Liberazione di Lucca, Anpi al sindaco: “Si impegni a promuovere la memoria”
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La presidente Ciucci: “Rendere omaggio a chi ebbe allora la forza ed il coraggio di opporsi alla brutale violenza degli occupanti nazisti”
“Promuovere in occasione della Liberazione di Lucca, tutte le iniziative necessarie a diffondere nella popolazione lucchese il senso e il profondo valore di questo avvenimento”. A chiederlo al sindaco di Lucca, Mario Pardini è Rosalba Ciucci, presidente Anpi, in vista della ricorrenza del prossimo 5 settembre.
“Lucca – si legge nella lettera al primo cittadino – festeggerà l’anniversario della sua Liberazione dal nazi-fascismo. In quel giorno di settantotto anni fa una pattuglia di soldati americani entrò da Porta San Pietro trovando una città già liberata nella notte dalle formazioni partigiane. Furono proprio i partigiani lucchesi ad impedire che la città fosse colpita da un bombardamento distruttivo delle forze alleate”.
“La sera del 3 settembre 1944 – prosegue Ciucci – il rappresentante del comitato di Liberazione locale, d’intesa col comandante delle forze militari patriottiche, ordinò la mobilitazione dei partigiani che iniziarono a rastrellare i rari soldati tedeschi rimasti nel centro della città. C’era il rischio tangibile che gli alleati, temendo una resistenza a oltranza delle truppe tedesche rimaste nel capoluogo, ordinassero il bombardamento di Lucca con tragiche conseguenze di distruzione e di morte. Era necessario avvisarli della positiva evoluzione per evitare a Lucca altri lutti e rovine. Il commissario del Cln locale, Vannuccio Vanni e il capitano Mario Bonacchi, decisero allora di inviare in direzione di Pontetetto una pattuglia partigiana con un messaggio capace di scongiurare l’eventualità dell’imminente bombardamento della città. Quattro giovani, Guglielmo Bini, Giuseppe Lenzi, Alberto Mencacci e Alfonso Pardini, a rischio della loro vita, raggiunsero il battaglione alleato guidato dal generale J.R. Sherman, accampato oltre il torrente Ozzeri a Pontetetto, per avvertire che ‘ogni bombardamento è inutile, la città è già liberata’. L’incontro tra i partigiani lucchesi e le forze di Liberazione Alleate avvenne all’altezza del Ponte dei Frati, dove oggi c’è una lapide che ricorda le eroiche gesta di questi quattro lucchesi”.
“Questo episodio – si legge nella lettera -, entrato a far parte con pieno diritto della storia della città di Lucca, sta a ribadire come la Liberazione sia stata una lotta di popolo e non una guerra tra fazioni contrapposte. Quel popolo di donne e uomini era composto non solo dai partigiane/i in armi, ma anche da militari, da tanta parte del clero, contadini, operai, studenti, intellettuali e professori, e persino da soldati tedeschi che avevano abbandonato la divisa per unirsi alle formazioni partigiane. Come ebbe modo di scrivere Piero Calamandrei: ‘Avevano sentito quell’impulso diffuso, generato da una voce sotterranea che indicava agli italiani di buona volontà la via della ribellione e del riscatto'”.
“Commemorare oggi la Liberazione di Lucca significa rendere omaggio a chi ebbe allora la forza ed il coraggio di opporsi alla brutale violenza degli occupanti nazisti e dei collaboratori fascisti, i quali, posto il loro centro di azione nella Scuola Elementare di Nozzano Castello, in un solo mese di permanenza della Divisione Reichsfuhrer SS del generale Max Simon, si resero protagonisti di centinaia di rastrellamenti con la cattura di migliaia di persone, causando la morte per fucilazione di oltre 900 civili con le stragi di Farneta, S.Anna di Stazzema, Vinca, Laiano, dei rastrellati della Romagna e altre ancora. I fascisti lucchesi della 36ma Brigata Nera, capitanati da Idreno Utimpergher, furono attivi collaboratori e complici di queste stragi di civili, inermi e pacifici. Se questo è un tratto fondamentale e incancellabile della storia della nostra Comunità, chiediamo a Lei che la rappresenta, di promuovere in occasione della Liberazione di Lucca, tutte le iniziative necessarie a diffondere nella popolazione lucchese il senso e il profondo valore di questo avvenimento”.