Tagli alle classi alla Chelini, oltre 150 mail a ministero e provveditorato

6 luglio 2022 | 20:27
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L’iniziativa di genitori e insegnanti per aprire un dialogo con le istituzioni

Oltre centocinquanta mail per abbattere il muro del silenzio e per provare a non dire addio alla buona scuola. E’ l’iniziativa di un gruppo di genitori della scuola media Chelini dove dal prossimo anno rischia di essere soppressa una classe prima.

“La denuncia, partita ormai oltre un mese fa continua nonostante il silenzio delle istituzioni preposte dal ministero, al provveditorato regionale al provveditorato locale. Dopo l’invio di due pec il 5 e il 27 giugno con la richiesta di risposte e soluzione e dopo aver ricevuto, come unica ed amara risposta, il silenzio – scrivono i genitori – la delusione e lo stupore dei cittadini si è tramutato in rabbia ed indignazione. Per abbattere l’inaccettabile muro del silenzio e per ottenere soluzioni che possano garantire il mantenimento dei servizi essenziali per la crescita dei ragazzi, i cittadini coinvolti nella protesta hanno deciso di esporsi in prima persona”.

Così da ieri (5 luglio) hanno inviato singolarmente una mail al Miur, all’ufficio scolastico regionale e a quello territoriale.

L’invio ha coinvolto oltre cento persone tra genitori, insegnanti, cittadini interessati al futuro della scuola di San Vito.

“L’obiettivo della comunicazione – spiegano genitori e insegnanti – rimane saldo negli animi di tutti i mittenti: manifestare l’indignazione, per le recenti scelte di soppressione di una prima classe e per l’assoluto silenzio sull’argomento, come se tutto fosse sempre lecito ed accettabile per ciascuno dei ragazzi che frequenterà la classe prima nell’anno scolastico 2022-2023 alla scuola media Chelini. L’attivazione di sole 5 classi prime con l’incremento degli iscritti complessivi e dei bambini certificati nell’ambito porterà ad una situazione kafkiana: classi di 24 – 25 bambini, ciascuna con almeno un bambino con difficoltà e meritevole di tutele specifiche, per alcune classi anche 2″.

“I cittadini che decidono di scrivere sono consapevoli – spiegano – che tale situazione non garantisce alcun rispetto della normativa di riferimento in materia di presenza di alunni disabili in classe, di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e si chiedono se lo stato è legittimato a violare delle normative specifiche mentre ogni giorno aziende, professionisti e dirigenti della pubblica amministrazione sono chiamati e richiamati al rispetto delle stesse”. Si unisce a questo quadro il rischio da Covid 19: l’esperienza pandemica che non accenna a lasciarci e che manifesta un rinnovato incremento di casi, dovrebbe aver insegnato che le classi troppo numerose sono un rischio per la salute fisica e psicologica dei ragazzi che vengono da momenti cupi che li hanno resi meritevoli di attenzioni specifiche. Purtroppo se ne parla tanto, ma le azioni concrete non seguono i proclami”.

“La richiesta di riscontro – si spiega – affronta poi il tema della didattica: impossibile garantire, nonostante l’attenzione e la competenza dei docenti, un percorso di accrescimento delle competenze adeguato quando le classi sono così numerose. Non c’è tempo per proporre stimoli di arricchimento ai bambini particolarmente dotati o appassionati. Non c’è tempo di pianificare delle attività di recupero per i bambini con delle carenze. Non c’è tempo per seguire lo sviluppo relazionale e didattico dei bambini più fragili, certificati e non”.

“I mittenti – si legge – invitano la dirigenza scolastica regionale a stanziare risorse di fatto utili e necessarie per risolvere la situazione critica che parte dalla scuola media Chelini ma che si allarga a macchia d’olio in tutta la provincia di Lucca ed al provveditorato locale di stanziare tali fondi per gestire tali situazioni inaccettabili e scandalose. E chiedono al ministero di rivedere e ripensare le logiche legate al dpr 81/2009 con riferimento in particolare ai tagli legati al calo demografico valutando criticamente i paradossi che tali scelte producono, ancor di più con uno sguardo ai diritti delle categorie più fragili e all’Europa dove, con il pnrr, l’obiettivo è realizzare un nuovo sistema educativo, per garantire il diritto allo studio, le competenze digitali e le capacità necessarie a cogliere le sfide del futuro, superando ogni tipo di disparità e contrastando dispersione scolastica, povertà educativa e divari territoriali”.