Lucca, 263 attività hanno chiuso i battenti nel 2022: tornano a crescere le cessazioni. Trainano le costruzioni, il commercio perde pezzi
I dati della Camera di Commercio segnalano una perdita di sprint nell’imprenditoria locale. Positivo il settore immobiliare, la Versilia è l’area più dinamica della provincia. Male la Valle del Serchio
I dati sulla crescita del tessuto imprenditoriale per l’anno 2022 nella provincia di Lucca registra un tasso di crescita sempre positivo del rapporto natimortalità, ma si evidenzia un rallentamento rispetto al dato dell’anno precedente: questo è quanto emerge dall’analisi effettuata dall’ufficio studi della Camera di commercio della Toscana Nord-Ovest.
“Il denominatore comune nella dinamica di impresa 2022 nelle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa è il rallentamento, con una crescita che risulta addirittura uguale per tutti i territori e lievemente al di sotto rispetto a quella regionale e nazionale – dichiara Valter Tamburini, presidente della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest -. La perfetta omogeneità nella dinamica si rileva anche con riferimento ai settori economici gli stessi a crescere o frenare nelle tre province, alla forma giuridica di impresa con un aumento per le società di capitale, alla qualifica degli imprenditori con l’incremento delle imprese a conduzione straniera e l’ulteriore calo di quelle giovanili dovuto anche al progressivo assottigliamento della popolazione nelle classi di età più giovani”.
L’analisi dei dati evidenzia non solo la sintonia della dinamica imprenditorialità tra i territori delle tre province, ma anche quella con il dato rilevato a livello regionale e nazionale.
“Il processo di rallentamento natimortalità delle imprese, dal quale si calcola il tasso di crescita del tessuto imprenditoriale dei territori – conclude Tamburini – è un fenomeno riscontrato non solo nei nostri territori, ma anche a livello toscano e italiano, quindi è la dimostrazione che ad incidere, sia in termini positivi che negativi, intervengano, in prevalenza, fattori generali in luogo di specificità locali.”
Di seguito il dettaglio delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa secondo i dati rilevati da Movimprese, l’analisi statistica della nati-mortalità delle imprese condotta da InfoCamere ed elaborata dalla Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest e dall’Istituto Studi e Ricerche – Isr.
La dinamica imprenditoriale in provincia di Lucca nell’anno 2022.
Nel 2022 la dinamica imprenditoriale lucchese perde sprint
Nel corso del 2022 il tessuto imprenditoriale lucchese ha mostrato un lieve rallentamento dei processi di natimortalità: le iscrizioni sono diminuite rispetto al 2021 (-64 imprese) fermandosi a 2.154 unità, ancora abbondantemente al disotto dei livelli pre-crisi, mentre le cessazioni non d’ufficio (1.943) sono tornate a crescere (+263 unità), anche per il progressivo esaurirsi delle misure di sostegno all’attività d’impresa e di sospensione delle situazioni di crisi. Il saldo imprenditoriale si è così attestato a +211 unità, per un tasso di crescita del +0,5%, un valore inferiore all’anno precedente ma migliore di quanto fatto segnare nel quinquennio 2016-2020.
Le imprese registrate in provincia si sono così portate a quota 42.653 a fine anno, valore che arriva a 52.420 considerando anche le unità locali presenti sul territorio.
Delle imprese registrate a fine anno, 36.577 risultano attive, 3.748 inattive e 150 sospese; le imprese in scioglimento o liquidazione sono 1.515 mentre quelle con procedure concorsuali si fermano a 663.
In Toscana la dinamica imprenditoriale è risultata poco migliore (+0,6%), mentre a livello nazionale la crescita è stata più sostenuta arrivando al +0,8%.
La crescita resta sostenuta dalle società di capitale. Stabile l’artigianato.
Nel 2022 ha trovato conferma la tendenza, in atto ormai da tempo, di un progressivo ridimensionamento delle società di persone, determinata anche dalla maggiore attrattività della normativa sulle Srl (specie le semplificate).
La crescita delle società di capitale è proseguita spedita, seppur a un ritmo (+3,3%; +402 unità) un poco ridotto rispetto al passato, portandone la consistenza imprenditoriale a 12.337 registrate, il 29% del totale, mentre le società di persone hanno rilevato un’ulteriore flessione (-0,8%; -66 unità) scendendo a 8.199 registrate per il 19% del totale provinciale. Le imprese individuali rimangono la tipologia imprenditoriale maggiormente scelta con il 49% delle imprese della provincia, ma nell’anno hanno perso 140 unità (-0,7%) portandosi a quota 20.869 registrate.
Sono cresciute invece le altre forme giuridiche (cooperative, consorzi, etc.), che hanno messo a segno un +1,2% (saldo: +15 unità) grazie anche a un lieve incremento delle imprese cooperative salite di 4 unità.
Le imprese artigiane hanno limitato le perdite a 3 unità, con 704 iscrizioni e 707 cessazioni nei dodici mesi, portandosi a quota 10.988 (25,8% del totale provinciale), mentre si sono rilevati incrementi sia a livello regionale (+0,4%) che nazionale (+0,8%).
Le costruzioni trainano l’industria, nei servizi cala il commercio al dettaglio
La crescita del tessuto imprenditoriale lucchese nel 2022 ha interessato tutti i macro-comparti di attività economica: le imprese operanti nel comparto industriale sono aumentate del +1,2% (+145 unità), grazie al traino delle costruzioni (+1,5%; +107) ancora spinte dai bonus governativi, mentre per l’agricoltura e i servizi la dinamica (+0,4% per entrambi) è risultata rallentata.
All’interno del comparto industriale (costruzioni escluse), che in provincia di Lucca comprende 5.155 imprese registrate, si sono rilevati solo lievi recuperi per le imprese manifatturiere (+0,8%; +38 unità), mentre le utilities e le attività di estrazione di minerali da cave e miniere sono rimaste sostanzialmente stabili. Nel dettaglio dei settori manifatturieri di specializzazione provinciale, si è rilevata una crescita significativa solamente della cantieristica nautica (+5%; +14 unità) e delle industrie meccaniche per la carta (+6,2%; +4 unità), mentre le imprese di fabbricazione delle calzature, della carta (-1,5% per entrambe) e della lavorazione dei materiali lapidei (-1,1%) hanno evidenziato lievi diminuzioni. Nelle costruzioni (7.049 registrate) sono cresciute sia le imprese che svolgono lavori di costruzione specializzati (+1,8%; +88 unità) che quelle operanti nella costruzione di edifici, seppure a un ritmo inferiore (+16; +0,8%).
Il comparto dei servizi, dove opera il 61,5% delle imprese registrate della provincia (26.232 unità), ha rilevato dinamiche differenziate al suo interno. Il commercio nel complesso ha perso 83 imprese (-0,8%) portandosi a quota 10.157 registrate a fine dicembre, in particolare per la flessione del commercio al dettaglio sceso del -1,3% per 73 unità in meno nell’anno: la diminuzione ha interessato il commercio ambulante (-31 imprese; -2,6%) mentre è cresciuto quello via internet (+8 unità; +3,3%).
Sono diminuite anche le imprese di trasporto merci su strada (550 in provincia) che hanno perso 13 unità nei dodici mesi (-2,3%). Nel settore turistico gli andamenti si sono controbilanciati, con le attività di alloggio (834) cresciute di 27 unità (+3,3%) e quelle della ristorazione (3.428) calate di 27 unità (-0,8%) per la flessione dei bar (-39; -3,1%) solo parzialmente compensata dall’incremento delle attività di ristorazione (+12; +0,6%).
Positiva la dinamica delle attività immobiliari (+59; +2,1%), che hanno raggiunto le 2.836 imprese in provincia, del noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese salito a 1.723 unità (+2,4%; +40), delle attività professionali, scientifiche e tecniche cresciute del +2,9% (+35 unità) a quota 1.260 registrate e delle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (1.068 imprese a fine anno; +2,2%).
In lieve calo invece le imprese operanti nelle altre attività dei servizi, scese a 1.852 registrate (-0,6%; -11 unità), dove le attività di riparazione di computer e di beni per uso personale e per la casa (348 imprese) hanno perso 8 unità (-2,2%), mentre le altre attività di servizi alla persona (riparatori, acconciatori, istituti di bellezza, lavanderie, etc.), comprendenti 1.487 imprese, sono rimaste pressoché stabili (-3 unità).
In crescita Versilia e Piana di Lucca, qualche difficoltà nelle aree interne
La Versilia si è confermata l’area più dinamica del territorio, mettendo a segno una crescita del +0,7%, per un saldo imprenditoriale di +145 imprese, che l’ha portata a quota 19.657 imprese registrate; nella Piana di Lucca la crescita si è fermata invece al +0,5% (+97 unità) per complessive 18.005 imprese a fine dicembre. Le zone più interne della provincia hanno mostrato una dinamica negativa, con la Media Valle del Serchio che ha perso 23 imprese (-0,9%) scendendo a 2.602 registrate, mentre la Garfagnana (2.389 imprese) ha limitato al -0,3% la diminuzione, per 8 unità in meno nei dodici mesi.
Imprese straniere ancora in forte aumento, scendono le giovanili
La crescita delle imprese guidate da stranieri (imprese la cui partecipazione del controllo e della proprietà è detenuta in prevalenza da persone non nate in Italia) in provincia di Lucca è proseguita anche nel 2022, facendo segnare un +4,3%, per 201 unità in più, che le ha portate a quota 4.922, per un’incidenza sul tessuto imprenditoriale lucchese pari all’11,5% (Italia: 10,8%; Toscana: 15,1%).
Sono aumentate anche le imprese femminili (imprese partecipate in prevalenza da donne), salite a 9.563 a fine anno. L’incidenza imprenditoriale in rosa in provincia si porta al 22,4% del totale, meglio dell’Italia (22,2%) ma un punto percentuale sotto la Toscana (23,4%).
Le imprese giovanili (imprese la cui partecipazione del controllo e della proprietà è detenuta in prevalenza da persone di età inferiore ai 35 anni) della provincia sono diminuite del -2,0% nell’anno, perdendo 62 unità e scendendo a quota 3.055 unità a fine 2022, anche a causa del progressivo assottigliamento della popolazione nelle classi di età più giovani e del recente rallentamento nei processi di natalità imprenditoriale.
L’incidenza giovanile sul totale imprese si porta al 7,2%, in linea con la Toscana (7,3%) ma sotto la media nazionale che raggiunge l’8,7%.