Turismo a Lucca, in dieci mesi un indotto di 266 milioni di euro

I dati della ricerca di Sociometrica collocano la città nella top 100: in provincia bene anche Viareggio e Camaiore
Turismo, un settore fondamentale per l’economia italiana, uno studio molto approfondito pubblicato nei giorni scorsi da Sociometricasu dati Istat ha voluto fotografare la realtà da un punto di vista molto più pragmatico delle solite statistiche: il valore aggiunto per i Comuni italiani.Lucca è nelle 100 città che hanno prodotto più valore aggiunto grazie al turismo sui 3390 Comuni italiani monitorati da questo particolate punto di vista. E sono presenti, in questa speciale classifica solo le prime 100 città, nella sezione del report 2022 che non a caso si chiama Top 100 comuni turistici per valore aggiunto. Ranking delle destinazioni secondo il valore aggiunto in euro.
Esattamente come avviene nel tennis Antonio Preiti che ha curato il dossier ha voluto creare una classifica seguendo criteri molto particolareggiati e non accontentandosi dei numeri generali legati più che altro a presenze in albergo, ristoranti e agenzie di viaggio. La domanda a cui si è cercato di rispondere è stata proprio relativa a quanta economia reale hanno prodotto poi i turisti nei vari Comuni italiani. Il Comune di Lucca con un valore aggiunto reale di circa 266 milioni di euro si è piazzato al 57esimo posto nella top 100 del report che ha preso in analisi i dati da gennaio a ottobre dell’anno in corso, quindi probabilmente è il dossier più attuale e reale del settore. Firenze con 2 miliardi e 800 milioni è quarta, dove prima è risultata ovviamente Roma. Prima di Lucca per la Toscana solo Pisa con 430 milioni di euro di valore aggiunto, al 27esimo posto, Siena, al 46esimo posto, e Viareggio al 50esimo posto con un valore aggiunto stimato in 280 milioni di euro. Camaiore è 83esima con un valore aggiunto di 216 milioni di euro. La provincia di Lucca, dunque, è la più rappresentata di tutta la Toscana nella top 100 del valore aggiunto del comparto turistico, come Comuni presenti, anche se le cifre della sola Firenze sono ovviamente irraggiungibili.
Metodologia del report 2022 di Sociometrica, società di consulenza specializzata nel settore, basato su dati Istat
“La stima del valore aggiunto dei singoli comuni italiani – si spiega nella ricerca – parte dall’esame del conto satellite generale del turismo italiano così come definito dall’Istat. Si considerano poi i dati relativi a 3.390 comuni, tutti quelli che l’Istat segnala come comuni turistici, ovverosia comuni in cui è presente almeno una struttura ricettiva di qualunque tipo. In Italia i comuni nel complesso sono 8.992, perciò i comuni turistici in senso statistico rappresentano il 41,9% del totale. Dai 3.390 comuni abbiamo concentrato l’attenzione sui dati dei primi 500 comuni più rappresentativi, che nel complesso rappresentano l’83% del valore aggiunto turistico nazionale. Abbiamo limitato ai primi 500 comuni per tre ordini di ragioni: rappresentano la stragrande maggioranza del movimento turistico; si eliminano i dati outlier, cioè valori degli indicatori “abnormi” dovuti però solo al numero estremamente basso di abitanti del comune o altre aporie statistiche; c) concentra la significatività dei confronti. Per ciascuno dei 500 comuni più turistici abbiamo calcolato il valore aggiunto attraverso le seguenti variabili: tutte le informazioni di carattere turistico, ad esempio gli arrivi e le presenze per comune, la consistenza dell’offerta turistica, sia alberghiera che extra-alberghiera; una stima delle presenze turistiche non ufficiali; alcune statistiche di base, come la popolazione e la tipologia turistica del comune; alcune informazioni di carattere economico pro-capite, come il numero dei contribuenti, il numero dei contribuenti con un reddito pari o superiore a 55 mila euro; le statistiche economiche sulle unità locali (imprese) su base sempre comunicale. Lavorando con i dati comunali abbiamo creato un ranking dei comuni turistici, ovvero una classifica calcolata sulla base della loro performance turistica nel 2019, nel 2020 e nel 20210, abbiamo poi fatto una stima per l’anno 2022 basato sui dati Istat dal gennaio ad agosto incluso e su nostre stime per i restanti quattro mesi. Le stime dei quattro mesi finali sono state realizzate considerando lo scarto mese per mese del 2022 rispetto al 2019 (anno più rappresentativo rispetto al biennio 2020 e 2021 per l’emergenza Covid). Abbiamo perciò considerato la distanza per ciascun mese 2019-2022, calcolando la media mobile dei primi otto mesi e proiettandola per i quattro mesi precedenti. Per prudenza abbiamo stimato che il suo andamento fosse nella media degli ultimi quattro mesi rilevati dall’Ista (maggioagosto), pur avendo segnali che a settembre, ottobre e la prima settimana di novembre il recupero rispetto al 2019 sia stato maggiore di quello dei primi otto mesi dell’anno”.