Lavori in arrivo al Mercato del Carmine, su 5 attività pende lo “sgombero”. Scoppia la protesta: “Avvisati con una pec”
A luglio deve aprire il cantiere di riqualificazione per 4 milioni di fondi Pnrr e gli esercenti si sono rivolti agli avvocati. Il Comune già al lavoro per trovare una soluzione
Quando hanno ricevuto una pec dal Comune e l’hanno letta non credevano ai loro occhi. Nella lettera a cinque attività che hanno sede da anni al Mercato del Carmine veniva richiesto, a metà febbraio scorso, di sgomberare i fondi entro un mese scarso di tempo. La missiva spedita via mail dagli uffici comunali aveva, infatti, dato loro anche una data per l’ultimatum: lo scorso 10 marzo, data in cui gli esercenti avrebbero dovuto abbandonare la loro attività commerciale per consentire l’allestimento del cantiere di riqualificazione del complesso. A quella data però, dopo essersi rivolti anche a dei legali per tutelarsi, gli esercenti si sono rifiutati di lasciare tutto così su due piedi e per di più in assenza ancora di qualche alternativa data dall’amministrazione comunale: “Ci hanno detto in un primo momento di mollare i nostri fondi con una pec, senza presentarsi o proporre delle soluzioni alternative – raccontano alcuni dei titolari coinvolti dal provvedimento -: quando ci siamo rifiutati di andarcene, l’amministrazione comunale si è presentata con i vigili in borghese: una cosa che ci è dispiaciuta perché vorremmo trovare insieme delle soluzioni“. Non c’è pace per le cinque attività commerciali al mercato del Carmine: il problema è sorto per via dei lavori di ristrutturazione e riqualificazione dell’intero complesso mercatale, per il quale il Comune, durante l’ex amministrazione Tambellini, ha ottenuto un finanziamento di 4 milioni di euro provenienti dal Pnrr. Il cantiere, secondo quanto confermato dall’assessore ai lavori pubblici, Nicola Buchignani, deve partire a luglio.
Entro quella data dovrà quindi essere trovata una soluzione per queste attività che sono al Carmine in virtù di concessioni rilasciate annualmente dal Comune. L’amministrazione, dal canto suo, fa sapere di essere già al lavoro per proporre ai commercianti coinvolti una alternativa che possa risolvere la situazione temporaneamente, fintanto che non saranno finiti i lavori. Entro pochi giorni una proposta dovrebbe essere fatta alle attività coinvolte.
Sulle prime è scattata una levata di scudi. I proprietari non hanno intenzione di bloccare i lavori ma cercano un punto d’incontro con il Comune. L’idea di venire “sfrattati” e doversi arrangiare, in tempi come questi, porta con sé molte preoccupazioni. Per questo, in questa fase, si sta tentando una mediazione con Palazzo Orsetti e infatti al momento lo sgombero non c’è ancora stato. Il timore, per i commercianti, non è ancora acqua passata perché di soluzioni concrete per il loro immediato futuro non ce ne sono ancora: “Comprendiamo – dice uno di loro – la necessità di procedere con i lavori, ma allo stesso tempo per noi lasciare l’attività è un costo e un serio problema: ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso da parte del Comune che avrebbe potuto proporci qualche soluzione, invece di recapitarci una posta elettronica”.
Che fine faranno, si chiedono gli esercenti, queste attività durante i lavori di ristrutturazione? Per adesso non è dato sapere. In passato erano molti i negozi presenti al mercato del Carmine, ma di quelle storiche attività adesso ne rimangono soltanto cinque, tra cui un bar, una macelleria e degli ortofrutta che da tempo svolgono anche un ruolo a servizio della cittadinanza del centro storico e che hanno lì la loro clientela.
Oggi con l’imminente ristrutturazione, non potranno rimanere, ma potranno tornarci solo a lavori ultimati. “Quando? Anche questo non ci è dato sapere – spiegano alcuni dei commercianti coinvolti nella vicenda -, ma se come capita spesso, i lavori dovessero allungarsi? Se la Soprintendenza trovasse beni archeologici da tutelare durante i lavori?” Sono tutte incognite che non fanno dormire sogni tranquilli ai titolari delle attività. Che dal loro punto di vista, chiedono all’amministrazione comunale di venire loro incontro e proporre un fondo in cui trasferirsi o una soluzione in attesa della conclusione dei lavori. Entro un paio di giorni dal Comune dovrebbe arrivare una proposta.