Turiste positive in balia dei protocolli, lo sfogo di un tassista: “Stanchi di tappare i buchi della sanità”

L’autista racconta la mattinata ‘da incubo’ di due anziane signore americane in vacanza in città
“A Lucca i turisti positivi al coronavirus vengono lasciati in mezzo alla strada“. A denunciare l’episodio, accaduto questa mattina (13 settembre) è Francesco, uno dei ventinove tassisti che fanno parte di una cooperativa che opera in città.
“Stamattina ho ricevuto la chiamata da parte di una nota struttura ricettiva, ho messo in moto il taxi e sono arrivato davanti all’hotel dove mi attendevano due anziane signore americane con la mascherina – racconta -. Le due donne sono salite in macchina, e quando ho chiesto loro dove dovevano andare mi hanno risposto che erano dirette al pronto soccorso, invitandomi a contattare la reception per avere maggiori informazioni riguardo alla destinazione. Entrato dentro, mi viene spiegato che le due signore avrebbero dovuto raggiungere l’ospedale perché positive al coronavirus. Incredulo, domando loro perché fosse stato chiamato un taxi e non un’ambulanza, ma non ottenendo risposte decido comunque di accompagnare le due donne al San Luca, tenendo la mascherina e i finestrini abbassati”.
“Ma non è finita qui – prosegue -. Dopo mezz’ora circa, alla centrale arriva una chiamata dal pronto soccorso. Capisco subito che si tratta delle due donne positive al Covid che avevo accompagnato poco prima e mi rifiuto di prendere in consegna la tratta, ma le raggiungo lo stesso per provare a capire il perché di quella telefonata. Le due signore mi raccontano così che all’ospedale era stato detto loro di recarsi a una struttura vicina, e che era stata proprio l’azienda sanitaria a richiamare un taxi. A quel punto, provo a chiedere chiarimenti agli operatori presenti, ma nessuno sa darmi spiegazioni. Chiamo la centrale di polizia, ma anche loro non sanno come aiutarmi. Non è possibile però che non esistano mezzi atti a trasportare pazienti positivi e che noi tassisti, screditati sempre e puntualmente come categoria, dobbiamo ‘tappare i buchi’ del sistema sanitario. Vale per la gestione dei pazienti positivi, sia per le chiamate notturne che continuamente arrivano dal pronto soccorso per riaccompagnare chi non ha mezzi, spesso neanche economici. Certo, siamo i primi che stiamo cercando di far fronte a quella mancanza di personale lamentata dal terzo settore, ma dopo l’episodio di questa mattina ai danni delle due malcapitate signore mi chiedo: è veramente questa l’accoglienza che vogliamo dare ai turisti?“.