Salvò una famiglia di ebrei, il lucchese Umberto Paradossi diventa “giusto fra le nazioni”

4 febbraio 2023 | 12:54
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Salvò una famiglia di ebrei, il lucchese Umberto Paradossi diventa “giusto fra le nazioni”

Il figlio Alberto ha messo insieme i documenti che raccontano il modo in cui il padre mise in salvo Fernandez Affrico e i suoi familiari

Il lucchese Umberto Paradossi diventa Giusto fra le nazioni. Ci sono voluto dieci anni ma alla fine il Centro mondiale della memoria dell’Olocausto, il Vad Yashem, ha risconosciuto il titolo all’uomo che, grazie alla sua azione, ha salvato una famiglia di amici ebrei di Livorno dalla deportazione. 

A tenere viva in famiglia la memoria di questo episodio è stato il figlio Alberto Paradossi che proprio una decina di anni fa si decise a raccogliere tutti i documenti che potessero testimoniare l’accaduto. Dopo una lunga ricerca ha sottoposto i documenti alla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea Cdec Onlus di Milano di Milano che ha poi permesso di ricevere la Letter of Recognition del titolo di Giusto fra le Nazioni.
Mercoledì (8 febbraio), alle 14,30, alla presenza delle istituzioni e di un addetto dell’ambasciata di Israele a Villa Bottini si terrà la cerimonia di consegna dell’onorificenza alla memoria.

La vicenda di Umberto Paradossi e della famiglia Fernandez Affricano risale al 1942-43.
Le famiglie Paradossi di Lucca e Fernandez Affricano di Livorno erano da lungo tempo legate da rapporti di amicizia e lavoro. Nel 1942 a causa dei bombardamenti e delle leggi razziali la famiglia Fernandez Affricano si rifugiò a Guamo in provincia di Lucca.

Nel 1943 aumentarono le retate da parte dei tedeschi nei confronti degli ebrei che vivevano nella zona. Umberto Paradossi ebbe la confidenza che avrebbero preso la famiglia Fernandez Affricano per deportarla in Germania: in fretta e furia organizzò per questo la fuga a Roma della famiglia mentre il padre Paolo riuscì a nasconderli nella casa di Arsina. La famiglia raggiunse Roma con una macchina grazie all’organizzazione perfetta di Umberto Paradossi che riuscì anche a procurare ai membri della famiglia documenti falsi per sfuggire ai controlli della polizia fascista e degli ufficiali tedeschi.

A Roma Antonio Pallini, amico di Umberto Paradossi, riuscì a nascondere la famiglia Fernandez Affricano in un appartamento fornendo loro il necessario per sopravvivere. È degna di nota anche la figura di “Ferruccio il carbonaio”, residente a Lucca, che caricava il suo motocarro con uno strato di carbone sotto il quale nascondeva i viveri, procurati da Umberto, per la famiglia Fernandez: un atto di estremo coraggio considerando che lungo il percorso da Lucca a Roma (Ferruccio viaggiava sull’Aurelia) si trovavano diversi posti di blocco dei nazifascisti.

Umberto fu anche ricattato da un repubblichino lucchese che era venuto a sapere della fuga della famiglia Fernandez da una collaboratrice domestica di Paradossi, che aveva ingenuamente rivelato la cosa al fidanzato fascista. Umberto fu costretto a pagare il silenzio di questo.
Dopo la guerra le due famiglie Paradossi e Fernandez Affricano si ritrovarono mantenendo rapporti sia di amicizia e d’affari e soprattutto di riconoscenza per l’aiuto disinteressato prestato in un triste periodo della storia.

Il riconoscimento di ‘Giusto fra le nazioni’ dal Vad Yashem è arrivato “per l’aiuto prestato agli ebrei, mettendo a rischio la propria vita, durante il periodo della Shoah”. Il nome di Umberto Paradossi sarà inciso sul Muro d’Onore all’intero del Giardino dei Giusti sempre al Vad Yashem. Nell’elenco italiano dei Giusti fra le Nazioni figura anche, fra gli altri, anche fratel Arturo Paoli.