Porta Elisa si colora di giallo per la sensibilizzazione al tema dell’endometriosi

Previsto anche un incontro informativo sulla patologia a cui parteciperanno importanti esperti a livello internazionale
Per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’endometriosi, patologia che in Italia colpisce oltre tre milioni di donne, dalla sera del 26 marzo Porta Elisa si è colorata di giallo. Il Comune di Lucca manifesta così la vicinanza a tutte le donne affette da una patologia ancora poco conosciuta e la cui diagnosi arriva spesso dopo un percorso lungo e dispendioso, il più delle volte vissuto con gravi ripercussioni psicologiche per la donna.
L’amministrazione comunale ha previsto iniziative in occasione di domani (28 marzo) giornata mondiale dell’endometriosi, mettendo in pratica quanto contenuto nel dispositivo della mozione proposta dall’ex consigliere comunale Marco Martinelli, approvata dal consiglio comunale nell’agosto 2020, che prevede anche l’organizzazione di un incontro informativo sulla patologia a cui parteciperanno importanti esperti a livello internazionale.
In Italia sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva; la patologia interessa circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficoltà a concepire. Le donne con diagnosi conclamata sono almeno 3 milioni. Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in fasce d’età più basse. La diagnosi arriva spesso dopo un percorso lungo e dispendioso, il più delle volte vissuto con gravi ripercussioni psicologiche per la donna.
È una malattia cronica e progressiva, ed è caratterizzata dalla presenza e dalla proliferazione di tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina.
I sintomi più frequenti sono mestruazioni dolorose, dolore pelvico cronico, dolore durante la minzione, sintomi gastrointestinali, dolore ai rapporti sessuali, affaticamento. Questi sintomi rendono difficile la diagnosi in quanto sono comuni anche ad altre patologie.
L’endometriosi è una delle cause più note di infertilità. Ne consegue che questa malattia può avere importanti ripercussioni sul benessere psicofisico delle donne che ne sono affette e sulla loro qualità di vita.
È considerata una malattia di rilevanza sociale in quanto, nelle forme più severe, la sintomatologia e i disturbi limitando la produttività lavorativa delle donne che ne sono affette. Dunque si tratta di una patologia da considerare con attenzione, dal momento che solo una bassa percentuale di donne che ne soffre sa di esserne affetta. La diagnosi, infatti, arriva spesso dopo un percorso lungo e dispendioso, il più delle volte vissuto con gravi ripercussioni psicologiche.