Firmato il protocollo d’intesa per la lotta alle discriminazioni di genere






L’obiettivo dell’accordo fra Regione, scuola Imt, ufficio scolastico regionale e commissione pari opportunità è promuovere percorsi di formazione per gli studenti
Un fitto tessuto di alleanze e sinergie in nome dell’uguaglianza e delle pari opportunità, un nuovo coraggioso avamposto nella lotta contro le discriminazioni di genere che parla alle scuole e soprattutto ai giovani. È stato firmato oggi (19 ottobre) nella sala Vincenzo da Massa Carrara del complesso san Micheletto il protocollo di intesa per il contrasto alle discriminazioni e alla violenza di genere, alla cui redazione hanno contribuito il comitato toscano per le comunicazione, l’ufficio scolastico regionale e la scuola Imt alti studi, oltre alla presidente della commissione toscana per le pari opportunità Francesca Basanieri e all’assessore regionale Alessandra Nardini.
Una firma che sancisce l’inizio di un percorso volto alla destrutturazione di stereotipi di genere e pregiudizi ormai connaturati al nostro ordinamento sociale. Un retaggio dannoso e profondamente attecchito che però può essere combattuto, secondo la presidente Francesca Basanieri, rivolgendosi ai giovani e incentrando sui loro linguaggi i numerosi percorsi educativi che si profileranno. L’obiettivo è quello di “rendere i ragazzi stessi protagonisti”, direttamente promotori di una nuova idea di parità.
“Guardare ai linguaggi peculiari dei giovani significa intercettarli nei loro luoghi e nei loro modi – spiega la Basanieri -. Ci rivolgiamo alle scuole e in particolare ai ragazzi perché vogliamo che siano loro a diffondere messaggi di inclusività e a realizzare prodotti comunicativi indirizzati ai loro coetanei“.
Fondamentale a questo proposito il contributo di Lucca Crea, catalizzatore di eventi a forte connotazione culturale in grado di avvincere l’attenzione dei più giovani (vedi Lucca Comics&Games). Un mostro sacro nell’organizzazione di eventi che fa del lavoro sui linguaggi giovanili il proprio “scopo statutario”, come lo ha definito la stessa presidente Francesca Fazzi.
“Lucca Crea si sente a casa all’interno di questi protocolli. Portare tematiche a forte impatto sociale all’interno delle scuole e dei percorsi formativi è da sempre una priorità che ci tiene impegnati tutto l’anno”. Queste le prime parole della Fazzi, che ha successivamente sottoposto un primo elemento di riflessione relativo al linguaggio dei fumetti e della graphic novel. Libri che implicano una fruizione “più lenta, visiva ed empatica” e che quindi potrebbero prestarsi a certi progetti di sensibilizzazione.
Linguaggi e giovani generazioni rivestono un ruolo decisivo, ribadito dalla stessa assessora regionale Alessandra Nardini, che ha evidenziato inoltre l’urgenza di affrontare seriamente la questione relativa alle violenze e alle discriminazioni di genere. Una piaga sociale spesso sottaciuta ma che, a detta della stessa Nardini, si sta aggravando per effetto dei dissesti socio economici che caratterizzano la nostra attualità. Insistere sul sapere e sulla comunicazione è, secondo la Nardini, l’unico modo per appianare l’ancestrale disuguaglianza di genere e permettere finalmente un impiego totale di talenti e competenze femminili.
“Per raggiungere il traguardo della piena parità dobbiamo mettere in campo un’azione culturale forte – afferma l’assessora – volta a eradicare quel sostrato di pregiudizi e credenze che affonda le radici nel rapporto storicamente diseguale tra uomo e donna. Un retaggio che poi diventa quel terreno fertile su cui crescono i tentativi di violenza. Questo è un problema che fa male alla nostra società, che a causa di questi stereotipi si sta privando del talento e delle competenze di molte donne”.
Sull’importanza della scuola in questo tipo di progetti si è invece soffermata Linda Bertelli dell’Imt. Quest’ultima ha evidenziato il duplice ruolo degli atenei, in grado di coniugare ricerca e funzione pubblica e civile di sensibilizzazione e contrasto alle discriminazioni. Il contributo dell’Imt si svilupperà allora su un doppio binario, intrecciando ricerca accademica e sforzi educativi.
“Questo protocollo è importante perché tiene insieme l’aspetto della ricerca e la responsabilità civile delle università.- dichiara la Bertelli – Come ateneo congiungeremo analisi e ricerca dei dati su violenza e discriminazione con percorsi formativi ed educativi incentrati sul tema e sulla funzione della prevenzione. Ma per fare questo dobbiamo necessariamente agire sul piano culturale e capire che le discriminazioni di genere sono un fenomeno insito nella società e non semplicemente emergenziale“.
“Siamo arrivati a un punto di svolta“, afferma invece la rappresentante dell’ufficio scolastico regionale, Alessandra Papa, che sottolinea la necessità di inscrivere le singole iniziative in percorsi formativi organici che non si limitino alla sensibilizzazione episodica. ” Molto spesso i progetti di sensibilizzazione rimangono confinati al singolo appuntamento o a poche ore di lezione. Dobbiamo invece lavorare per costruire piani formativi che sappiano intercettare i bisogni dei nostri giovani, specie rispetto alle tematiche di genere”.