Moratoria alle aperture di bar e ristoranti in città, Confesercenti: “Atto dovuto, ora si vada oltre”

L’associazione di categoria propone incentivi per nuove attività commerciali di altri settori merceologici: “Il rischio è l’impoverimento dell’offerta”
“La proroga del blocco di nuovo aperture di pubblici esercizi nel centro storico fino al 31 dicembre era un atto dovuto. Un provvedimento tampone che la nuova giunta ha preso per evitare un vuoto normativo alla scadenza della precedente moratoria e nell’impossibilità, visto il suo recente insediamento, di procedere ad un atto più strutturato. Atto al quale dobbiamo lavorare tutti insieme, Comune e associazioni di categoria, da subito”. Confesercenti Toscana Nord, con il suo presidente area lucchese Francesco Domenici (nella foto) con il responsabile centro storico Massimiliano Giambastiani, intervengono sulla proroga al blocco delle aperture nel centro storico di nuove attività legate alla ristorazione e somministrazione che era scaduta.
“Diamo atto all’assessore Paola Granucci ed alla giunta – spiegano Domenici e Giambastiani – di essere intervenuti con questo atto ponte da noi sollecitato sia dal primo incontro avuto, per evitare che un vuoto normativo potesse portare ad una corsa all’apertura. Ora però bisogna pensare ad un provvedimento strutturale, con una durata minima di due anni, che dovrà scattare dall’1 gennaio”.
Secondo Confesercenti Toscana Nord “il canovaccio deve essere lo stesso di quello prorogato, con un occhio particolare anche agli insediamenti della grande distruzione. A nostro avviso potrebbero essere allargate le maglia ad attività specifiche come pescherie, rivendite di pane, attività artigianali di panificazione e le rivendite di frutta e verdura, purché presentino atto unilaterale di obbligo di impegno a non vendere alcol, che comunque andrebbero ad arricchire l’offerta commerciale del nostro centro storico”.
Secondo i vertici lucchesi dell’associazione il prossimo provvedimento dovrebbe anche prevedere “incentivi a nuove aperture ovviamente di settori merceologici diversi da quelli del blocco. Stiamo assistendo purtroppo ad una serie di chiusure di attività nel centro storico che vanno ad impoverire non solo l’offerta ma anche l’immagine del centro stesso con i tanti fondi sfitti. Il nuovo atto – concludono Domenici e Giambastiani – potrebbe essere l’occasione per offrire incentivi, ad esempio con una detassazione dei tributi locali limitata nel tempo, per ripopolare le nostre strade con una evidente crescita dell’immagine commerciale della città in questa fase di ripartenza post covid”.