L’Osservatorio: “Gli assi viari? Non potranno ignorare la tutela del paesaggio”

L’associazione: “Il progetto vecchio di trent’anni è ancora da integrare a un livello di pianificazione territoriale locale che tenga conto dell’interesse pubblico”
“La Piana di Lucca ha bisogno di una progettazione delle infrastrutture orientata da obiettivi di sostenibilità e resilienza: se gli assi viari si faranno dovranno essere integrati a un livello di pianificazione territoriale locale, che tenga conto della tutela dell’interesse pubblico“. A dirlo è l’Osservatorio locale del paesaggio lucchese che, a partire dall’annosa questione della tangenziale cittadino stimola una riflessione intorno alla viabilità e alle mitigazioni paesaggistiche.
“Il caso degli assi viari è paradigmatico del dilemma tra conservazione ed evoluzione che ha sempre caratterizzato la nostra comunità: ne parliamo da trent’anni ormai e il progetto arriva in una fase dove se, da un lato, è necessario trovare soluzioni efficaci per gestire il traffico pesante e leggero che quotidianamente transita sulla Piana e nelle vicinanze della città di Lucca, dall’altro emergono esigenze non più rimandabili di tutela e salvaguardia di spazi aperti che rimangono all’interno di una struttura insediativa molto frammentata e dispersa – spiegano dall’Osservatorio -. Questi spazi aperti, in una visione di sviluppo orientata alla sostenibilità, ma soprattutto alla resilienza, assumono un ruolo sempre più importante nel fornire servizi ecosistemici utili per il benessere dei cittadini”.
“Pur consapevoli che la mobilità nella Piana di Lucca presenta notevoli criticità che devono essere risolte, esprimiamo delle perplessità sul rapporto tra i benefici e i costi conseguenti alla realizzazione dell’opera, proprio per gli impatti sul consumo di suolo, sul patrimonio ambientale, sulla biodiversità degli agroecosistemi e sul paesaggio – dicono ancora dall’Osservatorio -. Le componenti ecosistemiche, quella vegetazionale, assieme a quelle geomorfologiche e antropiche, costituiscono gli elementi principali nella ‘costruzione’ dei paesaggi come sottolinea il Pit della Regione Toscana che rappresenta il punto di riferimento essenziale sia per l’Osservatorio regionale del paesaggio toscano sia per l’Osservatorio del paesaggio lucchese. Una delle conseguenze è la frammentazione del territorio e degli habitat laddove anche il Pit suggerisce la fondamentale ricucitura e riconnessione degli elementi naturali o semi-naturali, essenziale per il mantenimento della biodiversità. Il territorio è fatto di collegamenti e relazioni (materiali e visive) tra le varie parti e, se da un lato la nuova viabilità dovrebbe consentire di alleggerire il carico di traffico oggi gravante su un reticolo viario di antica origine, dall’altro il progetto prevede che il tracciato storicizzato venga mantenuto solo parzialmente a servizio dei centri abitati e non venga valorizzato come preziosa viabilità alternativa, di connessione, per brevi tratte e per l’implementazione di sistemi leggeri”.
“C’è poi da considerare l’aspetto legato all’impatto visivo se il tracciato viario si sviluppasse su terrapieno e viadotti determinando l’interruzione della percezione del paesaggio – proseguono dall’Osservatorio -. La nuova viabilità per la Piana di Lucca collega aree urbane, aree rurali e persone, ma crea anche una barriera e suddivide il paesaggio naturale in zone più piccole. Questo crea una fascia per il transito veloce, non facilmente attraversabile, tanto che le persone saranno portate ad usare l’auto maggiormente, con ripercussioni anche sulla salute pubblica, e inoltre interrompe la connessione tra i diversi habitat, rendendo le varie specie più segregate e vulnerabili. La campagna lucchese interessata dai progetti di nuova viabilità, pur circondata da una densa urbanizzazione, presenta ancora elementi sempre più rari, forse gli ultimi rimasti, costituiti dal mosaico dei campi, dai filari di alberi come pioppi, salici, gelsi residui del paesaggio agricolo storico,
dalle canalette irrigue ai nuclei boschivi. In questa campagna si riesce a realizzare un’agricoltura di qualità e talvolta biologica e qui sono state recentemente individuate specie rare e tutelate dal’Ue. In altri contesti europei, la presenza di specie di valore conservazionistico è elemento sufficiente per la ridefinizione dei progetti che ne distruggono gli habitat al fine di trovare ipotesi alternative compresa l’ipotesi 0″.
“Un altro elemento da rilevare è la frammentazione degli agroecosistemi che ha gravi ripercussioni sulla biodiversità – dicono ancora -. È necessario allora che la nuova viabilità consenta di mantenere tutte le connessioni preesistenti tra le varie parti dei centri abitati e della viabilità storica, preveda molti corridoi ecologici, congrui attraversamenti per una buona rete ciclopedonale, non interrompa il reticolo idrografico minore, tuteli le lame d’acqua mantenendosi a congrua distanza. Le altre criticità che si rilevano sono sicuramente legate alla struttura idro-geo-morfologica della Pianura di Lucca. Il tracciato progettuale degli assi viari investe sia la ‘fascia Alta della Pianura’, caratterizzata da conoidi a bassa pendenza e si sviluppa poi nella pianura bonificata, attraversata da una fitta rete di sistemazioni idrauliche progettate a partire dal IX/X sec. Gli aspetti idraulici rappresentano l’altra criticità d’ambito, dove l’eccessiva pressione antropica caratterizzata dal consumo di suolo naturale con relativa impermeabilizzazione, combinata con l’abbandono delle buone pratiche agricole, determinano di fatto un aumento delle acque scolanti e/o fenomeni di ristagno delle acque di deflusso superficiali, incrementando localmente il rischio idraulico”.
“Un’ulteriore considerazione riguarda il consumo del suolo anche, ma non solo, in relazione all’incidenza che lo stesso può avere sul fenomeno dei cambiamenti climatici – concludono -. La Provincia di Lucca secondo il rapporto Ispra è quella con i tassi di consumo tra i più elevati e che necessiterebbero una immediata e decisa inversione di tendenza. Come Osservatorio auspichiamo, quindi, che coloro che dovranno decidere il futuro della mobilità (e non solo) nella Piana di Lucca siano orientati dalla visione di un territorio fortemente omogeneo e interconnesso, denso di valori ambientali e paesaggistici, che devono essere trasferiti alle generazioni future secondo principi di sostenibilità e resilienza. Tutto questo necessita di uno sforzo di sintesi unitario portato avanti dalle amministrazioni dei Comuni interessati che, nel prendere le decisioni, devono valutare tutti gli aspetti tra i quali anche quelli da noi sottolineati perché fondamentali nell’assicurare l’uso sostenibile e la resilienza del territorio per i prossimi decenni. Riteniamo opportuno sostenere la convinzione che se l’opera degli assi viari si farà, essa risulta ancora da integrare a un livello di pianificazione territoriale locale, che tenga conto della tutela dell’interesse pubblico. Questo necessariamente comporta la tutela di un bene comune e costituzionalmente riconosciuto come quello della bellezza dei valori identitari e paesaggistici, nonché dell’ecosistema umano e non”.