altri monumenti (imbarazzanti) presenti in città e periferia”.