Donne maltrattate, in un anno a Lucca in 298 assistite al centro antiviolenza

7 marzo 2023 | 15:25
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Per la giornata dell’8 marzo una corsa e un flash mob organizzata dal centro Luna insieme alla Virtus. La testimonianza di chi ha detto basta ai soprusi: “E’ stato difficile ma ora sono una persona più consapevole”

Di corsa contro le violenze di genere. Un flash mob che spinge il contrasto alle prevaricazioni un passo più avanti. E’ l’iniziativa lanciata alla vigilia dell’8 marzo dal Centro Antiviolenza Luna che consolida come di consueto i dati del fenomeno della violenza di genere a Lucca del 2022, dando una testimonianza di un percorso di uscita dalla violenza e presentando le attività del mese marzo dell’associazione. Sono 298 le donne accolte nel centro antiviolenza La Luna, di queste quasi la metà proviene dal comune di Lucca e per la maggior parte a subire le violenze è una donna italiana.
Il primo passo per chi subisce violenza è saperla riconoscere ed esserne consapevoli, ed è per questo che l’associazione vuol far sentire la propria voce a tutte coloro che sentono di subire degli abusi, proprio come ha sottolineato la presidente dell’associazione la Luna, Daniela Elena Caselli: “Noi siamo sempre attivi sul territorio, con eventi di sensibilizzazione e consapevolezza – dichiara -. Per farci conoscere e per far sentire alle donne che subiscono degli abusi che non sono sole. Che noi siamo al loro fianco”.

La Luna
, nell’anno appena passato ha accolto al centro 298 donne, la maggior parte di loro ha un’età compresa tra i 18 e i 49 anni e gli abusi consistono per lo più in violenza fisica e psicologica. Molte delle donne accolte nel centro hanno in carico dei figli, anche loro accolti dall’associazione La Luna. Nel 2022 sono 40 i minori accolti.
I dati mostrano anche un segnale positivo riguardo i casi di denuncia, che sono risultati 64 e solo 4 quelli in cui la denuncia è stata ritirata.

“Dai dati emerge la maggior affluenza nel 2022 rispetto agli altri anni – dichiara Giulia Panconi, operatrice psicologa del centro antiviolenza La Luna -. Abbiamo ricevuto 298 contatti di cui 199 sono stati percorsi avviati, consulenze legale supporti psicologici, ed infatti durante l’anno abbiamo svolto 1008 ore di supporto psicologico. Emerge anche che la sensibilizzazione ci porta ad un contatto diretto dalle donne e l’8 per cento ci ha trovato tramite i media, piuttosto che in occasione di sensibilizzazioni avvenute sul territorio. La maggior parte delle donne (130), sono di origine italiana, della piana di Lucca e del comune di Lucca, è aumentato il livello di occupazione. Questa è una cosa molto importante perché noi ci impegniamo per dare maggiori risorse e autonomia alle donne, per permettergli di uscire dalla situazione di violenza. Nonostante questo, il numero di donne disoccupate è comunque elevato. La fascia d’età maggiormente colpita dai 18 ai 40 anni, quindi per lo più ad avere accesso al centro o alle nostre case rifugio sono donne adulte. Noi abbiamo 9 case rifugio sul territorio e una casa famiglia, durante l’anno abbiamo accolto 50 donne in protezione con i loro 60 bambini”.
“Il fenomeno della violenza di genere purtroppo attraverso i dati può essere letto in due modi – precisa Giulia Panconi -, o il fenomeno è in aumento o non è in aumento, ma è stabile e c’è più predisposizione e voglia di raccontarsi, nel percepire di poterne parlare e di potersi affidare a qualcuno. E’ certamente una lettura un po’ ottimistica, ma potrebbe darsi che i dati siano aumentati perché si denuncia di più”.

La maggior parte delle persone che si rivolgono al centro antiviolenza La Luna lo contattano telefonicamente e ne conoscono l’esistenza tramite passa parola o tramite i media. Il sommerso è ancora enorme, chi chiama ha la consapevolezza di non riuscire da sola a risolvere i propri problemi e una volta che si sono rivolte al centro, le operatrici forniscono una scheda e chiedono se si trovano in una situazione di pericolo immediata. Una volta che arrivano al centro, le persone vengono prese in carica da una psicologa dedicata che si occupa tra le altre cosa anche della genitorialità. A quel punto sarà possibile intraprendere un percorso psicologico e una consulenza legale, attivando i servizi sociali dove ce ne fosse bisogno. Il centro si occupa anche della ricerca di un lavoro e nel trovare un alloggio autonomo, qualora non se ne disponga. Il percorso è volto a far ritrovare a queste persone, quell’autonomia di cui la violenza subita le ha private.

Altro tipo di percorso viene intrapreso da chi va in una casa rifugio, di solito in quel caso c’è stata l’attivazione del codice rosa dal pronto soccorso. L’associazione La Luna porta la vittima di violenza nella casa rifugio e qui hanno un colloquio con una delle psicologhe del centro , anche per capire se hanno qualcuno che può ospitarle.
La casa famiglia è un po’ come un’ultima spiaggia – spiega la direttrice del centro La Luna, Daniela Elena Caselli -. Gli spazi sono limitati e bisogna convivere con altre persone e le situazioni non sono mai facili. Le operatrici del centro si occupano anche del recupero di oggetti personali, rifare la documentazione se non l’hanno portata con se, il lavoro e molto altro. La permanenza all’interno della casa rifugio varia molto dalla situazione vissuta, ma con le ultime normative si può rimanere all’interno per sei mesi con possibilità di proroga di altri sei mesi.

Per l’8 marzo, il centro antiviolenza Luna ha deciso di organizzare un evento di sensibilizzazione dei bambini e dei ragazzi. Così in collaborazione con l’Atletica Virtus Lucca, con cui già da tempo ha instaurato una forte alleanza per la prevenzione e il superamento di episodi di violenza e dei problemi che questa crea, ha ideato l’8 in Virtus, una corsa di 300 metri a cui seguirà un flash mob.
La coreografia del flash mob è stata creata da Giulliet Asd, che ha abbracciato subito il progetto. L’8 in Virtus vuole trasmettere il messaggio che “se camminiamo, corriamo, balliamo insieme per un obiettivo specifico, questo è più facile da raggiungere. Così uniti, insieme, è possibile fare qualcosa per sconfiggere la piaga della violenza di genere”.

Nel mese di marzo, l’associazione Luna, inoltre, collaborerà anche con altre realtà sportive, come la palestra Ego. Continua anche la collaborazione con il Padel Lucca che organizza dei pomeriggi di gioco e divertimento per i bambini ospiti delle Case Rifugio. Anche altre attività sportive come Atmosfera Danza e l’Aquila Sant’Anna sostengono il Centro Antiviolenza Luna. “Lo sport per il centro – è stato spiegato – è un ottimo mezzo per sensibilizzare i giovani sulle tematiche della non violenza e della parità di genere ed è importante per far socializzare le figlie ed i figli delle donne vittime di violenza”.

Nel mese di marzo anche altre aziende, come il Centro Estetico Esteticamente e La Sanitaria, hanno deciso di creare delle campagne a favore della nostra associazione. Nei giorni scorsi è stato realizzato un evento per le ospiti delle case rifugio, in cui si sono prese cure di sé stesse. L’iniziativa è stata possibile grazie alla truccatrice professionistaSada Del Carlo, a Liquors Beauty, Kiko e donatori privati. L’associazione ha anche partecipato alla raccolta dei farmaci organizzata dal banco farmaceutico, dove eravamo presenti con punti informativi in due farmacie ed è stato un momento importante di sensibilizzazione.

Nella giornata di domani (8 marzo) inoltre, il Centro Antiviolenza Luna sarà presente alla Croce Verde di Lucca per parlare della violenza e per presentare il progetto dello sportello #PerTe, sportello di ascolto per Gbenitori, Insegnanti, studentesse e studenti per affrontare problemi legati al bullismo in ambiente scolastico.

Sempre nella giornata di domani il Centro Antiviolenza Luna sarà presente anche al Real Collegio per l’evento Donne in Viaggio Fuori e Dentro sé stesse, organizzato dal Comune di Lucca, in cui ci verranno donate delle biciclette.

“Sono numerose – spiegano dall’associazione le donazioni che il Centro Antiviolenza Luna riceve da fondazioni, associazioni, aziende, società, negozi, privati e ogni gesto, dal più piccolo al più grande, ci riempie sempre di una gioia immensa, perché le storie, i problemi che affrontiamo quotidianamente sono pesanti e voi con il vostro contributo non ci fate sentire sole, non fate sentire sole le nostre Donne e i loro bambini e le loro bambine. Tutte coloro che fanno parte dell’associazione Luna, quindi, ci tengono a ringraziare infinitamente tutti per il sostegno, labvicinanza e il supporto continuo. Per chi ci volesse sostenere anche nel mese di marzo, Il Centro Antiviolenza Luna attiverà anche una raccolta fondi destinata per far svolgere ai bambini e alle bambine ospiti delle Case Rifugio attività sportive – ludico ricreative durante l’anno 2023, come per esempio la partecipazione a corsi sportivi, ricreativi o ai campi estivi. Donando almeno 10 euro è possibile anche ricevere un uovo di Pasqua del centro antiviolenza Luna”.

Dal mese di marzo il Centro Antiviolenza Luna distribuirà anche dei segnalibri piantabili, per trasmettere il messaggio che insieme è possibile fare qualcosa di concreto, metaforicamente piantare un seme, per rendere migliore ed equa la società in cui viviamo per renderla senza violenza.

“Il primo passo per uscire da una situazione di violenza è riconoscerla ed esserne consapevoli, quindi è importante che noi del Centro Antiviolenza Luna facciamo sentire che ci siamo – dicono – per essere un aiuto per tutte coloro che ne hanno bisogno. In questa giornata dell’8 marzo vogliamo, quindi, dare una speranza viva, grazie ad una storia vissuta, a tutte le donne che si trovano in una situazione di violenza e che magari hanno paura perché si sentono sole, non credute e non vedono un possibile futuro diverso. Una delle donne che abbiamo seguito nel suo percorso di uscita dalla violenza, ha deciso di dare la propria testimonianza del suo cammino, senza dubbio impegnativo e lungo, ma efficace per costruire l’identità di donna, con i propri spazi, libertà, capacità, valori, indipendenza ed autonomia. Il percorso di uscita dalla violenza non è semplice, è faticoso, tortuoso, ma è possibile, è una rinascita, una nuova vita”.

La conferma di tutte le difficoltà di questo delicato percorso è arrivata dal racconto di una donna che ce l’ha fatta. E che ha ripercorso le dure tappe per liberarsi da soprusi, prevaricazioni e violenze: “Ho avuto il coraggio – spiega – di chiedere aiuto”.

Sono una giovane donna, mamma di 3 bimbi meravigliosi – è il suo racconto -. Alle spalle ho un pesante passato a causa di quello che ho subito: 13 anni di violenza da un uomo che diceva continuamente di cambiare e che mi amava. Ogni giorno mi dico: sono viva. Nella paura di perdere la mia vita e quella dei miei figli ho trovato il coraggio di chiedere aiuto. Non sapevo cosa mi aspettasse ma sapevo che non potevo più stare lì, non potevo più rimanere e subire tutto quello, guardare i miei figli piangere ed avere paura e non potevo più stare zitta! Dovevo trovare il modo di farmi aiutare, nonostante la paura feci piccoli passi verso una direzione che mi sembrava la più giusta da prendere: parlare con qualcuno che mi potesse ascoltare e che mi potesse assicurare un posto per me e per i miei figli. Cominciai così, parlando di quello che stava succedendo con il servizio sociale, iniziai da li il mio percorso di protezione, che mi ha portato lontano da casa in un’altra regione. Chiedere aiuto non è un atto di vergogna, ma deve essere visto come un momento di difficoltà, un momento di vuoto dove solo appoggiandosi a qualcuno si trova la forza per uscire dalla porta di casa. Il mio è stato un percorso lungo e impegnativo ma molto efficace. Sostenuta e ascoltata ho trovato il coraggio di ritrovare in me stessa, di ritrovare quella donna che nonostante fosse stata calpestata era una mamma pronta a tutto per i suoi figli. Sentirsi sicuri e protetti ci aiuta ad affrontare la situazione al meglio delle nostre possibilità, condividere il percorso insieme ad altre donne che avevano subito come me queste ingiustizie e violenze è stato per me uno scambio reciproco di esperienze e consigli e un aiuto per i bimbi che insieme ad altri superano la paura. Sono stati anni impegnativi dove ho imparato ad essere una mamma più consapevole, ho capito che sbagliare è lecito a tutti, sono diventata consapevole del mio essere donna che ha bisogno dei suoi spazi. I percorsi di protezione sono mirati per il bene della donna e dei suoi figli. Si prende conoscenza di sé e delle proprie capacità, dei propri valori, dei propri diritti. La consapevolezza di essere Donne libere ci dà la forza di affrontare momenti difficili scegliendo la strada giusta da percorrere insieme a chi ci supporta ogni giorno e ci indirizza nella strada della nuova vita, senza violenza”.

(notizia in aggiornamento)