Lucca, il verde pubblico è un gran malato: alberi “condannati” sulle Mura e in piazza Napoleone

5 agosto 2022 | 13:01
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L’agronomo Bulleri evidenzia alcune criticità “L’amministrazione comunale deve intervenire immediatamente, altrimenti sarà una strage”

Il patrimonio arboreo della città di Lucca è gravemente a rischio. Il verde della nostra città e soprattutto quello presente sul camminamento pedonale delle mura, sembra nuovamente colpito da una malattia che si pensava debellata nel 2000. A soffrire di più, secondo l’agronomo Giuseppe Bulleri, che per molti anni è stato in consiglio d’amministrazione di Opera delle Mura, sono i platani.

“Nella mia abituale passeggiata sulle mura che faccio ogni mattina, ho notato già da qualche mese che nel tratto che parte dal Caffè delle Mura e va in direzione di piazzale Verdi, caratterizzato da una piantagione di Platanus Orientalis ormai da oltre 20 anni, queste nuove piante presentano sintomi assimilabili al cancro del platano, un fungo che ha una diffusione virulenta – spiega l’agronomo Giuseppe Bulleri -. Quando le piante vengono colpite dalla Ceratocystis fimbriata, non hanno scampo, diciamo che il loro destino è segnato e appena si intravedono i primi sintomi bisogna intervenire. L’intervento è stabilito anche da legislatore una norma apposita, il decreto legge del 2012, in cui sono contenute anche le modalità, quindi il disciplinare, da utilizzare per procedere con immediatezza all’eliminazione delle piante, con l’estirpazione dell’apparato radicale”.

Una misura molto drastica che è motivata dall’ampia diffusione di questo fungo che può trasmettersi anche attraverso le radici, mettendo a rischio le piante che si trovano troppo vicine.
“Le piante da me individuate, circa 10, sono quelle che presentano sintomi più avanzati, alcune sono totalmente secche e fa pensare che la malattia è presente da almeno 7-8 mesi – prosegue Bulleri -. C’era quindi un intervento che andava magari organizzato. Adesso la situazione è critica, perché ho notato che la malattia si sta ancora diffondendo ed è presente in un numero maggiore di piante. La segnalazione mi è sembrata un gesto dovuto, è una grave criticità che può compromettere l’intera parte della zona impiantata a Platani”.

Bulleri ha dovuto già lottare contro il fungo Ceratocystis fimbriata, quando colpì alcuni alberi delle mura e si fu costretti ad abbatterli.
“Già nel 2000, quando ero nel Consiglio di amministrazione di Opera delle Mura, si presentò la stessa malattia in forma molto invasiva, tanto è che tutte le piante sullo stesso tratto furono abbattute – ricorda -. Fu istituita ad hoc una commissione, presieduta da me, da docenti dell’università di Pisa e di Firenze e dall’allora curatore dell’Orto Botanico, che al tempo era Angelo Lippi. La relazione finale prevedeva non solo l’eliminazione immediata delle piante presenti, ma anche il consiglio di variare la specie arborea, di non ripiantare i platani e di distanziare gli alberi. All’epoca però la Soprintendenza dei beni culturali impose il ripristino dello stato. Quindi, anche se le tecniche della scienza botanica sconsigliavano il rimpianto, furono purtroppo ripiantate le stesse specie e alla stessa distanza adesso, dopo oltre 20 anni, si è ripresentata la malattia.
Fortunatamente, rispetto al numero delle piante, quelle che sono state colpite, sono solo una minima parte, però per la gravità di questo fungo e la sua virulenza, per legge si impone un intervento immediato. Dove è possibile gli alberi malati vanno immediatamente estirpati e sradicati. La legge prevede anche lo scavo dell’apparato radicale, perché comunque costituisce un focolaio di diffusione di malattie.
Si pone all’attenzione della dell’attuale amministrazione questo questo stato di criticità, questa patogenesi che può compromettere l’intero tratto impiantato a platani”.

I platani sulle mura però non sono gli unici che presentano delle criticità. Sul banco degli imputati ci sono anche i platani di piazza Napoleone e già da un po’ di tempo l’agronomo Bulleri aveva segnalato il problema.

“Il problema è di origine diversa – precisa -, di recente sono stati abbattuti alcuni esemplari di platani in piazza grande, probabilmente perché anche loro affetti da cancro. Ma ci sono altre piante che l’occhio del cittadino comune non evince, ma hanno fisiologiche di estrema gravità, se si pone attenzione. Alcune piante, saranno 7 o 8, presentano delle vere e proprie caverne nel tronco. Nel tempo, per sopperire ad una situazione di pericolo è stato addirittura immesso del cemento e delle pietre per dare maggiore consistenza alla stabilità delle piante. Purtroppo questo è un rimedio molto empirico che sicuramente non cura, ma non dà neanche nessuna sicurezza, sulla staticità delle piante. Quando sono piante monumentali, data la loro grandezza, è facile poter ipotizzare che in presenza di temporali e in presenza di forte vento, o anche proprio per cause naturali, possano essere un pericolo per l’incolumità dei cittadini. Molto probabilmente, il tronco presenta delle patologie nella parte basale che si sono propagate anche alla parte apicale delle piante. A memoria, ricordo che la l’amministrazione precedente si era interessata al caso e si parlava di un intervento per cercare di valutare la staticità fisica delle piante. Ci sono degli strumenti che consentono proprio di fare questa analisi. Purtroppo però, non si è saputo più nulla”.

“In conclusione – dice Bulleri -, abbiamo una situazione di pericolo per l’incolumità pubblica costante, che andrebbe monitorata e anche lì, io consiglierei un intervento immediato. La legge impone che non è assolutamente possibile il rimpianto del platano dove si sono avuti manifestazione del fungo. Io consiglio un intervento fatto da esperti che riescano a fare una diagnosi completa sia sulla patogenesi che fisiologico, per intervenire, sempre con urgenza, per trovare soluzioni a rimedio. Quindi, dove è possibile cercare di curare e dove non è possibile prevedere delle soluzioni alternative”.