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Fridays for future, i giovani tornano a manifestare per il clima: al corteo anche Cobas e Gkn

19 settembre 2022 | 11:09
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Appuntamento venerdì (23 settembre) alle 9 in piazzale Verdi

Lucca torna a manifestare per il clima. Venerdì (23 settembre) alle 9 da piazzale Verdi partirà un nuovo corteo del Fridays for future che attraverserà le vie del centro storico, per poi terminare in Piazza San Michele con gli interventi dei rappresentanti delle varie realtà aderenti allo sciopero. Tra queste il coordinamento 6 luglio, la Cgil e il collettivo Gkn.

“Dopo anni di scioperi, la crisi climatica continua ad essere un’emergenza ignorata nelle priorità della classe politica – afferma Giorgio De Girolamo, attivista di Fridays for future Lucca -. Questo 25 settembre si eleggerà la legislatura che coincide con il periodo di esaurimento del carbon budget (limite di emissioni di CO2) che ci darebbe una minima possibilità di mantenere il riscaldamento globale sotto a 1,5 gradi. E’ quindi necessario ri-affermare l’urgenza del contrasto alla crisi climatica, ponendo al contempo soluzione alla crisi sociale che mina le fondamenta di solidarietà ed uguaglianza della nostra società. Le persone più colpite dalle conseguenze della crisi climatica vengono ancora messe a tacere: pensiamo ai migranti, strumentalizzati o demonizzati; ma anche ai lavoratori, premiati prima e subito dopo sacrificati sull’altare della crisi infinita, come se accettare salari più bassi e lavoro precario fosse il loro inevitabile destino”.

“Nel frattempo, chi governa sembra ancora dedicare le proprie forze solo a distrarre, ritardare e negare i cambiamenti necessari che ci attendono – proseguono dal gruppo -. Le emissioni di CO2 non si stanno riducendo, ma continuano ad aumentare. Il mondo continua a espandere le infrastrutture per i combustibili fossili e a versare quantità astronomiche di denaro a favore di poche aziende nel nome dei loro extraprofitti, che oggi hanno guadagni pari al 700% di quelli usuali”.

“Abbiamo un estremo bisogno di un piano di giustizia climatica e sociale che metta prima le persone e dopo il profitto: appunto, #PeopleNotProfit – continua Bianca Lattanzi -. Stiamo ancora correndo nella direzione sbagliata. La strada da percorrere è lunga, ma non abbiamo intenzione di fare alcun passo indietro. In vista delle elezioni, Fridays For Future Italia ha raccolto nell’Agenda climatica un insieme di proposte per affrontare l’emergenza climatica. In questi giorni stiamo incontrando candidate e candidati e chiediamo loro che la crisi climatica venga affrontata a partire dall’energia e dai trasporti, che si parli di edilizia, lavoro, povertà energetica e acqua. Abbiamo 5 proposte e 10 richieste, e sappiamo che il solo voto non è sufficiente per vedere questo cambiamento realizzato: serve alzare la voce e battersi per il cambiamento. Vogliamo anche dare loro un consiglio per i prossimi dibattiti: il punto sono i cittadini. Parlate con noi, non litigate tra voi”.

Fridays For Future invita poi tutte le associazioni, i sindacati e i movimenti ad aderire e a partecipare allo sciopero in ogni città. Tra chi ha aderito a livello nazionale c’è la Flc Cgil mentre a Lucca la manifestazione ha ricevuto, al momento, l’adesione dei Cobas.

“Prendiamo atto che, nonostante le ricorrenti giornate internazionali di lotta, negli ultimi anni si è parlato molto di ‘transizione ecologica’ e ‘transizione energetica’, ma nulla è stato fatto in concreto – spiegano i Cobas -. L’attuale situazione di guerra ha fornito l’occasione di rilanciare, sull’onda di una paventata ‘crisi energetica’, le peggiori pratiche deleterie per l’equilibrio climatico, quali il ritorno al carbone e l’uso del Gnl (gas naturale liquido); mentre alcuni addirittura millantano di un fantomatico, quanto inesistente dal punto di vista scientifico, nucleare di quarta generazione che garantirebbe sicurezza. Mentre si continuano a ignorare gli approvvigionamenti energetici alternativi da fonti rinnovabili e a basso impatto ambientale, assistiamo al dirottamento di investimenti dal potenziamento di queste fonti rinnovabili ancora verso i combustibili fossili, nonché ad enormi speculazioni che generano profitti stratosferici per le compagnie energetiche”.

“Tutto questo a fronte di una situazione reale dove i cambiamenti climatici si manifestano in maniera palese attraverso eventi estremi che, ormai ben lungi dall’essere eccezionali, si producono con preoccupante regolarità con stragi e danni enormi, come quello ampiamente annunciato che ha colpito in questi giorni le popolazioni marchigiane. Dalla sparizione e crolli dei ghiacciai a periodi di siccità, che portano il più grande dei fiumi a livelli di scarsità di acqua senza precedenti, a repentine inondazioni, provocate da un regime di piogge totalmente impazzito, che i territori sovra sfruttati e fortemente antropizzati non sono assolutamente in grado di reggere – proseguono dal sindacato -. Tutte queste non sono calamità, non sono eventi imprevedibili o inattesi, sono semplicemente la logica conseguenza di una crisi ambientale e climatica che è prodotta dall’attuale modello di sviluppo capitalistico, che nei secoli ha considerato tutto l’ecosistema planetario come una frontiera da saccheggiare continuamente attraverso un estrattivismo senza limiti e come un pozzo senza fondo in cui riversare ogni tipo di scorie e rifiuti”.

“La misura è colma, i limiti planetari e la capacità dell’ecosistema di fornire risorse e assorbire gli scarti sono ormai stati raggiunti; l’unica possibilità è di produrre un radicale cambio della e nella società, devono cambiare i modi di produzione, di consumo, di trasporto e approvvigionamento energetico, si devono azzerare le emissioni climalteranti e la produzione di scarti e rifiuti; si deve mutare il sistema delle culture agricole e della produzione di cibo, in particolare rivedendo l’insostenibile meccanismo degli allevamenti intensivi. E’ disarmante che di fronte al caro energia l’unica proposta per la scuola sia il ritorno alla dad il sabato, mentre sarebbe necessario pianificare investimenti per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili presso gli edifici scolastici – concludono -. In definitiva si tratta di andare oltre il modello capitalistico. Per questo siamo a fianco di chi manifesta il 23 settembre e saremo sempre più partecipi e attivi in tutte le battaglie ambientali che si prospettano per il futuro; anche nella nostra attività nelle scuole, ‘l’educazione ambientale’ sarà per noi educazione ai conflitti ambientali”.