Il coordinamento nazionale dei docenti: “Iniziativa con Gobetti, sbagliato non coinvolgere l’ufficio scolastico”

Il presidente Pasavento: “Ci associamo alla posizione del sindaco Pardini”
“Troviamo incomprensibile la scelta di non informare in merito alla giornata la dottoressa Donatella Buonriposi, dirigente dell’ufficio scolastico territoriale Provinciale di Lucca e Massa Carrara, soprattutto in considerazione dell’adesione di numerosi istituti scolastici al convegno;
è doveroso proporre agli studenti tematiche storico – civile, ma sarebbe anche opportuno favorire lo scambio dialettico anche tra differenti orientamenti ideologici, senza indulgere a forme di negazionismo, laddove, ormai, testimonianze, studi, eminenti esperti del settore abbiano dimostrato l’evidenza di orribili accadimenti (shoah, foibe) che ci si ostina a mettere in discussione”. Lo sostiene Romano Pesavento, presidente del coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei diritti umani in relazione all’iniziativa tenutasi oggi nell’auditorium San Francesco di Lucca, promossa dall’Anpi, che ha visto la partecipazione dello storico Eric Gobetti.
“Tra i compiti della scuola vi è anche quello di raccontare i grandi eventi del nostro passato senza strumentalizzarli – aggiunge Pasavento -, dare la possibilità a più voci di leggere le vicende storiche consentirà agli studenti di essere consapevoli del proprio passato in funzione di un presente e di un futuro ispirati alla solidarietà e rispetto della vita umana, a prescindere da tutto. Il Cnddu si associa quindi ai contenuti espressi dal sindaco di Lucca, Mario Pardini, ispirati alla distensione degli animi e alla moderazione dei toni. La complessità delle vicende che si svolsero, in quegli anni terribili, in quei territori di confine, la politica brutalmente antislava perseguita dal regime fascista, sono eventi storici che nessuno oggi può mettere in discussione. Va altresì detto, con fermezza, che è singolare e incomprensibile che questi aspetti innegabili possano mettere in ombra le dure sofferenze patite da tanti italiani. O, ancor peggio, essere invocati per sminuire, negare o addirittura giustificare i crimini da essi subiti. ‘Per molte vittime, giustiziate, infoibate o morte di stenti nei campi di prigionia comunisti, l’unica colpa fu semplicemente quella di essere italiani’ come ha detto Sergio Mattarella. I concetti espressi nella dichiarazione dal nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, indicano con compiutezza i valori da trasmettere alle future generazioni per credere in un’epoca foriera di umanità e comprensione tra le genti”.