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Don Cerri: “Il restauro dell’immagine del Volto Santo sia un invito a rinnovarsi alla città”

10 settembre 2022 | 11:59
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Don Cerri: “Il restauro dell’immagine del Volto Santo sia un invito a rinnovarsi alla città”

Il rettore della Chiesa di San Giusto: “Non si riduca tutto ad un’operazione da museo”

“L’operazione restauro non consista soltanto nel rifare il look all’immagine del Volto Santo, ma sia anche una nuova opportunità per riscoprire la bellezza del Volto di Cristo e di dare un volto nuovo alla Chiesa e alla città”. A dirlo è don Franco Cerri, rettore della chiesa di San Giusto a Lucca.

“Dopo le celebrazioni della Santa Croce – ricorda -, avrà inizio il restauro dell’immagine del Volto Santo. È un’operazione ormai necessaria per riportare allo splendore l’immagine preziosa che la nostra Chiesa possiede da secoli. Pur sapendo questo, mi ha fatto una certa impressione notare su un lato della chiesa cattedrale, dove avverranno i lavori di restauro, la scritta: ‘Laboratorio per il restauro del Volto Santo’. Anzitutto avrei preferito che fosse specificato che si tratta dell’immagine del Volto Santo e non semplicemente del Volto Santo, quasi che l’uomo, anche bravissimo, sia capace di ‘restaurare’ il volto di Cristo. Semmai ci vorrebbero dei restauratori celesti, ma anche in questo caso avrei qualche dubbio per la riuscita. Il Volto di Cristo ha un suo splendore, a prescindere da ogni immagine, sia pure splendida. Cristo è per sempre glorioso per la sua morte e risurrezione. E non c’è restauro che tenga”.

“Ma nel restauro del Volto Santo – prosegue don Cerri – mi piace leggere un triplice segno dei tempi per la nostra Chiesa e per la città di Lucca, se realmente vogliono avere come punto di riferimento lo splendore del Volto di Cristo. Il primo segno è il richiamo a mettere al centro la persona di Gesù, morto e risorto, speranza di ogni uomo. Non darei per scontato che la devozione al Volto Santo, tenga presente questo, anche perché la forza dell’abitudine porta l’uomo a fare le cose in maniera meccanica. La manifestazione annuale della Santa Croce non è automaticamente un segno di fede che, invece, va rinnovato di volta in volta. Non è detto che la processione con tanto di Luminara e tutti i riti che si compiono nelle feste della Santa Croce, manifestino la fede dei lucchesi e non siano piuttosto un evento da ripetersi annualmente, perché si è sempre fatto così. L’occasione del restauro della sacra effigie dovrebbe essere un invito a riscoprire la centralità della persona di Gesù. Altrimenti resta solo un fatto museale”.

“L’altro segnale  – aggiunge – che viene dal restauro del Volto Santo è l’invito a ‘restaurare’ la nostra Chiesa, la comunità ecclesiale, perché non dimentichi di essere il riflesso dello splendore del Volto di Cristo nel nostro tempo. Un invito a uscire dal torpore, dalle stanchezze, da un certo immobilismo. Vi sono comunità, con preti e laici che non si sono accorti di vivere nel 2022, e vanno a cercare anticaglie di tempi passati, che ormai non dicono più niente, e sono immagine di una Chiesa morta. Fa anche riflettere la scarsa partecipazione alla vita ecclesiale, in particolare dei giovani e dei ragazzi. Forse bisogna chiedersi quale volto di Chiesa hanno davanti a loro. Potrebbe essere questo il tempo del restauro delle comunità parrocchiali, proprio prendendo occasione dal restauro dell’immagine del Volto Santo. Un restauro già iniziato con l’attuale partecipazione al Sinodo universale”.

“Vi è anche un terzo segnale che viene dal restauro del Volto Santo – prosegue don Cerri -: un richiamo alla città e alle sue istituzioni a restaurarsi, a rinnovarsi, per essere sempre di più un autentico servizio alle persone. Per rendere così più vera e non semplicemente formale la sua partecipazione alle feste della Santa Croce. In passato il Volto Santo veniva chiamato Re dei Lucchesi e si sa che Cristo non è un re alla maniera umana, ma si è fatto servo dell’uomo. Quelle migliaia di luci che risplendono nel percorso della processione, detta Luminara, dovrebbero essere il segno di una città che illumina il cammino di ogni uomo all’incontro con il Volto di Cristo, e non un semplice ornamento. Non dimentichiamo che, anche oggi, la Città del Volto Santo è una tappa importante dei pellegrini della Via Francigena. L’operazione restauro non consista soltanto nel rifare il look all’immagine del Volto Santo, ma sia anche una nuova opportunità per riscoprire la bellezza del Volto di Cristo e di dare un volto nuovo alla Chiesa e alla città. Non si riduca tutto a un’operazione da museo. Bella cosa, ma insufficiente”.