Demanio idrico e concessioni, dubbi sulla proposta di legge. Mancini (Geal): “Gravi ripercussioni”

Il presidente della società: “C’è il forte rischio di un aumento significativo delle tariffe”
Nella quarta commissione del consiglio regionale, che si riunirà domani mattina (25 gennaio) verrà illustrato su proposta della giunta un progetto di legge su Ulteriori disposizioni urgenti in materia di occupazioni del demanio idrico da parte dei gestori del servizio idrico integrato.
Un provvedimento sul quale non nasconde i propri dubbi il presidente di Geal, Gianmarco Mancini: “La proposta di legge è estremamente tecnica e magari anche di non facile comprensione per i non addetti ai lavori (interessa almeno tre leggi regionali che regolano il canone accessorio derivante dallo sfruttamento del demanio idrico) ma, se approvata, come proposto dalla giunta regionale, rischia di provocare pesanti ripercussioni dal punto di vista politico e sociale. Il progetto di legge disciplina la proroga di 12 mesi al 31 ottobre del termine, previsto negli accordi di cui alla legge regionale 50/2021, per presentare la relazione asseverata per il rilascio delle concessioni, mediante integrazione dell’accordo; l’abrogazione della decadenza dell’accordo in caso di mancato rispetto degli obblighi previsti nell’accordo, sostituita dal pagamento di una penale; l’introduzione di una durata dell’accordo pari a cinque anni prorogabili di altri cinque: durante questo periodo i gestori fanno emergere gradualmente le loro occupazioni, presentando perizie asseverate al Genio Civile; l’applicazione del recupero degli anni pregressi per un periodo di cinque anni dal 2022 (anno attualmente presente nella legge 50). Ad oggi al 2022 si applicherebbe un valore di 250 euro moltiplicato per 2 diviso 3: 167 euro per 5 anni ovvero 833 euro per occupazione dichiarata . Per quanto attiene alle occupazioni (non scarichi, già disciplinati) si prevede quindi di integrare gli accordi esistenti”.
Mancini segnala che “tuttora, i criteri di identificazione di questi punti non sono certificati in maniera ufficiale e per fare quest’operazione Geal, come gli altri gestori, dovrebbero attivare degli incarichi professionali esterni, per svolgere i rilievi puntuali in campo e redigere idonea documentazione da presentare alla Regione. Nel caso di Geal si può ipotizzare che solo quest’attività di censimento e certificazione potrebbe costare centinaia di migliaia di euro. Questo provvedimento, se non verrà significativamente modificato, avrà, dunque, come conseguenza quella di mettere in crisi un modello di gestione ispirato alla vicinanza alla comunità lucchese ed alla tutela del suo territorio e della preziosa risorsa idrica. Geal è una significativa realtà aziendale del settore, un modello efficiente. A dimostrazione di ciò basti vedere il dato significativo sulle perdite di rete. A tal proposito giova ricordare che Geal è risultata aggiudicataria di un premio complessivo di 2.972.935 euro (con zero penalità) articolato in funzione dei sei macro indicatori tecnici, distinguendosi a livello nazionale per la qualità dell’acqua erogata (indicatore M3) e la qualità dell’acqua depurata (indicatore M6).
Inoltre, Geal continua ad investire per ridurre le perdite idriche sulla rete, avendo raggiunto nel 2021 un valore pari a circa il 26% dell’indicatore M1b rispetto ad una media nazionale di circa il 41 per cento”.
“Adesso però, questa proposta di legge promossa dalla giunta regionale – conclude Mancini – se approvata senza modifiche, avrebbe come prima deleteria conseguenza il futuro aziendale e il forte rischio di un aumento significativo delle tariffe per i cittadini.
Per questi motivi è necessario che la politica intervenga per evitare il rischio che si concretizzi in una politica fiorentino-centrica, per mezzo di un indebolimento di piccole realtà aziendali come la nostra che si caratterizzano per la territorialità e la vicinanza all’utenza”.