Giorno del ricordo, l’Anpi alle celebrazioni: “Tragiche vicende da ricordare nella loro complessità”

11 febbraio 2023 | 10:29
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Giorno del ricordo, l’Anpi alle celebrazioni: “Tragiche vicende da ricordare nella loro complessità”

Deposta una corona al Real Collegio

“Le tragiche vicende del confine orientale debbano essere studiate, ricordate e debitamente celebrate nella loro complessità”. Così l‘Anpi Lucca che ieri (10 febbraio), giorno del ricordo, ha deposto una composizione di fiori sotto la targa che in piazza del Real Collegio ricorda il centro di raccolta che ospitò le persone che lasciarono i territori dell’Istria e della Dalmazia.

“Per l’Anpi – si sottolinea in una nota – è importante la memoria dei fatti dolorosi del passato, che devono essere conosciuti, studiati e compresi, per essere la base della ‘memoria attiva’ che si traduce in un impegno costante nel presente per evitare che si ripetano. Questo impegno, fondante per l’Anpi, si basa sul lavoro continuo per l’attuazione dei valori della Costituzione, nata proprio come baluardo contro la barbarie del regime fascista”.

Nel frattempo la presidente Rosalba Ciucci ha partecipato, su invito del questore di Lucca, alla cerimonia di commemorazione di Giovanni Palatucci, già questore di Fiume, medaglia d’oro al merito civile e “giusto fra le Nazioni”, deceduto nel 1945 nel campo di concentramento di Dachau.

L’Anpi inoltre ricorda che mercoledì (15 febbraio) alle 10,30, alla chiesa di S. Francesco, si svolgerà la lezione-conferenza dello storico Eric Gobetti, pensata e organizzata per essere rivolta alle studentesse e studenti degli istituti superiori di Lucca, proprio per affrontare in modo rigoroso un argomento complesso, poco conosciuto, di cui spesso si parla in modo superficiale.

“La verità storica ci dice che l’Italia invase la Jugoslavia, e che ancora prima il regime fascista oppresse in modo feroce non solo gli oppositori presenti nell’area – spiega l’Anpi -, ma le popolazioni slovene e croate in quanto tali, negando l’uso pubblico della lingua nella stampa, chiudendo le associazioni culturali e una chiara enunciazione di questo programma fu nel 1920 il rogo del Narodni dom di Trieste, centro della cultura slovena. Si è sempre teso ad avvalorare una narrazione di ‘italiani brava gente’, ma il fascismo non era secondo al nazismo, in quanto a crimini di guerra esempio ne sia il crematorio della Risiera di San Sabba a Trieste. In questo luogo di accoglienza noi poniamo questi fiori perché ‘accoglienza’ è la parola che più rappresenta oggi i dettami della nostra Costituzione che, in questi tempi di migrazioni per guerre, fame, sopravvivenze negate, rappresenta l’unica ancora di salvezza”.