Classe smembrata a due settimane dall’inizio della scuola, protestano i genitori

Non ci sono abbastanza insegnanti e i ragazzi iscritti alla secondaria Buonarroti saranno divisi in tre classi: appello alle istituzioni
Ieri (29 agosto) “doccia fredda” per 12 famiglie della Piana che hanno i figli iscritti alla scuola secondaria Buonarroti di Ponte a Moriano. Secondo il loro stesso racconto, infatti, contattati dalla dirigente scolastica, con un preavviso di pochi giorni, sono venuti a conoscere che i loro figli di 11 e 12 anni saranno divisi, la classe smembrata in tre gruppi perché all’istituto non sono stati assegnati sufficienti insegnanti con i quali poter dare continuità didattica all’intera comunità degli studenti iscritti.
“A soli quindici giorni dall’inizio delle lezioni – protestano i genitori – con libri acquistati, famiglie in vacanza spesso fuori Italia perché extracomunitari l’istituto ha comunicato oggi le decisioni prese. Eppure sulla cronaca di questi giorni si legge che il 95 per cento delle richieste formulate dalle scuole alla dottoressa Buonriposi per evitare smembramenti delle classi è stato evitato. Ci chiediamo tutti noi: “Ma i nostri sono figli di un Dio minore?”. Visto che pare rientrino nello sfortunato 5 per cento, nessuno di noi genitori ha avuto fino ad oggi il sentore che ci potesse essere tale eventualità altrimenti ci saremmo mossi e uniti con gli sforzi dell’istituto per esprimere con forza le ragioni dei nostri figli, per prendere forse decisioni che ora, a quindici giorni dall’inizio delle lezioni, ci sono precluse”.
C’è amarezza tra i genitori, ai quali è stato presentato “il piano di smistamento“. “Il bacino di utenza della scuola raccoglie numeri e realtà complesse – dicono ancora – Famiglie provenienti da paesi lontani che faticano ad integrarsi ma non se ne è assolutamente tenuto conto. Anzi si promuove la scuola come eccellenza capace di far maturare gli alunni nel rispetto delle diversità e cittadini leali sinceri e rispettosi ma senza investimenti e confidando solo nell’impegno dei docenti e nella disponibilità dei genitori. Come giustificare ai ragazzi un verdetto inappellabile senza creare in loro insicurezze in un momento critico come quella adolescenziale che stanno vivendo?”.
“Egregi rappresentanti delle istituzioni locali: sindaco, presidente della Provincia, egregia dottoressa Buonriposi – conclude l’appello dei genitori – potete prendere a cuore la richiesta di questi bambini per poter continuare insieme a frequentare la stessa classe? Volete investire veramente per permettere a tutti gli alunni un percorso formativo dove ognuno abbia il miglior contesto educativo possibile?”.