Commercio in centro storico, verso il nuovo provvedimento: entrerà in vigore a inizio 2023
Le nuove misure, che saranno approvate la prossima settimana, recepiranno quanto emerso dallo studio condotto dalla scuola Imt
Nasceranno sulla scia dello studio indipendente condotto dalla Scuola Imt su incarico del Comune, le nuove misure dell’amministrazione Pardini per regolamentare le attività commerciali ed economiche in centro storico, che saranno approvate la prossima settimana in modo da essere operative alla scadenza dell’attuale provvedimento (31 dicembre), e quindi a partire dal primo gennaio.
Grazie all’analisi condotta dall’istituto di ricerca cittadino sull’impatto della delibera n.69 del 6 settembre 2018 – che dispone la sospensione dell’insediamento di nuove attività commerciali per la somministrazione di alimenti e bevande nel centro storico – l’ente di palazzo Orsetti ha ora nelle mani un dossier di cento pagine (al momento non pubblicate) in cui si racconta da un lato lo sviluppo storico e vincolistico della città, dall’altro l’impatto economico che una determinata scelta politica ha avuto sul territorio. Impatto che, lo diciamo subito, non ha avuto, come auspicabile, impatti distorsivi per la libera concorrenza: la sospensione dell’insediamento di nuove attività alimentari in centro storico, approvata nel 2018 e rinnovata a singhiozzo (in ultimo lo scorso settembre), non ha determinato nessun calo di fatturato o di occupazione nel periodo 2019-2020 per gli esercizi del settore, e dunque non è andata a penalizzare lo sviluppo della città.
Motivo questo per cui, il nuovo provvedimento potrebbe recepire al suo interno l’attuale moratoria, almeno all’interno del quadrilatero romano – che ha il suo centro in san Michele – disciplinando diversamente la zona est, che invece avvolge la parte di piazza San Francesco e quindi sospendere l’insediamento, anche per trasferimento, di nuove attività di commercio al dettaglio di alimenti e bevande solo nelle aree ‘mangiatoia’. Nella parte più ‘esterna’, invece, queste potrebbero trovare spazio, sempre compatibilmente con la vivibilità del centro storico. Per lo sviluppo di nuovi esercizi commerciali priorità sarà data ai settori non saturi, tra i quali l’artigianato.
Sempre dallo studio dei vincoli e delle diverse pratiche di fruizione del patrimonio culturale costruito in relazione alle attività economiche, realizzato dalla professoressa di Storia dell’arte antica e archeologica della Scuola Imt Maria Luisa Catoni in collaborazione con la dottoressa Elisabetta Abela e integrato con l’analisi del professore di economia e direttore dell’unità di ricerca di Axes Massimo Riccaboni, è emerso infatti che nel tempo si è profilato un progressivo restringimento tipologico delle attività economiche e commerciali presenti nel centro storico. Ma a trasformare questi dati in misure operative saranno le scelte politiche, messe nero su bianco nelle prossime settimane, quando sarà pubblicato il nuovo provvedimento insieme a una ‘mappa interattiva’ che indicherà per ogni via e zona vincoli architettonici esistenti.
“Grazie al dettagliato report della Scuola Imt – ha detto l’assessora al commercio Paola Granucci – abbiamo misurato l’impatto economico delle attività presenti sul territorio, potendo inoltre valutarne collocazione, dimensione e concentrazione in alcune aree della città. I dati emersi ci spingono come priorità a preservare le peculiarità tipiche lucchesi, fornendo un supporto assoluto alle attività storiche e favorendo l’avvio, nei settori della città che abbiamo individuato come ancora non saturi, di quelle attività che intendono investire nel made in Lucca, valorizzando il territorio e le sue risorse. L’impegno dell’amministrazione è quindi volto a evitare l’insediamento di attività che vadano a ledere l’identità riconosciuta di città d’arte e al contempo promuovere quelle forma di distribuzione sul centro storico dei servizi necessari a un suo sviluppo e crescita”.
Lo studio
L’analisi, i cui responsabili scientifici sono la professoressa di storia dell’arte antica e archeologica e fondatrice dell’unità di ricerca di Lynx Maria Luisa Catoni e il professore di economia e direttore dell’unità di ricerca di Axes Massimo Riccaboni è stata commissionata dall’ente di palazzo Orsetti ma condotta in completa autonomia su dati del periodo 2017-2020.
Lo scopo dello studio – che al momento non è ancora stato reso pubblico dal Comune in maniera integrale – era quello di analizzare le conseguenze della delibera che ha disposto la sospensione di nuove attività commerciali per la somministrazione di alimenti e bevande nel centro storico e restituirne una fotografia dello stato attuale. Il lavoro ha affrontato due aspetti: quello storico-vincolistico e quello dell’impatto economico che questa scelta politica ha avuto sul territorio.
L’insieme delle evidenze analizzate nello studio mostra come la delibera in questione sia da considerarsi neutrale dal punto di vista degli effetti economici, in quanto non ha alterato le dinamiche economiche del settore delle attività di vendita di prodotti alimentari e di somministrazione di alimenti e bevande. Allo stato attuale, ciò che si può evincere è una discontinuità nello sviluppo economico e nella valorizzazione del centro storico, con aree che hanno perduto nel tempo le loro connotazioni artigianali e produttive, con conseguente limitazione della visibilità di palazzi e complessi monumentali. Al contrario, alcune aree hanno avuto in anni recenti una proficua espansione che può essere utilizzata come volano anche per altri settori della città.
“L’insieme delle analisi condotte – commenta Massimo Riccaboni, professore di economia alla Scuola Imt – mostra come la delibera che dispone la sospensione dell’insediamento di nuove attività commerciali per la somministrazione di alimenti e bevande nel centro storico di Lucca non abbia determinato alcun effetto differenziale significativo sull’andamento del fatturato e dell’occupazione nel periodo 2019-2020 a favore delle imprese del settore delle attività di vendita di prodotti alimentari e di somministrazione di alimenti e bevande attive nel centro storico rispetto ad attività simili site fuori dalle mura nel Comune di Lucca. Sebbene ad oggi non vi siano evidenze di effetti distorsivi della libera concorrenza è necessario operare un monitoraggio costante degli effetti della politica negli anni successivi alla crisi pandemica”.
“Lo studio dei vincoli e le diverse pratiche di fruizione del patrimonio culturale costruito in relazione alle attività economiche ubicate nel centro cittadino, realizzato anche grazie alla collaborazione della dottoressa Elisabetta Abela – spiega Maria Luisa Catoni, professoressa di Storia dell’arte antica e archeologia alla Scuola Imt – ha consentito di avviare un lavoro di riordino e organizzazione di dati spesso disomogenei, non reperibili e fruibili. Lo studio ha analizzato, in chiave storica, lo stato di fatto della situazione vincolistica prodotta sia dalla Soprintendenza, sia dal Comune di Lucca, estendendo poi l’indagine a una progettazione dell’analisi storica delle tipologie di attività economiche presenti negli anni nel centro storico. Lo studio mostra come le scelte politiche abbiano perseguito negli anni un bilanciamento fra le esigenze legate alla fruizione del patrimonio culturale e quelle legate alla vitalità economica della città. Si è profilato inoltre un progressivo restringimento tipologico delle attività economiche e commerciali presenti nel centro storico. Tale tendenza non è stata analizzata compiutamente, non ricadendo nello scopo dello studio, e potrà essere oggetto di ulteriori analisi che permettano al decisore politico di operare scelte basate sui dati.”