Una terza a rischio al liceo delle scienze umane Paladini: l’ira degli insegnanti

I docenti in una lettera: “Le istituzioni non mettono al centro né la scuola né i ragazzi”
Tagli alle classi, ritorna l’allarme. Stavolta a sollevare il problema sono alcuni insegnanti del liceo delle scienze umane Paladini di Lucca.
“Come già l’anno scorso – dicono – siamo di nuovo a commentare e a biasimare una politica scolastica a dir poco contraddittoria. I conti devono tornare: alunni totali diviso alunni per classe che danno il risultato del numero di classi terze che – bontà dell’Ufficio scolastico regionale della Toscana e dell’Ufficio scolastico provinciale, ovviamente in esecuzione di direttive ministeriali – potremo avere l’anno prossimo. Poco importa se dovremo sopprimere e/o smembrare una classe seconda e ricollocarne gli alunni. C’è chi dice: “In fin dei conti in seconda liceo si chiude il ciclo del biennio ed è normale cambiare professori e anche i compagni. Quante volte è già successo e quante volte accadrà ancora. Non facciamo tante storie…”. E in effetti è vero: è già successo. Ma è anche vero che il cosiddetto ciclo che questi ragazzi stanno concludendo non è stato proprio normale, ordinario: dopo la terza media di fatto interrotta a metà dal Covid, dopo la prima liceo segnata anch’essa dall’isolamento della Dad, solo in questo secondo anno i ragazzi hanno cominciato a conoscersi, con lentezza e molta difficoltà, perché spesso ormai disabituati alla socializzazione. Ci siamo spesi non poco anche noi docenti per cercare di aiutarli a parlarsi. Fino a pochi mesi fa di fatto i compagni di classe a mala pena si conoscevano. E ora, dopo tanta fatica, quando le cose sembravano normalizzarsi, ecco l’ennesima sorpresa… “Ragazzi si ricomincia da capo: abbiamo pescato la carta sbagliata, si riparte dal via…” Senza considerare i noti problemi legati alle particolari condizioni in cui si trova la nostra scuola: una scuola letteralmente accampata in un parcheggio, dentro container e/o in ambienti nati non certo per accogliere aule scolastiche”.
“Per non parlare della carenza di spazi – dicono gli insegnanti – per cui l’anno prossimo anche per il triennio, come già quest’anno è successo per il biennio, si prospetta la necessità di ovviare all’insipienza delle istituzioni con soluzioni fantasiose (rotazione di aule, classi itineranti, settimana corta…?). Dati i tempi non ordinari, ci saremmo sinceramente attesi provvedimenti non ordinari: ci saremmo attesi che una volta tanto le istituzioni ponessero davvero al centro la scuola e che al centro della scuola davvero fossero una volta tanto i ragazzi. Attesa vana. Di fronte a tutto questo i sentimenti di noi docenti sono molteplici: rabbia, delusione, disillusione, sfiducia, amarezza, frustrazione di fronte a istituzioni lontane e indifferenti ai problemi della scuola”.
“Salvo poi fingere di ricordarsene, ovviamente – conclude la nota – in occasioni ufficiali, quando si sfoggiano slogan fatti di formule vuote, si esibiscono nobili intenti, nei quali non mancano mai parole d’ordine altisonanti quali didattica inclusiva, centralità del discente, personalizzazione del percorso educativo… e bla bla bla…”.
A firmare la nota alcuni insegnanti del liceo delle scienze umane Paladini di Lucca: Renata Avanzinelli, Donatella Batistoni, Sara Benzi, Nicola Cosentino, Nunzia Cotrufo, Elia De Pasquale, Gessica Ferretti, Natalie Fry, Antonio Giannecchini, Valerio Giannini, Alessandro Giannoni, Manola Giometti, Claudia Giorgi, Luca Lera, Jacopo Lucchesi, Marco Luchini, Gina Melai, Aldo Merola, Marina Montauti, Daniela Paolinelli, Gaia Picone, Alessio Rovai, Lisa Sabò, Silvia Scatena, Alessia Terrusi, Alessandro Tiberio, Samuele Traviganti, Annalisa Zungri.