“Parliamo per chi non può”, il Vallisneri si tinge di rosso per le donne iraniane

12 ottobre 2022 | 14:01
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L’idea lanciata da un gruppo di studenti e studentesse della 3SC

La violenza è muta, le ragazze e i ragazzi della 3SC del liceo scientifico Vallisneri no. Loro “parlano per chi non può”, come recita il motto scritto sui cartelloni che questa mattina (12 ottobre) hanno portato in giro nei corridoi della scuola, per invitare tutti, studenti e insegnanti a fare altrettanto. E cioè a raccontare, riflettere e discutere su un tema, quello della violenza sulle donne, che oggi si manifesta in tutta la sua ferocia in Iran, ma che miete vittime in ogni parte del mondo.

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E allora gli studenti e le studentesse della 3SC, supportate dalla  professoressa di filosofia Lara Pizza, hanno ideato un progetto che ambiscono a estendere anche agli altri istituti del territorio e che ha già una propria pagina Instagram con decine di followers per raccontare e sensibilizzare su ciò che sta accadendo in altre parti del mondo.

Al Vallisneri studenti e studentesse con un segno rosso sul viso a sostegno della protesta delle donne iraniane

Progetto che questa mattina ha preso il via poco prima del suono della campanella, quando ragazze e ragazzi al cancello d’ingresso, armati di rossetti, hanno disegnato sui volti di studenti e insegnanti che desideravano aderire all’iniziativa, ma che non erano arrivati preparati da casa, un segno colorato, un gesto di vicinanza e solidarietà, appunto, alle donne iraniane. Così le classi e i corridoi della scuola si sono subito popolate di centinaia di simboli rossi.

“Questo progetto, La violenza è muta, è un’iniziativa incentrata perlopiù sulla situazione che stanno vivendo le donne in Iran a causa della legge emanata lo scorso 15 agosto, a conferma della precedente, sull’obbligo di castità per le donne e sull’obbligo di indossare l’hijab – spiegano -. Molte ragazze sono morte, alcuni nomi li sappiamo ma molti altri no e noi stiamo cercando di sensibilizzare più persone possibili sull’argomento e oggi siamo venuti a scuola con un segno rosso sul viso mentre più avanti cercheremo di portare questa giornata e questi gesti anche nelle altre scuole. Più persone siamo, meglio è per il nostro futuro”.