Tutela della madre e del bambino durante il parto: confronto fra medici e operatori

26 novembre 2022 | 09:33
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Tutela della madre e del bambino durante il parto: confronto fra medici e operatori
Tutela della madre e del bambino durante il parto: confronto fra medici e operatori
Tutela della madre e del bambino durante il parto: confronto fra medici e operatori
Tutela della madre e del bambino durante il parto: confronto fra medici e operatori

Il punto sul percorso nascita in una video conferenza

Si è svolta ieri pomeriggio a Lucca (25 novembre), in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la seconda edizione della videoconferenza Coltiviamo il rispetto.

L’evento, aperto alla cittadinanza, è stato organizzato dalla direzione medica dell’ospedale San Luca di Lucca insieme al Comune di Capannori nell’ambito dell’iniziativa Ospedale bollino rosa (gli ospedali italiani vicini alle donne che offrono percorsi diagnostico-terapeutici e servizi dedicati alle patologie femminili di maggior livello clinico ed epidemiologico, riservando particolare cura alla centralità della paziente).

L’incontro è stato coordinato e moderato dal medico della direzione dell’ospedale San Luca Sergio Ardis, insieme a Giulia Donati e Lorenzo Torrico, sempre della direzione ospedaliera di Lucca.

Dopo gli interventi dell’assessore alle pari opportunità del Comune di Capannori​ Serena Frediani  e della presidente della commissione pari opportunità sempre del Comune di Capannori​ Alice Pani, che hanno parlato anche del concetto di rispetto e dell’importanza del lavoro in rete, i successivi relatori sono entrati più nel dettaglio clinico-sanitario dell’argomento scelto per quest’anno: La tutela della madre e del bambino durante il parto.

Il direttore della struttura di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di LuccaGianluca Bracco ha ricordato che tutto il personale sanitario del settore lavora quotidianamente proprio su questi aspetti. Da qui anche  il riconoscimento dell’Unicef per l’assistenza e le cure che vengono riservate al bambino e alla mamma, ottenuto grande alla stretta collaborazione fra medici, ostetriche, infermieri e operatori socio sanitari.

La​ pediatra  neonatologa e consulente professionale in allattamento materno (Ibclc) ​ Maria Enrica Bettinelli ha parlato dell’elevato rischio di medicalizzazione della gravidanza e del parto e ha invitato i sanitari ad ascoltare le “narrazioni” delle mamme per capire come proporre i loro interventi. Pure il punto di vista del bambino, anche se non ci racconta storie in maniera esplicita, è meritevole di rispetto. “Oggi – ha aggiunto la dottoressa Bettinelli – dobbiamo sostenere la genitorialità, facilitando la collaborazione mediante la relazione empatica”.

Marzia Chellini,  incarico di organizzazione (Ico) del dipartimento materno infantile, in rappresentanza di tutto il gruppo delle ostetriche dell’azienda​, ha ricordato che a ogni nascita deve essere assicurato il massimo livello di cure, e deve essere garantita la sicurezza, in accordo il più possibile con la cultura e i desideri della coppia. Ha anche sottolineato l’importanza della buona comunicazione fra ostetrica e madre e ha evidenziato che nell’Asl Toscana nord ovest sono in corso progetti di formazione proprio su questo tema.

Laura Matteucci, presidente dell’​associazione Paideia, impegnata nel sostegno alla maternità e all’allattamento al seno,  ha parlato dell’importanza di una comunicazione finalizzata alla creazione di una relazione genitoriale rispettosa e ha illustrato  l’iniziativa Io ti cullerò, che prevede una serie di incontri per educare alla maternità, anche dopo il parto perché quello è il periodo in cui la donna spesso si sente più sola.

I fattori di rischio per il disagio psichico nella gravidanza e nel puerperio sono poi stati illustrati dalla psicologa del Consultorio della Piana di Lucca​ Elisabetta Bertolini, la quale ha fatto presente come non di rado le donne manifestino sentimenti di sofferenza, a volte autocensurati dal senso di colpa. Può quindi insorgere una forma di depressione, che è determinata sia da fattori ambientali che genetici. E per la diagnosi e il trattamento di queste problematiche le donne hanno bisogno di un supporto professionale.

L’ultima relazione è stata una testimonianza, in rappresentanza delle famiglie omogenitoriali, di Chiara Centenari, che ha raccontato la sua buona esperienza di parto ma anche le difficoltà di riconoscimento per l’altro genitore:  tutta la comunicazione istituzionale e sanitaria è riferita sempre a una coppia eterogenitoriale. C’è anche in questo caso la necessità di un approccio e di un linguaggio più inclusivo.

Si è infine svolto un interessante dibattito sulle questioni trattate nel corso dell’incontro.